Michael Kayode potrà trovare spazio nella Fiorentina di Italiano?

Italiano è prudente nel lanciare i giovani e le gerarchie appaiono definite: ci sarà spazio per l'eroe dell'Under 19 azzurra?
Kayode
Kayode / Martin Rose/GettyImages
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C'è un insidioso territorio di mezzo tra le giovani realtà più promettenti del nostro calcio e il proverbiale "grande salto", quello che dovrebbe rappresentare un lieto fine per chi ha sulle spalle tuta la gavetta del caso (una gavetta impegnativa, fatta anche di sacrifici e porte sbattute in faccia).

Sono percorsi spesso irregolari e fatti di piccole o grandi contraddizioni, il discorso legato a Michael Kayode s'insinua proprio in questo spazio e ha come culmine (recente) il gol che ha regalato all'Italia di Bollini l'Europeo Under 19 in finale contro il Portogallo.

Un gol decisivo in una finale rappresenta, in sé, sia un apice che un nuovo inizio: da un lato può essere il premio a una giovane carriera non priva di ostacoli, pensando alla ripartenza dalla Serie D dopo la mancata fiducia da parte della Juventus e dell'interruzione del percorso in bianconero, d'altro canto può essere anche un punto di partenza, un'iniezione di fiducia per avvicinarsi alla prima squadra e al debutto in Serie A.

Kayode troverà spazio nella Fiorentina 2023/24?

Il versatile esterno difensivo, protagonista di un Europeo Under 19 da incorniciare e del tutto inamovibile per Bollini nel corso della competizione, è pronto a mettersi a disposizione di Vincenzo Italiano al Viola Park: il classe 2004 spera di mettersi in mostra nel ritiro, a contatto con la prima squadra della Fiorentina, e di ritagliarsi uno spazio che lo conduca poi al debutto nel massimo campionato.

Una situazione che, sulla scia del gol decisivo in Nazionale, non può però spingerci a vedere uno scontato lieto fine che coincida con un corposo minutaggio in viola, per due ragioni basilari e impossibili da trascurare.

Per quanto versatile (utilizzabile come braccetto in una difesa a tre o come quinto di centrocampo) in viola Kayode potrebbe agire soltanto da laterale difensivo nel 4-3-3 o nel 4-2-3-1, ruolo coperto da Dodò/Pierozzi da una parte e dalla coppia Biraghi/Parisi dall'altra (immaginando un adattamento sulla corsia mancina).

Anche la concorrenza con Pierozzi come vice-Dodò appare ardua da superare, considerando come l'ex Reggina arrivi da una stagione importante in Serie B e abbia maturato già più esperienza nel calcio "dei grandi" rispetto a Kayode (in Primavera fino a poche settimane fa). Le gerarchie, insomma, appaiono già ben delineate.

Un altro aspetto che può spingerci a non immaginare Kayode immediatamente protagonista in viola riguarda l'idea della Fiorentina come club "orientato ai giovani": una qualità di cui può fregiarsi in senso ampio, il Viola Park lo dimostra concretamente, ma non pensando al recente passato e alle scelte di Italiano.

Fiorentina ai giovani? Input più che realtà

Nella scorsa stagione il solo Alessandro Bianco è stato aggregato sistematicamente alla prima squadra, tra i giovani arrivati dal vivaio in tempi recenti, collezionando però solo 285 minuti tra tutte le competizioni e risultando un rincalzo. Bianco, passato alla Reggiana in prestito per trovare spazio, è in sostanza l'unico calciatore nato dopo il 2000 ad aver trovato spazio (se si escludono i 30 minuti raccolti dal 2003 Distefano in Conference League).

Dati che dicono molto, in modo concreto, rispetto alla prudenza di Italiano quando si tratta di "gettare nella mischia" i più giovani: l'atteggiamento del tecnico viola è particolarmente oculato in quel senso e non ci sono indizi relativi a un cambio di rotta improvviso in vista della prossima stagione.

Vincenzo Italiano
Italiano / Jonathan Moscrop/GettyImages

La vocazione del club viola come società orientata ai giovani riguarda dunque la grande attenzione al settore giovanile, come dimostrano i risultati non soltanto della Primavera, così come attiene all'investimento senza precedenti fatto da Rocco Commisso sul Viola Park.

Il centro sportivo gigliato rappresenta (nell'idea della proprietà) una chiave di volta anche per creare maggiore coesione tra prima squadra e giovanili, per avvicinare i giovani talenti ai calciatori più affermati: il proposito, a livello di principio, appare chiaro.

Un input da leggere però sulla lunga distanza, senza immaginare dunque (anche per chi è in rampa di lancio, come Kayode) un percorso in discesa nella stagione 2023/24 qualora decidesse di restare agli ordini di Italiano, anziché di tentare l'avventura in prestito.