Maldini: "Theo al Milan può battermi". Poi racconta Kakà, Shevchenko e Weah
Da Theo Hernandez fino a Kakà. Sono tanti i temi trattati da, Paolo Maldini, direttore dell'area tecnica rossonera, nella lunga intervista rilasciata a MilanTV.
THEO - "Se Theo gioca un terzo delle sue partite nel Milan, mi batte: questo è chiarissimo; io non sono mai stato un bomber. Se mi dovesse superare ne sarei contento, perché godrei di questi gol. Theo è un terzino molto particolare: è un terzino assolutamente, ma quello che fa lui non lo fa nessun altro, soprattutto per la sua capacità di finalizzazione, di assist e di venire dentro il campo. Lui ha un po' rivisto l'idea moderna del terzino. Soprattutto il primo anno sembrava aspettasse il 70esimo per fare queste volate che hanno qualcosa di incredibile, soprattutto se si pensa che la finalizzazione o l'assist vengono dopo 70 metri di corsa con la palla al piede".
KAKÀ - "Kakà nella profondità e nel dribbling era un campione: ci ha risolto tante partite e l'ha fatto in maniera spettacolare. Devo dire che l'ha fatto molto spesso in partite importanti: quando c'era una gara importante, lui c'era, come tanti altri compagni".
SHEVCHENKO - "Sheva non aveva un dribbling secco, ma muoveva molto bene il corpo; per un difensore come me, i giocatori rapidi ma prevedibili potevano essere più facili da affrontare, ma quei calciatori sinuosi, che si muovevano in maniera più dinoccolata, ti mettevano più in difficoltà. Sheva era anche bello da vedere".
WEAH - "Lui non ha mai avuto una velocità straripante, ma aveva questa morbidezza nel dribbling che ti metteva fuori causa: aveva dei dribbling... non so dove li trovasse, erano solamente suoi. Probabilmente derivavano dal fatto di aver cominciato in campi molto brutti e quindi sapeva sfruttare ogni rimbalzo strano del pallone. Il mio non fu assist, ma essere presente in un gol come quello di George è bello: al di là dei colori, un gol del genere piace a tutti".