Loftus-Cheek racconta il nuovo Milan: l'impatto e le richieste di Fonseca
Il Milan di Paulo Fonseca, subentrato a Pioli dopo la fine della scorsa stagione, si sta preparando lontano dall'Italia in vista del nuovo campionato: la tournée statunitense dei rossoneri ha regalato fin qui risultati positivi e ha ovviamente il compito principale di far prendere confidenza coi dettami e le idee del nuovo tecnico. Ruben Loftus-Cheek, centrocampista rossonero, ha parlato a La Gazzetta dello Sport soffermandosi sulle prime impressioni sul nuovo tecnico e sulle sensazioni in vista della prossima stagione. Queste le sue parole:
Su Fonseca: “È un tipo molto positivo. Ci alleniamo durissimo, molto intensamente, e va benissimo. Ci incoraggia sempre a fare domande, vuole far passare i suoi concetti più in fretta possibile. Mi sembra molto umile, a contatto con la realtà".
Cosa chiede il nuovo tecnico: “Cose diverse. Stiamo facendo grandi passi, contro City e Real abbiamo giocato davvero un buon calcio e possiamo ancora migliorare in fretta. Noi centrocampisti dobbiamo giocare vicini per combinare. Come squadra vogliamo costruire dal basso, dobbiamo avere sempre delle opzioni per giocare la palla. In alcune situazioni mi trovo a essere il calciatore più avanzato, ma dipende dalle rotazioni. Ci muoviamo molto".
Prospettive: “Questo gruppo ha la spinta per fare meglio ogni anno, lo vedo chiaramente. Abbiamo un nuovo coach e crediamo in lui, sappiamo che cosa vuole e andiamo dritti con le sue idee. Dobbiamo avere fiducia nella squadra ma io voglio andare allenamento dopo allenamento, senza correre”.
L'arrivo di Morata: “È un top player, ha vinto tantissimo in carriera e avere un calciatore così può solo aiutarci. Non vedo l’ora di giocare con lui. Alvaro e Giroud sono simili perché hanno vinto tantissimo, hanno esperienza. Nel poco tempo che abbiamo condiviso a Londra, ho capito che Morata è una persona gentilissima e lavora duro: con uno così, non ti stupisci se arrivano i trofei. E poi è il capitano della Spagna, porta comunicazione e leadership. Sarà ottimo per noi. Non vedo l’ora che giochi qui e sia un leader per questa squadra".
Se si sente un leader: “Io non sono mai stato un grande parlatore in campo, mi piace guidare con l’esempio, prendere le mie responsabilità, dare una mano con il fisico. È una cosa differente".