Moise Kean out, Giacomo Raspadori in: è la scelta giusta?
L’esclusione di Moise Kean dalla lista dei convocati a Euro 2020 è stata sorprendente. Nel corso di questa stagione al Paris Saint Germain, il suo carattere bizzoso sembrava essere stato domato e la sua maturazione portata a compimento. Kean è stato un autentico protagonista in Francia al punto di relegare in panchina un calciatore del calibro di Icardi. In più Mancini aveva dimostrato più volte di apprezzare le sue qualità. Ed effettivamente avrebbero fatto comodo a questa Nazionale. Con la sua esclusione l’Italia non aveva una variabile impazzita unica. Se c’è un calciatore che caratterialmente e tecnicamente può girare a suo vantaggio una partita sfortunata, ecco quello è proprio Kean. I giocatori su cui aveva deciso di puntare Mancini (Berardi, Politano e Bernardeschi) sono molto simili per attitudini e qualità, ma nessuno di loro aveva quei colpi da fenomeno alla Kean. In poche parole il CT ha preferito contare sull’affidabilità e sulla concretezza.
Forse, però, sono più i motivi per escludere Kean che per includerlo. Con la presenza scontata di Immobile e Belotti, Mancini ha puntato su un profilo diverso. Kean è una punta veloce, molto tecnica, ma che non si adatta perfettamente a un sistema di gioco come quello portato avanti dal CT azzurro. Inoltre aggiungiamoci che sì, la consacrazione di Kean è avvenuta, ma soprattutto nella prima parte di stagione. Nella partita contro San Marino infatti la condizione del classe 2000 non è apparsa al meglio e la sua performance deludente e svogliata contro un avversario facile da bucare ha indirizzato l'allenatore verso altre scelte. Pensava di avere già il posto in Nazionale ma niente è scontato. E Mancini, così, ha potuto fare ben poco per lui.
Ma quel ruolo di variabile impazzita viene affidata a un calciatore che ha letteralmente fatto saltare il banco: Giacomo Raspadori. La sua è stata una stagione semplicemente da incorniciare. Ha saputo cogliere tutte le occasioni che gli si sono presentate, segnando gol pesanti a squadre illustri. Un esempio? In 7 minuti ha ribaltato la sfida contro il Milan, bucando Donnarumma in due occasioni. Tra le sue vittime ci sono pure Lazio (nella sua prima partita da titolare), Roma e Juventus. Se il Sassuolo è quasi arrivato in Europa, il merito è anche suo. In più ha dimostrato una maturità impressionante per un ragazzo così giovane: ricordiamoci che ha solo 21 anni (è un classe 2000 come Kean).
Ma sono state la sua forma fisica splendente e le sue caratteristiche a convincere Mancini a sceglierlo. Infatti, non c’è nessun giocatore nella rosa italiana che sia come lui: può giocare come prima punta, seconda punta o esterno difensivo. È rapido, scattante, con un’ottima tecnica e un grande senso del goal. Sfruttando la sua velocità di esecuzione, gli angoli che si crea per tirare e la sua intelligenza nella preparazione al tiro, può segnare goal imprevedibili. Riuscendo sempre a sgusciare via da marcature strette e prendere in controtempo il portiere avversario.
Mancini lo sa bene: in tornei brevi e intensi come Euro 2020 hanno un peso enorme la freschezza fisica, la capacità di incidere fin da subito – sia da titolare che da subentrato – e l’imprevedibilità data da un nome inaspettato e sconosciuto. Un qualcuno che possa accendere dei lampi, squarciare le difese avversarie e ribaltare i risultati negativi. Raspadori in questo è quasi un veterano. Tutto ciò spiega perché un calciatore già navigato e abituato a palcoscenici più importanti come Kean è stato escluso dalla Nazionale, mentre un altro, che di stadi importanti non ne ha visti molti e che nell’Italia dei grandi non ha mai messo piede, ha strappato una convocazione inaspettata. E ora Raspadori può diventare protagonista di un’estate indimenticabile. Per lui e per l’Italia. O almeno lo speriamo.
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