Tutto sul mistero Ihattaren: il caso spinoso tra Juventus e Sampdoria

Mohamed Ihattaren
Mohamed Ihattaren / BSR Agency/GettyImages
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Un termine ricorrente nel gergo calcistico, volendo sottolineare quanto un giocatore abbia faticato a lasciare il segno e a mantenere le aspettative, è quello di Desaparecido: una meteora in sostanza, una promessa non mantenuta nonostante i proclami e le logiche prospettive più rosee.

Capita però che un termine iperbolico, un modo di dire, trovi una nuova definizione, stavolta in senso letterale, e quel che sta succedendo a Mohamed Ihattaren porta il discorso su un nuovo livello. Un caso delicato tra Sampdoria e Juventus, una situazione che non sembra condurre a un epilogo felice per le parti in causa e che difficilmente porterà a trovare il bandolo della matassa, almeno a stretto giro.

L'arrivo in Serie A

Lo scorso 31 agosto la Juventus rendeva ufficiale un colpo intrigante e di prospettiva: il club bianconero diffondeva il comunicato in merito all'arrivo a titolo definitivo di Mohamed Amine Ihattaren dal PSV Eindhoven, tessendo le lodi del classe 2002 già nella nota ufficiale che ne sanciva l'approdo in Serie A con contratto fino al 2025.

"Rapido nei movimenti, accompagnato da una tecnica eccellente, Ihattaren è un centrocampista offensivo, può giocare sulla trequarti ma variare anche su tutto il versante d’attacco" si legge appunto nel comunicato, e ancora: "Alcuni facts che ne certificano la qualità: fra i giocatori che, dall’inizio dell’Eredivisie 2018/19 (appunto, la sua stagione d’esordio), contano almeno cinque gol all’attivo nella competizione, è il terzo più giovane in assoluto".

A posteriori diventa fin troppo semplice ironizzare, mettere in discussione i proclami, ma è chiaro che nessuno si fosse bevuto il cervello: 56 presenze, 6 reti e 8 assist in Eredivisie, 10 presenze un gol e 3 assist in Europa League, numeri comunque importanti per un diciannovenne, conditi poi da qualità tecniche che hanno colpito più di un addetto ai lavori, lasciando pensare a un predestinato, a un gioiello da scoprire.

Garantisce Fantantonio

Sarà forse vero che il talento sa riconoscere a sua volta il talento? Se così fosse è evidente che la benedizione di Antonio Cassano, a dir poco esplicita, sia prima o poi destinata a tradursi in realtà, sul campo. Fantantonio, non certo uno qualsiasi quando si parla di classe e talento, oltre che di storia blucerchiata, ha ammesso senza mezzi termini di essere pronto a tornare allo stadio solo per veder giocare Ihattaren con la maglia della Samp.

"Manderò un messaggio a Quagliarella, che mi ascolta, dicendogli che deve prenderselo sotto la sua ala perché questo è un fenomeno" ha anche aggiunto Cassano in una delle consuete e godibili chiacchierate su Bobo TV: una vera e propria dichiarazione d'amore che spingeva tifosi e addetti ai lavori ad aspettarsi grandi cose.

Senza contare che, ad alimentare le attese, ci aveva pensato lo stesso Ihattaren al momento dell'arrivo in Italia: "Spero di metterci poco tempo a far vedere quel che posso fare. Voglio vincere tante partite, giocare a calcio e far vedere a tutti chi è Mohamed" esordì, senza nascondersi in alcun modo dietro a un'umiltà costruita. "Sono un giocatore tecnico, con un buon tiro e una buona velocità palla al piede. Vedo il gioco, vedo tutto velocemente: sono le mie armi sul campo".

'Partita Del Cuore' Charity Match
Antonio Cassano / Paolo Rattini/GettyImages

Dalle parole ai fatti

Non è la prima volta che di tanti proclami e di attese importanti resta poco, il caso di Ihattaren però brucia decisamente i tempi rispetto al solito e non in senso virtuoso (come il giocatore si aspettava). Già le prime voci all'arrivo a Bogliasco non sembravano indurre a cavalcare l'entusiasmo e la curiosità: una condizione indicata come non ideale, con 5 chili in più del dovuto e una forma da ritrovare, andava a complicare i piani di un inserimento già complesso in una realtà nuova, in un campionato diverso dalla sua Eredivisie, con un tecnico da convincere e la concorrenza di gente più esperta da battere.

E i numeri parlano chiaro in questo senso: zero minuti zero, neanche una comparsata, neanche un ingresso in campo nel finale a risultato compromesso. Niente. E un niente divenuto così abituale da spingere D'Aversa a commentare così la partenza improvvisa in direzione Olanda, a Il Secolo XIX: "Non l’ho mai avuto a disposizione. Per me cambia poco".

Un rapporto nato male e mai decollato per un giocatore che, come detto senza nascondersi, aveva l'intenzione di imporsi già a stretto giro e di farsi conoscere in Italia come un vero e proprio talento, sognando poi di tornare alla Juve da protagonista e non solo come promessa. L'idea di un recupero graduale, di una condizione da ritrovare con calma, era certo lontana dai pensieri iniziali del classe 2002.

Mohamed Ihattaren
Mohamed Ihattaren / Soccrates Images/GettyImages

Che fine ha fatto?

E il ricorso all'espressione desaparecido torna in ballo con prepotenza pensando all'epilogo della faccenda, o comunque a una tappa fondamentale che potrebbe rappresentare il punto di non ritorno: Ihattaren, nella notte del 12 ottobre, ha fatto ritorno in Olanda in fretta e furia, lasciandosi Bogliasco, Genova, l'Italia e la Serie A alle spalle. Il tutto proprio quando sembrava che i tempi per il debutto fossero maturi.

Una situazione non del tutto inedita nel calcio ma generalmente estemporanea, con un pronto ritorno a metterci una toppa: in questo caso no, in questo caso la questione sembra più grave e più profonda, difficile da ricucire. Proprio dall'Olanda - nello specifico Algemeen Daglba - fanno sapere come l'intenzione di Ihattaren sia quella di restare là, un biglietto di sola andata in sostanza senza spazi aperti per un ritorno a Genova: una presa di posizione vera e propria seguita a un ambientamento disastroso nella nuova realtà.

La Samp non ha adottato il pugno duro inizialmente, aspettando il giocatore, ma la situazione è infine degenerata e (dopo 13 giorni) il club può solo attendere sviluppi che difficilmente (eufemismo) si tradurranno in un ritorno alla base. Il tutto, per ora, senza prese di posizione ufficiale dei club coinvolti.

Maurizio Arrivabene, Pavel Nedved, Andrea Agnelli, Federico Cherubini
La dirigenza della Juve / Nicolò Campo/GettyImages

Le prospettive

Il nodo principale riguarda dunque il futuro del giocatore, con tanto di possibili malumori anche nei confronti del super procuratore Mino Raiola, artefice dell'approdo in Serie A del suo giovane assistito. Il Secolo XIX ha sottolineando come il rapporto tra i due sia a rischio nonostante i tentativi dello stesso Raiola di ricucire, tentativi fin qui vani.

La Juventus dal canto proprio ha investito sul giocatore a lungo termine, fino al 2025 come detto, ed è logicamente irritata per quanto sta accadendo, con l'altrettanto ragionevole malumore della Samp e un caso diplomatico complicato da portare a una soluzione.

L'idea di un altro giocatore in prestito dalla Juve alla Samp a gennaio potrebbe rappresentare una toppa per i blucerchiati, almeno a livello di organico, ma il danno rimane per entrambi i club in gioco e la Juve, in particolare, rischia seriamente di aver investito fiducia e denaro sul gioiello sbagliato.


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