Manchester United: CR7 e lo spogliatoio insofferente verso Solskjaer

Ole Gunnar Solskjaer, Manchester United
Ole Gunnar Solskjaer, Manchester United / Michael Regan/GettyImages
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Il Manchester United sembra sull'orlo di una crisi di nervi tra i risultati che non arrivano ed una gestione della squadra che scontenta tutti.

Al mister erano state date le due partite di Champions League - andata e ritorno con l'Atalanta - e le sfide in Premier con Tottenham e City per risollevare la squadra. Il risultato? Sesto posto in Premier e una distanza di 9 punti dal Chelsea (e CR7 a salvare la situazione in Europa).

Il periodo nero dei Red Devils

Dopo la sconfitta contro il Liverpool il tecnico norvegese parafrasò Churcill definendo la sconfitta per cinque reti a zero il Giorno più buio.

In realtà quella sarebbe stata solo la punta dell'iceberg per lo United. Sì perché dopo quella prestazione erano stati affidati tre gettoni all'allenatore: le due sfide in Premier e la gara in Champions.

Andando con ordine gli uomini in Rosso guidati da CR7 avevano provato a rimettere il treno nei binari giusti, infatti contro il Tottenham sono arrivati tre gol e altrettanti punti.

Nella gara di ritorno contro l'Atalanta, invece, le sensazioni sono state ben altre con una squadra ancora in balia dell'avversario e il portoghese ancora una volta salvatore della patria. Dalle parti di Old Trafford i sentimenti sono contrastanti con una tifoseria divisa tra sostenitori e detrattori di Solskjaer.

Come se non bastasse è arrivata la sconfitta anche nella partita più sentita. Il Derby di Manchester ha confermato le difficoltà di un team che fatica a costruire gioco. Gli uomini di Guardiola hanno surclassato sotto tutti i punti di vista i cugini rivali.

Lo spogliatoio in rivolta

Le difficoltà non sono solo in campo ma anche e, soprattutto, all'interno dello spogliatoio. Luogo in cui tutti i dubbi e le paure vengono fuori. I terrori hanno come portavoce due portoghesi perni del progetto tattico: Bruno Fernandes e Cristiano Ronaldo.

Il primo lamenta poca considerazione da parte dell'allenatore e del suo staff con conseguenza una minima quantità di palloni ricevuti durante i 90 minuti. Questo è ampiamente visibile in campo con Bruno Fernandes costretto a venire a prendersi la palla in zone che non gli competono.

L'altro pilastro è il fenomeno di Madeira preoccupato dell'involuzione che la squadra sta attraversando. Quando è tornato a casa, la sua Manchester, pensava di trovarsi di fronte una squadra ricca di talenti e pronta a fare incetta di trofei nazionali ed europei. La realtà invece è ben diversa con un club che fatica a seguire i dettami tecnici dell'allenatore e una leadership messa in discussione in ogni match finora disputato.

Ci sono poi altri giocatori che lamentano la gestione del norvegese reo di essere troppo morbido e favorire alcuni calciatori in rosa. Queste non sono solo voci, ma trovano dei risconti nei fatti: sabato contro il City il tecnico ha messo in campo Rashford, entrato al 70', reduce da due allenamenti saltati per influenza.

I problemi insomma non sono solo per Solskjaer ma anche per il suo più grande estimatore Sir Alex Ferguson. L'ex manager dello United non solo aveva garantito per lui ma in caso di disfatta avrebbe dovuto proporre una lista di possibili sostituti. Ora Conte è stato depennato, il nome in lista potrebbe essere quello di Zidane.

Vedremo come si evolverà la situazione ma una cosa sembra certa: lo spogliatoio è sul piede di guerra.


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