Malinovskyi lascia l'Atalanta: fine di un amore o rimpianto?
Era il 14 luglio 2019 quando all'aeroporto di Linate atterrava un ragazzo ucraino di 26 anni. Ruslan Malinovskyi indossava una polo bordeaux e dei pantaloncini beige. Lo zaino a tracolla e le due valigie lo facevano sembrare uno dei tanti turisti che vengono in Italia per godersi le sue bellezze; invece è stato uno dei tre acquisti che quell'estate l'Atalanta mise a segno in vista della prima storica partecipazione in Champions League.
I bergamaschi chiusero infatti la stagione precedente al terzo posto, confermandosi una società in netta ascesa all'interno del panorama italiano ed europeo. Per consacrarsi anche fuori dallo Stivale si sono così rivolti alla qualità di Luis Muriel, all'esperienza di Martin Skrtel e a questo trequartista ucraino che viene dal Genk, ma di cui si dice abbia un sinistro potentissimo.
Alla fine il difensore ex Liverpool si tirò fuori dopo un paio di allenamenti, mentre gli altri due non solo si resero protagonisti nell'ottima cavalcata europea culminata nei quarti di Champions, ma sono stati anche dei punti di riferimento nelle stagioni successive.
Tuttavia, proprio come qualsiasi favola che è destinata a finire, anche la Dea si è vista costretta a tornare coi piedi per terra. A distanza di due anni, il calcio champagne gasperiniano ha perso lo smalto e nemmeno Muriel e Malinovskyi non sono più così decisivi. L'Atalanta ha scelto di cambiare e Gasperini - come sempre - l'ha fatto senza guardare in faccia a nessuno. In estate a sbarcare a Linate sono stati il baby prodigio Hojlund e l'anglo-nigeriano Lookman, che hanno scalzato i due beniamini della tifoseria nelle gerarchie in campo.
Un calciatore però deve pensare al bene della propria carriera. Se a Muriel sta in qualche modo bene il ruolo da comprimario, Malinovskyi ha invece scelto di congedarsi da Bergamo. L'addio era nell'aria già dagli scorsi mesi, ma una notizia attesa è sempre destinata a far scalpore quando arriva. Così il popolo atalantino ha appreso con dispiacere il passaggio dell'ucraino al Marsiglia.
È un divorzio che fa contenti tutti: il giocatore, che con Tudor potrà sicuramente mettersi in mostra, l'allenatore, che non deve più gestire un trequartista importante ma ormai poco funzionale al gioco dell'Atalanta 2.0, e i tifosi che non ne potevano più di vedere il sinistro dell'ucraino in panchina.
Non è la prima volta che Gasperini sceglie di privarsi di quella che fino all'anno precedente era una pedina fondamentale della Dea. Il precedente eccellente Malinovskyi non sembrano esserci quelle scorie negative lasciate dall'addio dell'argentino. L'ex Genk e la squadra orobica si sono lasciati con la leggerezza di chi ha amato l'altro profondamente ma ha la maturità giusta per capire che il sentimento è scemato ed è dunque inutile portare avanti la relazione.
Malinovskyi deve ringraziare l'Atalanta per averlo messo in un contesto favorevole per le sue caratteristiche e averlo elevato a giocatore di caratura mondiale, mentre l'Atalanta deve ringraziare Malinovskyi per aver svolto un ruolo fondamentale nel periodo più florido della su storia. Come si evince dal video d'addio pubblicato su Instagram non c'è astio tra le parti, ma solo riconoscenza reciproca.