Mancini ricorda l'amico fraterno Vialli e torna sulla notte di Wembley

Vialli e Mancini
Vialli e Mancini / Claudio Villa/GettyImages
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Roberto Mancini, ct della Nazionale italiana di calcio, ha voluto ricordare attraverso una lunga intervista al Corriere dello Sport Gianluca Vialli (stroncato a 58 anni da un tumore al pancreas). Il ct degli azzurri parla a tutto tondo: dall'ultimo incontro fino alla notte magica di Wembley. Ecco quanto affermato.

Il ricordo: "Ho perso, dopo Sinisa, un altro fratello. Gianluca uomo perfetto e coraggioso. Ringrazio Gravina: lo ha voluto con noi all’Europeo Wembley era nel nostro destino". 

Sull'ultimo incontro: "Luca rideva, abbiamo scherzato. Gli ho detto che alla Samp prendeva uno stipendio più alto del mio. Il presidente lo pagava più di me. A Mantovani piaceva così". 

Gianluca Vialli and Roberto Mancini head coach of Italy...
Gianluca Vialli e Roberto Mancini / Insidefoto/GettyImages

Dalla Sampdoria fino alla Nazionale: "Dopo pochi giorni dall’addio di Sinisa, ho perso un altro fratello. Anzi, un fratellino, come amavo chiamarlo, perché ci siamo incontrati a 16 anni e non ci siamo mai più lasciati.Tutto il cammino insieme. Giovanili azzurre, Nazionale, la Samp, le gioie, i dolori, i successi e le sconfitte. E poi le due notti di Wembley. In una abbiamo pianto insieme per il dolore e per l’amarezza, tanti anni fa. Nell’altra abbiamo pianto di gioia, come se fossimo stati uniti dal destino, prima della sua scomparsa. Gianluca era il migliore di tutti noi, un centravanti completo, un uomo perfetto e coraggioso. Ho sperato a lungo che potesse diventare il presidente della Sampdoria, avrebbe aperto una storia meravigliosa come quella da calciatore.Per me è stato un privilegio essere suo amico e suo compagno di squadra e di vita". 

Sul ruolo di Vialli durante l'Europeo: "Ringrazio il presidente Gravina. Lo ha voluto in Nazionale e ne sono stato felice. Ha avuto un ruolo decisivo per la conquista del titolo europeo. I giocatori lo amavano. Gianluca ha avuto la forza e ci ha dato un coraggio che non conoscevamo e che lui usava per combattere la malattia tanto da starci accanto fino a che ha potuto. Mando un abbraccio grande alla moglie, alle figlie, ai genitori, ai fratelli e alle sorelle. Saluto un altro fratello, dopo Sinisa, ma con la sua forza andrò avanti per dedicargli qualcosa di importante che io e lui sognavamo da una vita". 


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