Il mercato non ha dato la spinta alla Fiorentina: Malcuit e Kokorin, numeri di un impatto nullo

Kokorin in viola
Kokorin in viola / Gabriele Maltinti/Getty Images
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Un vizio naturale, quasi ossessivo nella sua ripetizione nel calcio, è quello di percepire il mercato (estivo e invernale che sia) come la proverbiale manna dal cielo: una squadra palesa dei difetti, non rende, ha delle lacune e tutti son lì che aspettano il colpo ad effetto che sposti una stagione, che ne cambi i connotati. Siamo certo nell'utopia, difficilmente si tira fuori il colpo di genio che faccia uscire dalle sabbie mobili, da solo, ma è lecito aspettarsi che l'arrivo di uno o più giocatori dia un segno, cambi qualcosa, offra una spinta propulsiva.

Amadou Diawara
Sconfitta viola con la Roma / Gabriele Maltinti/Getty Images

In casa Fiorentina è accaduto qualcosa di radicalmente diverso: con una squadra invischiata ormai cronicamente nella lotta per non soccombere, per non retrocedere, non è arrivato uno stravolgimento in entrata ma son stati messi a segno due colpi, Kevin Malcuit e Aleksandr Kokorin. Due acquisti che, per ragioni diverse, non davano garanzie di immediata efficienza: non è questione di valore assoluto, sia chiaro, ma da un lato di uno spazio in campo ridotto negli ultimi anni al Napoli, per infortunio e scelta tecnica, e dalla parte di Kokorin occorreva (occorre) invece il necessario ambientamento in un calcio nuovo, in un gruppo che non parla la tua lingua, nella prima esperienza in un calcio diverso da quello russo.

Un impatto minimo

Prandelli è stato chiaro su questo fronte, soprattutto su Kokorin, e lo stesso russo si è trovato recentemente "proiettato" in campo come prima riserva in attacco, considerando l'infortunio di Kouamé. Niente di impronosticabile comunque e niente che, fin qui, abbia avuto un reale impatto: sono passate sei partite dall'arrivo di Kokorin, i minuti in campo sono stati 77 in tutto, senza lasciare una grande traccia. Nel caso di Malcuit la situazione non è più rosea: 103 i minuti totali in campo, con Venuti che di fatto non è stato scalzato dal francese a livello di titolarità.

Malcuit
Malcuit in viola / Alessandro Sabattini/Getty Images

I ruoli potenzialmente erano giusti da rinforzare: da un lato per sostituire Lirola, d'altro canto per offrire una nuova scelta in un reparto che stentava come quello avanzato. I profili però lasciano pensare: in un caso un prestito secco, come Malcuit, nell'atro un elemento già esperto a cui è stato fatto un contratto lungo, senza l'urgenza di un impatto immediato. In un momento critico, quale è quello viola ormai da tempo, l'immediatezza e la prontezza dei rinforzi, la possibilità cioè di gettarli nella mischia senza attese strategiche, avrebbe potuto dare una spinta che, a tutta evidenza, non è arrivata e difficilmente arriverà a stretto giro.


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