Le parole di Italiano dopo Fiorentina-Udinese preparano l'addio?

Vincenzo Italiano
Vincenzo Italiano / Gabriele Maltinti/GettyImages
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In mezzo a tante belle parole possono nascondersi gli spigoli, i complimenti possono in realtà nascondere messaggi diversi: nel calcio, spesso, il linguaggio dei protagonisti percorre strade secondarie o comunque non dirette, colpendo pur sempre nel segno o seminando qualcosa.

Il successo della Fiorentina sull'Udinese per 2-0, in una sfida collocata a metà tra una semifinale d'andata e una di ritorno di Conference League, ha avuto una sua coda festosa nell'abbraccio tra la squadra, Vincenzo Italiano e la Curva Fiesole che - come spesso accade - non ha mancato di far sentire il proprio sostegno e di incoraggiare il gruppo in vista di una missione (rimontare l'1-2 casalingo) tutt'altro che agevole.

Le parole nel post-partita di Fiorentina-Udinese

Un idillio, quello con la curva gigliata, ribadito dal tecnico anche nel post-partita e in modo esplicito: "Questa è una Curva che mi rimarrà nel cuore, che mi rimarrà impressa e mi rimarrà sempre dentro fin quando farò questo sport e sarò nel mondo del calcio. Questa è una curva che fa vincere le partite, che di dà una mano, che non molla. A noi ha dato grande dispiacere dargli una soddisfazione giovedì. Lo dico a tutti i presenti in curva, andremo a Basilea a dare tutto, a rendere orgogliosi della nostra squadra e che vogliamo continuare a dare emozioni".

Il discorso si è poi spostato: "Una squadra che arriva in finale di Coppa Italia, ancora dentro a una semifinale europea, che può giocarsi l'ottavo posto, che ha giocato 54 partite, sta dando l'anima e gran parte di Firenze l'ha capito e quindi li ringraziamo". Il tutto è partito da un riferimento in conferenza stampa, da parte di un cronista, a "Tutta Firenze ha fatto vedere che è con voi" e a un Italiano pronto a rispondere "Tutta? Non l'avevo capito". In sostanza l'elogio della Fiesole è partito da un paragone tra l'atteggiamento della Curva e quello di altri settori dello stadio, meno orientati al supporto incondizionato e a riconoscere quanto la squadra "dia l'anima" (citando il tecnico).

Un'insofferenza già vista

Non è la prima volta che Italiano cita (con dispiacere) un atteggiamento ipercritico da una parte della tifoseria e della piazza, basti ripensare al battibecco con un tifoso in tribuna in occasione del 2-3 col Lech Poznan nel ritorno dei quarti di Conference. Il bonus di credito raccolto lo scorso anno, con la qualificazione alla Conference ottenuta tramite un gioco divertente e tutt'altro che conservativo, ha esercitato un potere relativo e non sono mancati (nei momenti più difficili) segnali di insofferenza per le scelte del tecnico e per un turnover copioso, esercitato da sempre da Italiano.

Vincenzo Italiano
Vincenzo Italiano / Gabriele Maltinti/GettyImages

Il tutto trova nell'atteggiamento della Curva un contraltare positivo: non si è mai arrivati alla contestazione in senso stretto e, anche nei momenti più duri, la strada del supporto alla squadra è rimasta la più percorsa. Un divario tra i vari settori dello stadio che certo non è inedito ma che rimane particolarmente indigesto al tecnico, un tecnico che - del resto - ha vissuto fin qui una carriera in costante crescendo e che non è abituato a momenti "di stanca".

Una stagione diversa

Fin qui Italiano ha sempre alimentato il credito raccolto raggiungendo via via obiettivi posti più in alto: promozioni e poi salvezze insperate senza soluzione di continuità, con un arrivo a Firenze impreziosito dal ritorno in Europa dopo una lunga attesa. Si tratta insomma della prima stagione in cui (ancora) l'asticella non si è spostata più in alto: di fatto un trofeo riuscirebbe a proseguire l'escalation del tecnico, l'ottavo posto in campionato - ormai traguardo massimo in cui sperare - in sé non riesce a scaldare chi, alla vigilia della stagione, sperava di migliorare la settima posizione del 2021/22.

Firenze è una piazza che sa dare tanto ma, al contempo, resta una città ambiziosa per antonomasia che difficilmente digerisce l'idea di una crescita graduale, che non sempre accetta la prospettiva di "accontentarsi", soprattutto resta una piazza in cui le divergente interne (i diversi approcci interni alla tifoseria) hanno sempre rappresentato una cifra distintiva, un tratto comune a tante diverse epoche. L'idea di una tifoseria unanime e assolutamente compatta è pura utopia, dunque, e sopravvalutare certi mugugni significherebbe non comprendere la vis polemica dell'ambiente gigliato.

ACF Fiorentina v FC Basel: Semi-Final First Leg - UEFA Europa Conference League
Fiorentina-Basilea / Gabriele Maltinti/GettyImages

Al contempo, tornando all'interrogativo principale, sarebbe prematuro leggere le parole di Italiano come una volontà palese di mettere le mani avanti, di smarcarsi dall'ambiente viola per proiettarsi altrove, in nuove tappe della carriera. Verosimilmente, nell'arco di un paio di stagioni, il percorso di crescita di Italiano potrebbe proseguire anche in altre realtà - in presenza di obiettivi più intriganti da raggiungere - ma l'idea di un divorzio estivo non può trovare adesso sponda nelle valutazioni fatte su tifoseria e ambiente. Tutto, oggi, è da leggere come semplice voglia di difendere quanto fatto fin qui dalla squadra e di chiedere sostegno unanime nel momento chiave di una stagione in bilico (per quanto surreale sembri) tra gloria e anonimato.