Pioli si gioca tutto: i 3 aspetti negativi dei suoi mesi al Milan
Con l'avvento in panchina di Stefano Pioli dopo l'esonero di Giampaolo dello scorso ottobre il Milan ha senza dubbio rialzato la testa dopo una prima parte di stagione davvero deludente ma nonostante questo i rossoneri hanno comunque evidenziato limiti e difficoltà: andiamo a scoprire cosa non ha funzionato per la squadra meneghina sotto la gestione del tecnico emiliano.
Il pessimo bilancio contro le prime della classe
Con l'avvento in panchina di Pioli la classifica del Milan è sì migliorata ma non è arrivata quella scossa che ci si attendeva. Nei match contro le squadre di alta classifica questo aspetto è stato abbastanza evidente: fin qui in questa stagione infatti il Milan è riuscito a raccogliere appena un punto nei match contro Juventus, Lazio, Inter, Atalanta, Roma e Napoli evidenziando limiti abbastanza chiari quando il livello dell'avversario si alza.
Il rendimento di Paquetà
Un'altra delle note dolenti della gestione Pioli è la mancata valorizzazione di Lucas Paquetà: il giovane centrocampista brasiliano, acquistato dai rossoneri per oltre 30 milioni di euro nel gennaio del 2019, avrebbe dovuto far compiere il salto di qualità alla manovra offensiva del Milan ma purtroppo non è stato così. L'ex Flamengo non ha mai reso come ci si poteva aspettare e con il passare dei mesi ha trovato man mano sempre meno spazio.
La mancanza di continuità nei risultati
Il gioco è migliorato ma i rossoneri non sono quasi mai riusciti a dare continuità ai loro risultati. Il Milan ha avuto fin troppe battute d'arresto tra deludenti pareggi contro squadre meno quotare e sconfitte nelle gare contro le prime della classe. A fine stagioni questi punti persi per strada potrebbero fare la differenza in chiave Europa League.
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