Maresca-Kompany, gli azzardi delle big in panchina: un cambio di approccio

Un cambio di approccio evidente nelle squadre più importanti d'Europa.
Maresca
Maresca / George Wood/GettyImages
facebooktwitterreddit

Le big cercano da sempre di contrattare i migliori giocatori al mondo, che siano giovani o affermati è indifferente. Le campagne acquisti si articolano tra prestiti con diritto e obbligo di riscatto, parametri zero eccellenti e investimenti futuribili e ambiziosi. Per quanto concerne i calciatori non c'è mai quello stupore che accompagna invece alcune coraggiose scelte in panchina.

E i motivi sono sostanzialmente due. Il primo è che il ruolo di allenatore, anche se contornato da un sempre crescente numero di componenti dello staff, è solo uno e sono ancora molti i sostenitori del filone narrativo secondo cui la guida tecnica vale almeno il 50% del rendimento della squadra. Il secondo motivo è che nessuno si impressiona più se un ipotetico Chelsea investe 100 milioni per Mudryk, Gabriel Martinelli, Heung-min Son o Serge Gnabry.

Se invece, con tanti allenatori disponibili sul mercato, una big decide di puntare su un emergente considerato ancora un'incognita dall'opinione pubblica, l'incredulità si trasmette di bocca in bocca e i dubbi sul prossimo futuro aumentano in fretta.

Le scelte di Bayern Monaco e Chelsea

Si tratta del nuovo assetto del calcio contemporaneo che, nonostante certezze come Zidane, Klopp, Tuchel, Conte, Allegri, Sarri, Mourinho siano disponibili, sceglie di operare un taglio netto con il passato affidando la propria fiducia agli allenatori emergenti. Decisioni che probabilmente si basano sugli esempi positivi principali offerti dagli ultimi anni delle competizioni europee.

L'emergente Xabi Alonso ha appena ottenuto un double storico con il Bayer Leverkusen, sfiorando la stagione perfetta a soli 18 mesi dal suo arrivo in Germania. Mikel Arteta ha riportato l'Arsenal a sognare la Premier League con 89 punti in classifica, mentre il Barcellona è tornato alla vittoria della Liga con Xavi Hernandez e in Italia Thiago Motta ha esaltato al punto da trascinare il Bologna in Champions League, e a breve inizierà il suo percorso alla Juventus. Scelte ardite la cui mole tende a normalizzare in un processo di cambiamento evidente.

Abbiamo assistito alla fine dell'era Messi-Ronaldo, all'esodo dei campioni verso l'Arabia Saudita, a un ricambio generazionale tra i migliori calciatori degli anni 10 del XXI secolo e quelli odierni. Ora, stiamo assistendo alla stessa cosa, ma per quanto concerne gli allenatori. I fenomeni Ancelotti e Guardiola vanno ovviamente esclusi da questo discorso, la cui direzione appare abbastanza chiara.

Il Bayern Monaco non ha digerito una stagione senza titoli che mancava da oltre una decade. L'ottima Champions League non è bastata a proseguire con Thomas Tuchel in panchina e la dirigenza ha guardato in Inghilterra. Tra i tanti allenatori che un club come quello bavarese avrebbe potuto convincere, sembra aver nettamete virato su Vincent Kompany.

Vincent Kompany
Tottenham Hotspur v Burnley FC - Premier League / Catherine Ivill - AMA/GettyImages

Ritiratosi nel 2020, l'ex capitano del Manchester City e della Nazionale belga, ha subito cominciato la sua carriera da allenatore-giocatore dell'Anderlecht, guidato per circa novanta partite. Due anni in Belgio e poi la chiamata dall'Inghilterra, precisamente dal Burnley. Una fantastica stagione da 101 in Championship culminata con la promozione in Premier League; un mercato ambizioso, come accade a molte realtà inglesi, ma poi l'amaro verdetto del campo. Retrocesso con 24 punti in 38 giornate, al 19° posto nel campionato migliore al mondo. Sicuramente il Bayern avrà visto in Kompany una progettualità e dei margini importanti se è disposto a versare oltre 10 milioni nelle casse del Burnley per trascinarlo in Bundesliga. Sicuramente si tratta di un'interruzione brusca con il modus operandi delle big nel recente passato.

Discorso che possiamo trasferire anche al Chelsea. Dopo l'apice raggiunto con la Champions League vinta da Thomas Tuchel nel 2021, i blues hanno vissuto un crollo devastante mentre costruivano la squadra del presente e del futuro inglobando in rosa i giovani più promettenti al mondo a suon di centinaia di milioni. Nè Graham Potter nè Mauricio Pochettino sono riusciti a far fruttare tutto il potenziale e a restituire lustro alla squadra londinese, che ora sembra puntare con forza su Enzo Maresca, fresco vincitore della Championship con il Leicester. Un salto che non è più troppo grande se pensiamo agli esempi positivi citati sopra.

A propiziarlo è l'essere stati guidati da Pep Guardiola nel percorso di formazione, se non da allenatori almeno da calciatori. Il genio catalano continua a dominare il calcio e i suoi lasciti sono già evidenti nella contemporaneità. Aver lavorato al suo fianco è un qualcosa che i Top Club iniziano a guardare e valutare seriamente; a riferirlo sono i nuovi equilibri delle big europee.

feed