Mancini cambia modulo: scelta d'emergenza o nuova risorsa per la Nazionale?
Negli allenamenti dei giorni scorsi, Roberto Mancini ha provato a ripartire da zero. Per la stagione 2022/23 uno degli obiettivi della Nazionale è dimenticare la mancata qualificazione a Qatar 2022 e per riuscirci il commissario tecnico non ha solo puntato su un gruppo di giocatori rinnovato, ma starebbe meditando perfino di cambiare modulo, abbandonando quel 4-3-3 che ci ha regalato sia grandi gioie sia sofferenze che difficilmente riusciremo a dimenticare per passare a un 3-5-2 che suona come una rivoluzione copernicana. Ma è davvero così?
Siamo sicuri infatti che la scelta di adottare un nuovo sistema di gioco sia dettata dalla volontà di portare una boccata d'aria fresca in uno spogliatoio che ormai puzza di stantio? Oppure è solo una maniera di nascondere sotto il tappeto problematiche più profonde, come la mancanza di attaccanti di ruolo e le ataviche difficoltà nel trovare la via della rete?
Un gruppo ferito
Come dicevamo poco fa, tra i giocatori che si sono aggregati al ritiro di Coverciano ci sono diversi volti nuovi. Si va da Gatti a Cancellieri, passando per Mazzocchi e il giovane Esposito, convocato all'ultimo minuto a causa del forfait di Pellegrini. Bisogna poi considerare l'addio alla Nazionale - ufficioso o ufficiale - di ex colonne portanti degli Azzurri come Insigne, Bernardeschi e Chiellini, volati in un campionato calcisticamente esotico come l'MLS.
In casi come questi, devono essere i veterani a far sentire gli esordienti a loro agio per facilitarne l'ambientamento in Nazionale, ma nemmeno i senatori sembrano passarsela meglio di questi tempi. Jorginho convive ancora con i demoni dei rigori sbagliati contro la Svizzera; Immobile si porta sulle spalle da tempo la croce di non segnare abbastanza con la maglia azzurra; Bonucci potrebbe avere la testa rivolta alla Juventus e al suo allenatore Massimiliano Allegri, con il quale il feeling pare ai minimi storici. Insomma, Roberto Mancini di certezze non ne ha molte ma per mandare un segnale agli italiani deve inventarsi necessariamente qualcosa.
Poche soluzioni
Nella conferenza stampa che ha inaugurato il ritiro dell'Italia, Mancini si è lamentato ancora una volta della mancanza di giovani. Il motivo è da ricondurre ai club di Serie A, sempre più propensi a puntare sugli stranieri piuttosto che scommettere sui vivai. In passato il ct aveva manifestato un certo entusiasmo nel vedere alcuni talenti fare le valigie per trasferirsi in campionati stranieri ma le cose non stanno andando per il verso giusto.
Gianluca Scamacca, ossia quello che è considerato il centravanti della Nazionale del futuro prossimo, non gioca con continuità al West Ham e, nonostante i due gol in Europa League, in Premier non riesce a ritagliarsi un minutaggio consistente.
Che Lorenzo Lucca non sarebbe stato da subito protagonista con l'Ajax lo potevamo già intuire. D'altronde, quando passi dalla Serie B a uno dei club più prestigiosi d'Europa, è lecito andarci coi piedi di piombo. Pertanto, l'ex Pisa deve prima convincere con la squadra B prima di giocarsi le sue carte in Eredivisie.
Il problema dell'Italia con il gol non sembra avere soluzioni. Almeno per il momento non sembra esserci un giocatore pronto a prendersi la squadra sulle spalle e a decidere le partite con le sue reti. Ed è per questo che Mancini sta cercando di ovviare all'assenza di qualità con un surplus quantità.
Il 3-5-2 è la soluzione?
Un attaccante non basta? Allora schieriamone due! Dato che con il 4-3-3 la punta non riesce ad avere molte occasioni di metterla in porta, il commissario tecnico starebbe pensando di affiancargli un altro centravanti, magari più rapido, per alleggerire le spalle di Immobile da tutto il peso offensivo.
Mancini è andato così a rispolverare Manolo Gabbiadini, un giocatore che non è titolare nemmeno nella Sampdoria ultima in classifica ma che in carriera ha saputo sorprenderci tirando fuori dal cilindro conclusioni estemporanee. Potrebbe essere lui ad affiancare il capitano della Lazio con l'Inghilterra; altrimenti si opterà per la pista più sicura, ossia quella che conduce a Giacomo Raspadori, reduce da un paio di partite più che convincenti con il Napoli.
La formazione con cui Roberto Mancini potrebbe schierare gli Azzurri a San Siro non ci convince affatto. Tuttavia in casi come questo bisogna fare di necessità virtù: quando in rosa non ci sono molti giocatori di qualità e quei pochi che hai a disposizione non sono neanche in forma, ci si deve adattare e sperare che le situazioni di difficoltà possano rivelarsi occasioni per percorrere nuove vie.
Segui 90min su Instagram.