Messi come Maradona: 8 gol in 21 partite nella Coppa del Mondo

Lionel Messi
Lionel Messi / Ian MacNicol/GettyImages
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Lionel Messi e Diego Armando Maradona, l'Argentina e la Coppa del Mondo. Due eroi in due epoche diverse, due fazioni a protezione dei rispettivi idoli e del loro ricordo. Il Maradona trascinatore e leader nel Mondiale del 1986, nel 1990 e quello, ugualmente forte, fermato subito dalla positività a sostanze illegali a USA 1994. Il Messi del 2014, con il sogno Mondiale sfumato nei tempi supplementari della Finale brasiliana da Mario Gotze, quello recente della conquista della Copa America e quello in Qatar, leader e trascinatore contro il Messico.

Il paragone è necessario? No. Si può fare? Probabilmente, a una trentina d'anni di distanza l'uno dall'altro, non ne è mai esistito uno più calzante. Non ce ne vogliano i conservatori del calcio anni Ottanta, ma Lionel Messi è esattamente ciò che Diego Armando Maradona sarebbe stato nel XXI secolo, in un calcio più atletico, estremamente più veloce, decisamente più attento ed evoluto tatticamente.

Argentina's football team coach Diego Ma
Argentina's football team coach Diego Ma / JUAN MABROMATA/GettyImages

Da un punto di vista numerico il 10 di oggi ha eguagliato quello di ieri: entrambi hanno disputato 21 partite nella Coppa del Mondo, mettendo a referto 8 gol. Il capocannoniere dell'albiceleste nella storia dei Mondiali non è, al momento, né uno né l'altro, ma Gabriel Omar Batistuta con 10 reti.

"Non mi sono mai paragonato a Diego, assolutamente". Lionel Messi, in un'intervista a France Football nel 2021. Il 30 del PSG, per un'epoca 10 blaugrana e della Nazionale parlava così ai microfoni francesi riguardo al paragone con il proprio idolo e all'essere il migliore della storia. Maradona diceva di lasciare tranquilla la pulce e di giudicare, al massimo, alla fine della sua carriera.

Lionel Messi
Brazil v Argentina: Final - Copa America Brazil 2021 / Alexandre Schneider/GettyImages

La carriera di Leo però, a 35 anni e al suo ultimo Mondiale, si accinge a volgere al termine. Recordman di palloni d'oro, ha vinto qualunque trofeo con i club ed è a un passo dal diventare il calciatore più premiato di sempre. In Nazionale ha sfatato il tabù Copa America, vincendola nel ricordo di Diego contro il Brasile più forte mai visto dal 2002 a oggi.

Con l'albiceleste ha doppiato le presenze di Maradona, e triplicato i suoi gol e gli assist. Facendo un conto totale è vicino alla soglia degli 800 gol in carriera e gli resta ancora qualcosa da regalare, speriamo, al calcio europeo. Analizzando i calciatori con uno sguardo più distaccato dalla passione che può legare all'uno all'altro, siamo sicuri che due così siano imparagonabili? Per giunta entrambi mancini ed entrambi in grado di fare qualunque cosa in un rettangolo di gioco?

A Messi manca e, salvo trionfo albiceleste nell'edizione in Qatar, mancherà sempre una Coppa del Mondo. A Maradona manca la continuità a livelli altissimi e prolungata nel tempo che ha avuto Leo. Al 10 del PSG viene ingiustamente criticata l'assenza di leadership, discorso che poteva essere compreso forse diversi anni fa, ma che dal suo ritorno in Nazionale è cambiato totalmente, come dimostrano il suo discorso pre-Finale di Copa America contro il Brasile e le parole che la Scaloneta e i suoi membri hanno sempre speso per Messi.

Lionel Messi è cambiato, l'età e l'esperienza ne hanno modificato lo stare in campo. La maturità è quella di un campione che ne ha viste e sofferte tante. Ha accettato che nelle gare del Mondiale non avrà mai quella libertà di esprimersi che trova abitualmente in altri contesti. Contro il Messico gli sono bastati un paio di metri liberi per trafiggere Ochoa; nelle prossime gare lo spazio sarà ancora meno e la tensione ancora più alta.

Nella stessa epoca in cui Mbappé raggiunge i numeri di Pelé a meno di 24 anni, l'attenzione mediatica è quasi tutta su Messi e l'Argentina, sia perché sarà l'ultimo Mondiale di Lionel, sia perché le due fazioni di cui sopra, tifano e attendono di risolvere l'ennesimo dualismo del calcio.