Lo sponsor della Roma e le conseguenze sul nuovo stadio: le posizioni in ballo
Nuovo capitolo per quanto concerne la questione del nuovo stadio della Roma: il Campidoglio non ha particolarmente gradito - si legge su LaGazzetta dello Sport - la scelta del club giallorosso di appoggiarsi a Riyadh (diretta concorrente della Capitale per EXPO 2030) per la questione sponsor. Il primo cittadino Gualtieri non ha nascosto tutto il suo stupore, non mancano voci che criticano soprattutto il metodo. Adesso emerge l'impressione che la Roma sia tenuta a rispettare le prescrizioni fatte dall'amministrazione (al momento della concessione del pubblico interesse), in caso contrario potrebbero slittare i tempi dell'inaugurazione del nuovo impianto (fissata per il 2027, anno del centenario giallorosso).
Il presidente della Commissione Trasporti, Giovanni Zannolla, ha chiesto che il progetto sia portato a termine secondo le prescrizioni date alla Roma. Antonio Stampete, presidente della Commissione Lavori Pubblici, ha voluto invece criticare la scelta del club di affidarsi a “Riyadh Season”, visto il mancato rispetto dei diritti umani da parte dell'Arabia Saudita.
Non solo: il presidente della Commissione Sport Fernando Bonessio ha voluto inizialmente rincarare la dose definendo come una “mancanza di carineria e mancanza di chiarezza” la scelta della Roma, e tornando a parlare ai microfoni di Rete Sport ha inoltre sottolineato come nei primi quattro incontri del Dibattito Pubblico non siano stati affrontati dei problemi suggerendo delle modifiche, ma soltanto degli interventi di alcuni tecnici.
In difesa del club è sceso l'Assessore all'Urbanistica Maurizio Veloccia, che ai microfoni del Romanista ha affermato come sia del tutto inappropriato accostare la vicenda sponsor a quella del nuovo stadio e di come sia importante che l'impianto rispetti tutte le caratteristiche. Il Comitato del No di Pietralata ha scritto inoltre in un documento che il tentativo dell'amministrazione di caldeggiare il progetto come di pubblico interesse si ferma davanti all'incapacità di garantire un confronto. La Roma, adesso, sembra essere distante dall'intesa col Comune, nel frattempo la querelle non accenna a placarsi.