Moggi: "Pirlo, il problema della Juve è a centrocampo. Gomez? So dove andrà a giocare"

Luciano Moggi
Luciano Moggi / GIUSEPPE CACACE/Getty Images
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L'ex dirigente della Juventus e del Napoli Luciano Moggi ha parlato della Serie A, del calciomercato che aprirà i battenti ufficialmente nella giornata di domani e non solo. Ecco le sue dichiarazioni sulle colonne di Libero.

Così Moggi sull'Inter e la corsa Scudetto: "​Quella nerazzurra è una squadra da cui i rossoneri devono guardarsi, competitiva perché completa negli undici titolari e valida anche nei panchinari come numero e qualità; Antonio Conte la fa giocare prevalentemente di rimessa, che può non affascinare come gioco, ma porta a casa i risultati. Attualmente segue i cugini milanisti ad un solo punto e si prospetta come l’avversario più pericoloso per la vittoria finale, essendo tra l’altro fuori dall’Europa. Secondo noi non avrebbe neppure bisogno di rinforzi, ciò nonostante Conte verrà accontentato con la cessione di Eriksen e l’arrivo di Gomez dall’Atalanta, ritenuto più propedeutico del danese alle esigenze del gioco interista".

Papi Gomez, Atalanta
Papi Gomez, Atalanta / Jonathan Moscrop/Getty Images

Così invece Moggi sulla Juventus: "Mentre tutto sembra funzionare nella Milano calcistica, a Torino il football è in apparente sofferenza. E non tanto per l’andamento altalenante della Juve, peraltro vincitrice di nove scudetti consecutivi, quanto per la crisi costante del Toro da qualche anno a questa parte. La Juve riparte dalla bruciante sconfitta interna contro la Fiorentina (0-3), con Pirlo alla ricerca del bel gioco che però stenta ad arrivare a causa di un centrocampo fatto di giocatori le cui caratteristiche, non assemblandosi tra loro, vanificano gli sforzi del mister che vorrebbe giro palla veloce e verticalizzazioni. Purtroppo Bentancur, Rabiot e McKennie sono più bravi a portare palla che a smistarla e vanno spesso in difficoltà quando devono dialogare palla al piede per offrire migliori servizi al reparto attaccante. Per cui l’impressione che se ne può ricavare è che, alla fine, sarà Pirlo a doversi adattare alle caratteristiche dei suoi giocatori e non viceversa, difendendo basso per dare la possibilità ai tre, che hanno gamba, di poter ripartire con galoppate di 30/40 metri con le quali possono mettere in difficoltà qualsiasi avversario. Di scena l’Udinese all’Allianz, la vittoria è d’obbligo per risollevare morale e autostima. Nessun aiuto è previsto dal mercato di gennaio".


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