Le parole di Spalletti alla vigilia di Macedonia-Italia: chi sostituirà Chiesa?

Luciano Spalletti
Luciano Spalletti / Claudio Villa/GettyImages
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Domani sera, a Skopje, Luciano Spalletti farà il suo esordio sulla panchina della Nazionale. La gara contro la Macedonia del Nord non servirà solo per avvicinarsi al prossimo Europeo, ma anche per riguadagnare fiducia da parte dei tifosi italiani. Poco fa il Commissario Tecnico azzurro ha parlato sia in conferenza stampa sia direttamente ai microfoni della Rai:

Sui forfait di Pellegrini e Chiesa: "Le assenze non spostano nulla, non cambia niente. Noi abbiamo a disposizione 30 calciatori e ci fidiamo di tutti loro, ce ne sono anche altri. Poi è la prima volta che ho un Presidente che mi prende tutti quelli che volevo, non ho mai avuto un presidente così. Me li ha comprati tutti... Meglio di così, più tranquillo di così, come devo essere?".

Ancora sugli infortunati: "Sono cose che ci dispiacciono, ma poi abbiamo usato i metodi di un club. Non abbiamo insistito e al primo avvertimento di un piccolo problema li abbiamo lasciati liberi, potevamo pensare anche di forzare per martedì, ma abbiamo deciso di fare così perché abbiamo anche altri calciatori".

Chi prenderà il posto di Chiesa nel tridente? "Zaccagni è quello di ruolo, Raspadori lo sa fare perché anche a Napoli ultimamente ha giocato lì. E poi ce ne sono anche altri...".

Per domani conta solo la vittoria? Cosa le hanno dimostrato i giocatori?
"Domani sopra ogni altra cosa c'è un atteggiamento da tenere. Non dobbiamo mai sentirci vittime e dobbiamo andare alla ricerca di ciò di cui abbiamo parlato tutta la settimana, poi si spera sempre che il risultato sia una conseguenza. Noi abbiamo dei calciatori forti nella nostra Nazionale, abbiamo tutto ciò che ci vuole per fare un buon calcio. Bisogna essere un po' organizzati e su questo abbiamo speso molte ore del nostro tempo a Coverciano: dentro la corretta organizzazione c'è il fatto di lasciare spazio all'estro e alla fantasia del calciatori, queste cose non vanno mai ingabbiate. Nell'organizzazione la cosa difficile diventa non attaccare sempre o aspettare sempre, ma saper leggere i momenti della partita. L'importante è che tutti siano disponibili nell'essere un blocco squadra: ci saranno momenti in cui loro gestiranno la palla e noi dobbiamo essere nove giocatori al limite della nostra area. Bisogna far vedere un'idea di calcio che faccia innamorare tutti coloro che ci vogliono bene e hanno a cuore le sorti della Nazionale".