Milan qualificato ma in calo: situazione fisiologica o segnale preoccupante?

Ibra
Ibra / Jonathan Moscrop/Getty Images
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Dopo un Milan da record, che ha scalato l'intera classifica collezionando risultati positivi per arrivare fino alla vetta, come ogni anno la battuta d'arresto rossonera sembra aver fatto la sua comparsa inesorabile nel calendario. Tutto bene fino allo Spezia, la prima gara che ha veramente spiazzato la squadra di Pioli, regalando i primi segnali di una possibile battuta d'arresto. Poi è stata la volta del derby, una partita ostica ma che ha rivelato, almeno nel primo tempo, un Milan affaticato e senza idee, che non è riuscito a reggere il confronto con l'Inter di Conte, che l'ha scavalcata prendendosi il primo posto in classifica.

Questi ultimi match non hanno mostrato solo un calo generico del rendimento della squadra, ma anche alcune difficoltà e apparenti involuzioni da parte dei singoli giocatori. Eppure mister Pioli è certo che questa fase di calo sia una decelerazione temporanea dovuta al momento positivo che ha portato i giocatori a sottovalutare l'approccio alle gare. Qualche errore di troppo, stanchezza e movimenti poco coordinati, ma niente di preoccupante. In un intero campionato è normale avere momenti di difficoltà, basta saperli gestire, secondo Pioli. Eppure non è la prima volta che il Milan dopo un'energica rincorsa inizia a perdere ritmo, fino a riscontrare difficoltà non indifferenti che sconfortano i tifosi e la squadra stessa. Dopo un campionato portato avanti in maniera quasi magistrale, sarebbe un peccato inciampare e perdere terreno a pochi punti dall'apice della classifica.

Il Milan deve dimostrare prima di tutto a se stesso, di essere in grado di gestire la tensione e la stanchezza, ritrovando il giusto andamento che aveva mantenuto fino a qualche partita fa. La staffetta con la squadra di Conte si muove in spazi strettissimi, distanze raggiungibili con impegno, attitudine e un pò di fortuna. Il salto di qualità muove dall'organico della rosa, dalla tecnica e dalla tattica ma anche dalla mentalità, la capacità di gestire ritmi assillanti e di non perdere mai l'attitudine alla vittoria, solo così il Milan potrà finalmente dirsi cresciuto.


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