Leao ci sarà contro l'Inter? Il parere di un medico sportivo fa tremare il Milan
Rafael Leao ce la farà a recuperare per l'andata dell'Euroderby di andata di mercoledì sera? È la domanda più frequente nelle ultime ore, anche se la risposta che i tifosi del Milan si augurano di avere è ovviamente diversa rispetto a quella attesa da quelli dell'Inter, che sperano che il portoghese possa arrivare a San Siro solo per sedersi in tribuna.
A soli due giorni dall'attesissima partita è ancora impossibile pronosticare o meno la presenza di Leao. Per vederci meglio, il portale NumeroDiez ha interpellato il dott. Danilo Casali, esperto di prevenzione infortuni muscolari in ambito sportivo, il cui parere fa ben sperare proprio i nerazzurri.
Sull'entità dell'infortunio:
"Osservando le immagini della partita, il problema è insorto dopo la sua intensa azione avviata a metà campo, conclusa con la caduta dopo il contrasto del portiere avversario sulla palla. Ma nonostante la stessa caduta, non sembra che la coscia destra sia stata vittima di posizioni forzate che potrebbero collocare questo infortunio nella casella degli episodi traumatici sfortunati. L’infortunio di Leao dovrebbe rientrare quindi negli infortuni indiretti, in cui il muscolo va in sofferenza per sommatoria di sollecitazioni legate all’attività. Nello specifico, i muscoli adduttori hanno un ruolo rilevante nel calciare di piatto, ma soprattutto nella stabilizzazione delle anche e del bacino in ogni situazione di gioco ed un atleta molto veloce e tecnico attua richieste “estreme” a questa funzione stabilizzante“.
Ma quali sono i tempi di recupero?
"L’elongazione muscolare per l’adduttore lungo che ha colpito Leao è un trauma di media entità, sovrapponibile allo stiramento, ma meno grave dello strappo muscolare, in cui le fibrocellule muscolari sono ampiamente lese. La definizione precisa dei tempi di recupero è a carico del medico che ha posto la diagnosi, in possesso di tutti gli elementi per valutare tempistica e necessità effettive dopo gli esami del caso. Indicativamente e traducendo in giorni la stessa diagnosi diffusa dalla stampa, potrebbe stare fuori anche 20 giorni, ma dipenderà molto dall’evoluzione del quadro monitorato quotidianamente con l’ecografia. Se dopo le prime immagini post-trauma l’evoluzione nei giorni successivi ridimensiona il problema, questo tempo potrebbe anche ridursi sensibilmente".