Marcus Rashford: l'uomo oltre il calciatore
Classe 1997, nato e cresciuto, sia come uomo che come calciatore, a Manchester, Marcus Rashford è uno dei migliori talenti del calcio inglese e mondiale. Ormai in pianta stabile nell'11 titolare dei Red Devils, di cui indossa anche la maglia numero 10 (maglia pesante dalle parti di Old Trafford, Rooney, Ibrahimovic, Van Nistelrooy e Sheringham sono solo gli ultimi nomi illustri che l'hanno indossata), Marcus ha fatto innamorare con la sua velocità, finalizzazione e forza fisica allenatori, tifosi e calciatori. Rashford è anche un calciatore molto versatile: è infatti in grado di ricoprire alla perfezione tutti i ruoli dell'attacco. Ma andiamo con ordine. Cresciuto nelle giovanili dello United, il suo esordio ufficiale risale al 25 febbraio 2016, quando l'allora allenatore Van Gaal lo lancia titolare a Old Trafford contro il Midtjylland. Marcus realizza una doppietta all'esordio che lo catapulta già nella storia, diventa infatti il più giovane della storia del Manchester United a segnare in un match europeo, superando un nome mica casuale, George Best.
Lo splendido esordio europeo, gli vale l'esordio anche in campionato. Appena tre giorni dopo Rashford fa il suo esordio in Premier League contro l'Arsenal. Risultato? Doppietta all'esordio decisiva per il 3-2 finale per i Red Devils. Qualche settimana dopo, nella stracittadina contro il City, sarà decisivo segnando il gol dell'1-0 finale, diventando il più giovane a segnare nel derby di Manchester. La stagione d'esordio per Marcus si conclude così con 11 presenze, 5 reti e la vittoria dell'FA Cup. A fine stagione arriva anche la chiamata della nazionale e Rashford fa il suo ennesimo esordio con gol nell'amichevole di Sunderland contro l'Australia, che gli inglesi vinceranno 2-1. Successivamente verrà anche inserito nei 23 che prenderanno parte a EURO 2016, ma nella competizione giocherà pochissimi minuti da subentrato, diventando però il più giovane della storia a giocare un Europeo con la nazionale inglese.
Stagione nuova, allenatore nuovo. Nel 2016-17 Mourinho diventa l'allenatore del Manchester United, ma Rashford resta comunque un giocatore importante. Pur spesso da subentrato, tra campionato e coppe Rashford gioca 53 partite e segna 11 reti, portandosi anche a casa l'Europa League e la Coppa di Lega. La stagione successiva arriva l'esordio in Champions League, e ovviamente non può non timbrare il cartellino all'esordio nella massima competizione europea. Suo infatti il gol del definitivo 3-0 al Basilea. Anche nel 2017-18 il suo bottino è positivo, 52 presenze e 13 reti tra tutte le competizioni. A fine stagione prenderà parte ai Mondiali di Russia. La svolta per Marcus arriva nella stagione 2018-19, precisamente dopo l'esonero di Mourinho e l'arrivo di Solskjaer sulla panchina. Doppia cifra stagionale in Premier con 10 reti in 33 presenze e gol qualificazione allo scadere contro il PSG durante gli ottavi. Il suo score complessivo stagionale recita 47 presenze e 13 reti.
La stagione 2019-20 in termini di rendimento fino ad oggi è la sua miglior stagione. 17 centri in Premier in 31 presenze, tra campionato e coppe le presenze sono 44 e le reti 22, in pratica un gol ogni due partite. Rendimento che punta a migliorare ulteriormente in questa stagione. Punta alla doppia cifra in campionato, 9 reti già segnate sulle 18 totali. Altri 6 centri in altrettante partite li ha fatti in Champions, dove lo United non è andato oltre il terzo posto nel girone, e si deve accontentare dell'Europa League, in cui sfida il Milan negli ottavi. Dunque all'età di 23 anni Marcus Rashford sembra essere un predestinato. 253 presenze in carriera e 85 gol con il Manchester United, 40 presenze e 11 gol con la nazionale inglese, numeri impressionanti ad un età impressionante e non mancano paragoni con i più grandi della storia del calcio e dello United.
Se fino ad oggi Rashford in campo si è comportato benissimo, fuori dal campo ha fatto ancora meglio. Durante la piena pandemia Covid-19, Rashford avrebbe potuto fare ciò che i suoi colleghi facevano durante il lockdown, cioè riposarsi in casa godendosi famiglia e beni. Marcus però non dimentica da dove è venuto e la sua infanzia povera e difficile, difatti comincia una battaglia per aiutare i bambini poveri durante la pandemia, facendo in modo che questi avessero pasti regolari. In un periodo oggettivamente difficile, Rashford con ingenti donazioni, con la sua popolarità sui social e con l'aiuto dell'associazione benefica FareShare si è impegnato a donare milioni di pasti per le categorie più in difficoltà, andando spesso anche contro il governo. Governo stesso che non resterà silente dinanzi alle azioni del calciatore, tanto che la Regina d'Inghilterra stessa nomina Marcus come Membro dell'Impero Britannico, impresa ancor più sensazionale se si pensa alla giovane età del calciatore, che lo è divenuto ad appena 22 anni. Il suo impegno è stato qualcosa di eccezionale, addirittura c'è chi dice che il suo intervento durante la pandemia sia stato più efficace di quello di alcuni leader politici, difatti lo stesso Rashford ha scritto più volte al ministro Johnson affinché quest'ultimo si rendesse partecipe e aiutasse i bisognosi.
Insomma, se Marcus Rashford come calciatore sta facendo la differenza, come uomo si può certamente dire la stessa cosa. Il suo impegno fuori dal comune è stato utile per mobilitare i suoi colleghi e allo stesso tempo utile per svegliare e sensibilizzare il governo nei confronti dei più deboli. Se si pensa alla sua giovanissima età i suoi gesti assumono ancor più importanza. Nonostante il suo status privilegiato, Rashford si è messo alla pari con i più deboli, con chi non possiede nulla, dando il meglio di sé e riuscendo a farsi amare da una nazione intera, oltre che dai suoi tifosi.
Il comportamento di Rashford in questo periodo ci lascia ben sperare per il futuro e ci dimostra ancora una volta quanto prima del denaro vengano la salute e la felicità, e questo, Marcus che viene dal nulla, lo sa benissimo. Caro Rashford ciò che hai fatto e stai facendo in campo e fuori ti fa onore, e noi possiamo solo augurati un grosso in bocca al lupo per il futuro e ringraziarti per tutto ciò che stai facendo per l'umanità. E grazie soprattutto per averci insegnato una cosa certamente fondamentale: c'è prima l'uomo, dopo il calciatore.
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