Martinez Quarta, lo spazio e l'ispirazione di Milan-Steaua dell'89
"Martinez Quarta nello spazio", potrebbe essere in effetti il titolo di un'epopea fantascientifica ma, al contrario, si tratta oggi di una questione più pratica e concreta che mai, niente che ci costringa a intraprendere voli pindarici o a spingerci troppo in là con la fantasia. Si tratta di uno dei numerosi stratagemmi che Vincenzo Italiano, di volta in volta, si trova a percorrere per la sua Fiorentina: niente che lo elevi al grado di guru (posizione che lo stesso Italiano rifiuggirebbe) ma una nuova tappa di un percorso spesso virtuoso di recupero di giocatori finiti un po' nel dimenticatoio, ritenuti talvolta alla stregua di esuberi o, per certi versi, persino snobbati.
Dalla cessione scontata alla rinascita
L'estate di Lucas Martinez Quarta non è stata quella del separato in casa, se non altro per un atteggiamento sempre professionale e rispettoso nei confronti del club, ma le voci di mercato sembravano davvero pronte a tramutarsi in qualcosa di più concreto: l'imperativo di casa viola del resto appariva chiaro, quello di individuare un centrale mancino titolare da affiancare a Milenkovic (con Ranieri che, di fatto, sarebbe stata la riserva del nuovo arrivato). Si è citato a lungo Sutalo, poi finito all'Ajax, e sono emersi nomi altrettanto costosi in alternativa al croato ma - nei fatti - tutto è rimasto invariato e Quarta, a lungo promesso sposo del Betis, è rimasto a Firenze per giocarsi le proprie carte e per convincere Italiano a dargli fiducia.
Un lieto fine tutt'altro che scontato questo, pensando anche al modo in cui il tecnico viola ha sottolineato certi cali di concentrazione da parte del Chino, momenti di appannamento in grado di mettere in difficoltà la squadra. Non si trattava, insomma, di un rapporto logorato con la piazza ma del riconoscimento di un problema che impediva all'argentino di esprimere tutto il proprio potenziale, tanto da diventare sacrificabile sul mercato (al pari di Igor).
E proprio il profilo di Igor ci può tornare utile per ricordare un'altra delle novità che hanno contraddistinto Italiano nella scorsa stagione, l'avanzamento dello stesso brasiliano in fase di possesso, rendendo l'ex SPAL un elemento aggiunto per il palleggio viola, a tutti gli effetti una fonte di gioco inattesa: emblematica la prova di Igor a San Siro contro l'Inter, prima tappa di questo esperimento tattico poi ripetuto anche in seguito, con Dodò e Biraghi pronti ad accentrarsi e uno dei due centrali chiamato ad avanzare. In quel caso si parlò di centrale con compiti da regista aggiunto, seguendo il mantra di Italiano, quel desiderio di vedere tutti i componenti della squadra tirar fuori la loro anima "da regista" e partecipare attivamente alla costruzione, con coraggio e idee chiare.
Centrali che partecipano: esplorando lo spazio
Pensando all'evoluzione di Martinez Quarta, riconosciuta anche dal tecnico nel post-partita di Fiorentina-Cagliari, possiamo ripercorrere solo in parte quel tipo di soluzione e ci spingiamo invece oltre. A conti fatti, anche al di là dei due gol consecutivi trovati contro Atalanta e Udinese, possiamo scoprire nel gioco di Quarta un'indole che si allontana anche da quella del centrale utile in fase di costruzione: l'atteggiamento è ancor più audace e offensivo, vedendolo pronto ad attaccare lo spazio quando se ne presenta l'occasione, palesando una sorprendente intelligenza tattica oltre che coraggio e qualità col pallone al piede (doti già più riconosciute e non da oggi).
Non soltanto, dunque, la testa di chi vuole partecipare attivamente alla costruzione ma la possibilità di diventare un'arma offensiva, di inserirsi negli spazi arrivando ben oltre la trequarti, trovandosi nelle condizioni di arrivare al tiro. Qui si scoprono poi una freddezza e una precisione che spostano ulteriormente il livello di sorpresa, aspetti ben visibili osservando i due gol messi a segno in campionato: fin qui Martinez Quarta, tra l'altro, è il secondo difensore in Serie A per tiri nello specchio, meglio di lui ha fatto solo Dimarco (ma parliamo del resto di un esterno, chiamato spesso a spingere e dotato di un gran sinistro).
Le due reti contro Atalanta e Udinese, insomma, dimostrano quanto l'argentino sappia sfoderare colpi da vero attaccante, eludendo i luoghi comuni sul classico gol da difensore, sulla possibilità di rendersi pericoloso soltanto sugli sviluppi di un calcio piazzato, puntando solo sulle doti fisiche e lo stacco. Al contempo, soffermandosi sull'aspetto prettamente difensivo, si sottolinea come Quarta riesca ad aggredire alto l'avversario, riuscendo spesso a intervenire con successo e permettendo ai viola di ripartire in zone già pericolose del campo.
L'ispirazione di Italiano: Milan-Steaua
Un ulteriore aspetto da sottolineare, premiando i progressi di Quarta e riconoscendo questa sua nuova veste, parte proprio da un input di Italiano e da una vera e propria ispirazione. Non può certo sorprendere che un tecnico si rifaccia al Milan di Sacchi come modello di riferimento, sarebbe come stupirsi se uno studente di regia stimasse Kubrick, ma Italiano è andato più nello specifico e - spiegando il modo di Quarta di attaccare lo spazio - ha citato Milan-Steaua Bucarest del 1989, finale di Coppa dei Campioni.
"Baresi, Costacurta e tutti i difensori salivano di reparto per guadagnare metri ed era uno spettacolo da vedere. Martinez Quarta ha licenza di spingersi per farci venir fuori e io non posso che dargli fiducia" ha spiegato il tecnico viola a Sky, entrando nel merito di questa curiosa e suggestiva ispirazione, di questo nuovo abito che sembra adattarsi perfettamente alle qualità dell'argentino, riportandolo al centro del mondo viola contro ogni pronostico di inizio stagione.