Luis Figo: da idolo Blaugrana a leggenda Galàctica

Luis Figo
Luis Figo / FABRICE COFFRINI/Getty Images
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Come dicevano i sofisti, tutto è relativo; è difficile che qualcosa risulti universalmente bello o brutto, buono o cattivo, soprattutto se si tiene conto dei gusti e dei vari discrimini. Ma a volte ci sono cose di un talento ed una bellezza così fuori dal normale che si è, oggettivamente, obbligati ad affermarne la straordinarietà. È il caso di grandi opere d'arte, per esempio, basti pensare alla Sistina, alla Gioconda etc... Ed è anche il caso di alcuni personaggi. Ebbene tra questi si può affermare che vi sia anche Luis Figo. Al di là di chi lo vede come un traditore che ha lasciato il Barça per andare dagli acerrimi rivali del Madrid, il portoghese è di un talento indiscusso, che ha segnato una generazione e ha fatto sognare milioni di tifosi. Proprio come un bel quadro, lo si può amare o odiare ma senza dubbio si deve riconoscere la sua grandezza, e in questo caso il fatto che si possa inserire tra i migliori calciatori di tutti i tempi.

Luís Filipe Madeira Caeiro Figo nasce esattamente 48 anni fa (è nato il 4 novembre, ndr) ad Almada una città sita nella regione di Lisbona. È uno dei calciatori portoghesi più famosi e forti di sempre. Ala destra di ruolo, ha sempre spiccato per la sua mentalità da trascinatore e per i suoi dribbling. Dotato di una tecnica sopraffina, diventa un grandissimo uomo assist.

Dopo aver mosso i primi passi da giovanissimo in squadre locali, si fa notare subito e all'età di soli 12 anni supera il provino per entrare a far parte della Cantera dello Sporting. Subito dopo il suo esordio con il club della Capitale viene convocato dalla nazionale U-17. In quegli anni condivide lo spogliatoio con futuri campioni del calibro di Victor Baìa, Couto, Rui Costa e Sousa. Con questa squadra si laurea Campione d'Europa U-17 e Campione del Mondo U-20 nel 1991.

NICOLAS ASFOURI/Getty Images

A 23 anni è già una stella a livello europeo e aumentano i club pronti a fare ponti d'oro per lui. Ma la stella portoghese in quel periodo è sembrata interessata al calcio italiano. Interesse che gli costò numerosi grattacapi. Fu infatti sul punto di firmare sia con la Juventus che con il Parma. Il caso è passato alla storia per via della doppia firma sul precontratto con i due club italiani che si ritrovarono a rinunciare al calciatore per evitare conseguenze legali (lo stesso giocatore avrebbe rischiato la squalifica). Ad approfittare della situazione fu il Barcellona che acquistò il fuoriclasse dello Sporting.

Etsuo Hara/Getty Images

La prima stagione in maglia blaugrana non fu sicuramente entusiasmante. Il portoghese concluse la stagione senza titoli. Dal punto di vista personale realizzò 8 gol e 11 assist, tanto è bastato per conquistare la fiducia del tifosi del Barça. A partire dalla stagione 1996-97 avvenne il salto di qualità e le sue prestazioni si alzarono di livello, grazie anche alla presenza - in quel periodo - di Ronaldo (Il Fenomeno, si intende). La squadra giocava bene e si divertiva ma non riuscì a conquistare il trofeo più ambito: la Coppa dei Campioni. Con la maglia del Barcellona collezionò in totale 249 partite e 45 reti tra campionato e coppe, alzando due volte la Liga, due volte la Coppa del Re, una volta la Coppa delle Coppe oltre a una Supercoppa di Spagna e una Supercoppa Europea.

Etsuo Hara/Getty Images

Nell'estate 2000 avvenne il tradimento. Florentino Perez in vista delle elezioni per la presidenza del Real Madrid, promise ai tifosi blancos l'acquisto di Luis Figo dai rivali. Con la sua vittoria e la conquista della presidenza, Florentino Perez strappò il portoghese ai rivali del Barcellona per un investimento totale da 140 miliardi di vecchie lire, a quei tempi l'acquisto più caro di sempre. Dopo cinque anni Figo lascia i blaugrana passando per traditore.

Al Real Madrid vince la Champions League e soprattutto il Pallone d'Oro nel 2000, trofeo che lo consegnò all'Olimpo della gloria calcistica. Degno di nota fu il suo ritorno da avversario al Camp Nou per il Clasico del 23 novembre 2002, dove fu vittima di uno dei più celebri episodi di contestazione della tifoseria blaugrana, che scagliò una testa di maiale vicino alla bandiera del corner dove si trovava proprio il portoghese. Tuttavia in Blancos passò anni importanti, giocando con stelle del livello di Raul, Hierro e David Beckham.

Vittorio Zunino Celotto/Getty Images

Nonostante i 33 anni, l'Inter decide di acquistarlo nel 2005 insieme a Solari e già nel 2006 aiuta la squadra a vincere la Supercoppa Italiana contro la Roma, in rimonta. Con la maglia nerazzurra porta a casa altri trofei importanti, Scudetti compresi. Si ritira nel maggio 2009 dopo aver subito l'ennesimo infortunio.

Oggi è ambasciatore e Consigliere UEFA, ma è soprattutto una leggenda nei cuori degli appassionati di calcio che in lui hanno visto un professionista e non un mercenario, perché in fin dei conti Luis Figo è un'opera d'arte del calcio mondiale.


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