Marotta prende le distanze da possibili favoritismi e rivendica i meriti dell'Inter

Le dichiarazioni di Giuseppe Marotta, ad dell'Inter, nella sede della Lega Serie A.
Giuseppe Marotta
Giuseppe Marotta / MARCO BERTORELLO/GettyImages
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L'Inter, nell'ultimo turno di campionato, ha battuto il Verona per 2-1: a decidere la sfida ci ha pensato Davide Frattesi al 94'. Il centrocampista nerazzurro si è lasciato andare poi in un'esultanza sfrenata per il gol in zona Cesarini, ma non sono mancate le polemiche per un intervento ai limiti della regolarità di Alessandro Bastoni non sanzionato dal direttore di gara. Il ds degli scaligeri, Sean Sogliano, ha gettato benzina sul fuoco criticando l'operato degli addetti alla sala VAR e chiedendo rispetto per un Verona che - nonostante la beffa nel finale - è uscito a testa alta dalla Scala del Calcio. Nella giornata odierna sono arrivate le dichiarazioni dell'amministratore delegato interista Giuseppe Marotta: il dirigente dell'Inter ha parlato nella sede della Lega Serie A sottolineando come gli attacchi al club di Viale della Liberazione debbano essere estesi anche alle altre squadre. In seguito parole anche sul Decreto Crescita.

Sui meriti del club interista e sul primato: "Sono qui per fare un consuntivo, perché dopo sei mesi sia giusto fare un punto. Penso sia giusto riconoscere i meriti dell'Inter, di essere primi meritatamente in Serie A. Frutto di una cultura del lavoro applicata in modo intenso, di un grande senso di appartenenza da parte dell'allenatore, dei giocatori, di solidità da parte della società, di un patrimonio indiscutibile rappresentato dai nostri tifosi. Le statistiche certe volte aiutano a valutare oggettivamente i fatti, le statistiche dicono che siamo primi con 48 punti, 15 vittorie, una sola sconfitta, miglior differenza reti, miglior attacco, miglior difesa. Vuol dire che siamo autorevolmente in testa alla classifica", riporta Calciomercato.com

Sulle polemiche: "Le polemiche, o meglio le critiche, devono investire l'intero molto del calcio italiano. Fanno parte della vita, bisogna saperle gestire e accettarle. Credo che l'introduzione del VAR sia stata invocata da tutti, dobbiamo sottolineare come il VAR non sia stato preso come strumento per debellare definitivamente gli errori degli arbitri, ma semplicemente per ridurli e da questo punto di vista credo che l'obiettivo sia stato colto. Poi al termine della stagione ogni società deve mettere sul piatto della bilancia pro e contro e valutare, ma chiaramente se la soggettività esiste esiste anche l'errore, esiste l'errore di un essere umano che è l'arbitro ma non mi addentro in questo. Io credo e sono certo che alla fine della stagione la squadra migliore vincerà il campionato".

Sempre sulle considerazioni post-Verona: "Non voglio entrare in polemica e in queste considerazioni capziose. Dico solo che dalla mia c'è esperienza nel saper gestire situazione, lungi dal pensare che una società, in questo caso l'Inter, possa essere condizionata da favoritismi. Questo lo rimandiamo al mittente. Non ho colto da parte della critica un sentimento del genere, ma rimarco ancora una volta come i meriti siano frutto di una squadra che ha alle spalle una società forte".

Sempre sui meriti: "La mia non è una necessità di difendere l'argomento arbitri, era quella di puntualizzare i meriti dell'Inter ottenuti sul campo. Poi mi sembra che la polemica anche ieri si debba estendere ad altre partite, non solo la nostra. Capita, non sto qui a elencare eventuali torti o errori a nostro svantaggio, non è il modo di fare dell'Inter. Ripeto, alla fine vincerà la squadra migliore sotto tutti i punti di vista, non si può e non si deve parlare di favoritismi. E il mio ruolo di oggi non è quello, ma semplicemente fare un consuntivo, coincidenza vuole che proprio ol termine del girone d'andata capiti in questo lunedì. Ma ci tengo anche a sottolineare come essere campioni d'inverno sia una vittoria di Pirro, solo platonica. Conta tagliare il nastro d'arrivo al termine del girone di ritorno".

Giuseppe Marotta
Giuseppe Marotta / Nicolò Campo/GettyImages

Sul Decreto Crescita: "Mi ero espresso personalmente poco dopo l'abolizione e lo riconfermo. Il Decreto Crescita poteva essere utilizzato con criteri applicativi differenti, ma rappresenta una sconfitta per il mondo dello sport. Il livello competitivo delle nostre squadre, non solo in Italia ma a livello europeo, decresce. Il fatto che vengano intaccati i vivai è un falso problema. Credo invece che lo spettacolo offerto ogni domenica dalle nostre squadre sia un patrimonio tecnico ma anche una fonte di ricavi che può essere valorizzata al meglio. In questo momento il calcio come industria deve riconoscerlo".

Sul tono contro l'Inter: "Io sono più di 40 anni che sono nel calcio e ogni anno vengono analizzati episodi a favore e sfavore di questa e quella società. Prima c'era l'occhio dell'arbitro e non c'era il VAR, oggi c'è e si continua a fare polemica. Fa parte del gioco. Metaforicamente oggi siamo una lepre e una lepre deve saper schivare anche le fucilate dei cacciatori, fa parte del ruolo e dell'esperienza, nell'ambito di una trasparenza e di una competenza che deve essere sempre riconosciuta".