I momenti più divertenti della Serie A 2022/23

José Mourinho
José Mourinho / Ciancaphoto Studio/GettyImages
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"Mister, come si prepara una sfida come la prossima?", "Ogni partita vale tre punti, sono sfide che si preparano da sole, ho visto bene i ragazzi in settimana, abbiamo visto che in Serie A non si può sottovalutare nessuno..." e altri grandi successi. Oppure anche: "Come vivi la concorrenza per il posto da titolare?", "Dev'essere uno stimolo per fare meglio, io posso solo dare tutto in allenamento...poi deciderà il mister" e via così.

La musica è questa, non se ne esce, ma disseminate qua e là - più o meno volontariamente - si trovano briciole di inatteso, ci si imbatte in qualche rara scheggia di imprevedibilità: parole che scappano, conferenze stampa che diventano palchi, scivoloni e gaffe immediatamente virali, sotto l'occhio implacabile dei social.

Ecco dunque che un'esultanza sopra le righe è subito un meme, che un tecnico può deviare dalla frase di rito e iniziare a raccontarti delle galline del vicino di casa, delle vicissitudini familiari, della moglie che brontola (improvvisandosi Maurizio Battista senza che nessuno se lo aspettasse). Proviamo così a scoprire cos'è successo di così inatteso nella Serie A che ha appena chiuso i battenti, quando il calcio italiano (negli ultimi mesi) ha saputo deviare dai ritornelli soliti...

13. Nonno, mi raccomando: no 1-0

Qual è in generale la prima parola di un bambino? "Mamma", si sa, con poche eccezioni. Ma non è detto che sia così, in alcuni casi ad esempio ci si affaccia sul mondo e si prorompe in un #AllegriOut che non vuole sentire ragioni. Ecco dunque che Allegri, trascinato dalle prime risate dei presenti in sala stampa, crea un surreale siparietto in cui il nipote si scopre immediatamente giochista, ancor prima di uscire dall'ospedale, e si auspica un po' di spettacolo da parte del nonno e della sua Juve. Si possono apprezzare i tempi comici, le pause, gli ingredienti precisi per un vero stand-up comedian.

12. Certaldo? No, Fuorigrotta

Si sottolinea spesso quanto sia importante capire il contesto in cui ci si va a immergere, saper captare gli umori e le caratteristi che di una piazza in cui si arriva da "stranieri". Luciano da Certaldo, si dice spesso, quasi come a voler definire un artista rinascimentale, a volerne rivendicare l'origine. Eppure tra le tante magie incluse in uno storico terzo Scudetto, quello del Napoli, troviamo anche uno Spalletti desideroso di entrare ancor di più nella realtà partenopea: "A famme nun tiene suonn" (minuto 1.03 del video). Una citazione chiaramente preparata da giorni, come s'intuisce dalla lunga pausa: i caffè con Ciro, ad ogni modo, hanno fatto davvero effetto.

11. Un padre al bivio

Cosa riempie d'orgoglio più di una figlia o di un figlio che raggiungono un risultato importante? Cosa smuove di più un genitore rispetto al sorriso di una figlia, ai suoi sacrifici che vengono ripagati? Poche cose, senz'altro, una di queste però è sicuramente raggiungere Budapest con addosso la maglia di Petruzzi del '98 insieme agli amici di una vita. Una banalissima laurea come tante, del resto, non dura 146 minuti, non finisce ai rigori, non ti dà poi modo di inseguire il relatore nel parcheggio della facoltà per dirgli che è una "disgrazia". Nessun rimpianto, insomma, al di là degli esiti.

10. Cassano vs Mourinho

Nell'età dell'oro della WWE, quando il wrestling godeva di grande seguito e risalto mediatico anche presso il pubblico italiano, ci risultavano abituali le cosiddette feuds: quelle storyline montate ad arte che vedevano i vari lottatori/showman lanciarsi continuamente il guanto di sfida, affrontarsi a suon di provocazioni, tirar fuori gli sguardi più truci. Una sorta di "ci vediamo fuori", neanche troppo tra le righe. Ecco che, a sorpresa, la Bobo TV ha riportato in auge una simile dinamica: non più lottatori muscolosi e sudati sul ring ma un protagonista di ieri (Cassano) e uno di oggi (Mourinho). Tecnico vincente o grande bluff? Masaniello del calcio o mero troll impunito? La faida non conosce tregua...

9. Tutti pazzi per Baschirotto

Ogni asta del Fantacalcio che si rispetti prevede la presenza, tassativa, di un fantallenatore che - nell'ombra - butta lì un nome da prendere a un credito e viene di conseguenza deriso, trattato come una sorta di fricchettone, come un visionario destinato a fallire. L'epopea di Federico Baschirotto (37 presenze e 3 gol nella sua prima stagione in A) rappresenta il riscatto di quel fantallenatore nello specifico ma, al contempo, una metafora di rivalsa, di obiettivi raggiunti tra le pernacchie dei presenti, di strade alternative per venire convocati in Nazionale dopo aver scagliato un pallone fuori dai confini della propria Provincia. Un lasciapassare per la fama: da fisicato stopper di periferia a idolo di grandi e piccini, da umile gregario a guru destinato a "insegnarci la vita".

8. Solbakken entra...anzi no

Ci sono scene destinate a diventare virali, momenti che - non c'è scampo - diventeranno tormentoni social nell'arco di pochi minuti: ecco che, da vero e proprio stratega della comunicazione - José Mourinho anticipa i tempi e cavalca quell'onda in prima persona, senza diventare vittima della viralità ma rivelandosene artefice. Lo scenario è quello di Roma-Samp, partita ferma sullo 0-0, Mourinho dà le ultime istruzioni a Solbakken prima di mandarlo in campo ma - nel frattempo - Wijnaldum segna. Mourinho guarda Solbakken, Solbakken ricambia lo sguardo. E poi un gesto chiaro: "Ola, aspetta un attimo...".

7. Allegri ma non troppo

Massimiliano Allegri
Max Allegri / Alessandro Sabattini/GettyImages

In genere succede ai rapper e non agli allenatori ma, in questa stagione più che mai, i nervi di Massimiliano Allegri sono stati messi a dura prova (in primis fuori dal campo). Allenatore, motivatore, parafulmine e capro espiatorio sui social...il tecnico livornese ha dovuto assumere via via molte forme, rivelandosi valido anche quando si è trattato di votarsi all'arte del dissing. "Tanto arrivate sesti" e "Siete riusciti a vincere uno Scudetto" i due momenti memorabili in tal senso, rivolti all'Inter e al Napoli. Allegri ha citato Antetokounmpo ma, a quanto pare, il vero aspetto dell'NBA che lo attira è un altro...il trash-talking.

6. Ikoné e Gonzalez? Troppo fumosi

Una delle accuse mosse più spesso a Jonathan Ikoné, esterno offensivo della Fiorentina, è quella di essere "troppo fumoso". Tanti dribbling, diversi spunti ma, al contempo, qualche errore di troppo nell'ultima giocata. Difficile rivolgere lo stesso appunto a Nico Gonzalez, spesso cinico anche dalle parti della porta avversaria, ma è proprio il fumo ad aver rappresentato (a un certo punto della stagione) un curioso filo conduttore tra i due. Perché? Basta osservare l'esultanza dopo il gol del 2-0 allo Zini contro la Cremonese, nella semifinale d'andata di Coppa Italia.

5. L'ospite a sorpresa

Salvatore, il tifoso imbucato negli spogliatoi del Napoli a Udine, ha raccontato come è riuscito a festeggiare con i...

Posted by Gianni Simioli on Monday, May 8, 2023

Le feste son sempre belle, spesso si sottolinea del resto quanto tutto sia più divertente quanto più nutrita sia la folla che partecipa: che problema c'è insomma, più siamo e meglio è, un posto si trova sempre. Il Napoli, preso dall'euforia post-Scudetto alla Dacia Arena, ha reso concreto più che mai il concetto di dodicesimo uomo, facendolo entrare direttamente negli spogliatoi. La storia è quella di Salvatore: fare l'imbucato ai matrimoni è un'usanza ormai datata, già vista, la nuova frontiera è quella di mettersi a saltare accanto a Osimhen e Kvaratskhelia, per poi essere sgamato da Rrahmani. "Io non volevo solo partecipare alla feste, volevo avere il potere di infilarmici di nascosto" deve aver pensato, riuscendoci.

4. Non dà la mano...

Allegri, ai tempi dello Spalletti giallorosso, definì il tecnico di Certaldo come "un grande attore oltre che un grande allenatore". Spalletti rispose da par suo: "Perché non mi ha mai sentito cantare...", scaturendo le risate della sala stampa di Trigoria. A quanto pare, però, lo stesso Allegri - anni dopo - voleva testare anche le qualità del collega-rivale come mimo: prova decisamente superata dopo Napoli-Juve. Un gesto silenzioso, una mimica imperturbabile: una combinazione più potente di tante parole per esprimere il proprio pensiero.

3. Il Sarrismo secondo la moglie di Sarri

Maurizio Sarri
Maurizio Sarri / Nicolò Campo/GettyImages

In sala stampa non c'è spazio solo per i cronisti a caccia di risposte, a caccia di titoli. Talvolta la porta rimane aperta ed entrano anche pezzi di vita del tecnico di turno: Allegri cita il nipote neonato (e le sue premature spinte giochiste) mentre Sarri ricorre a uno dei più sfruttati (e validi) cliché della stand-up comedy. Il rapporto tra marito e moglie, quel mosaico di schermaglie che fornisce sempre nuovi spunti in cui tutti riescono grossomodo a immedesimarsi. Sarri non ama fare il guru, ama anzi praticare la tecnica comica dell'"abbassamento". A chi gli chiede cosa sia il Sarrismo lui risponde: "Non so cosa sia il Sarrismo. Mia moglie direbbe: uomo scontroso un po' testa di c…". Poca poesia, insomma, ma tanta vita familiare.

2. Elongazione: tutti mi vogliono, tutti mi cercano

Rafael Leao, Alexis Saelemaekers
Leao / Marco Luzzani/GettyImages

Farsi una cultura è sempre importante, anche comprendere il funzionamento del corpo umano, acquisire nozioni di anatomia oppure conoscere le varie lesioni in cui si può incappare. Sono argomenti da salotto, temi buoni per rompere il ghiaccio ma, soprattutto, aspetti fondamentali quando si è comprato Rafael Leao al Fantacalcio o quando si aspetta un derby di Champions. Ecco che, improvvisamente, alle ore 13 di domenica 7 maggio tutto il traffico in rete finisce per concentrarsi sulla ricerca di un solo termine: "elongazione". Il Milan, pochi istanti prima, aveva diramato un report medico ritenuto evidentemente troppo arcano, tanto da attivare un'improvvisa sete di conoscenze mediche.

1. La mascherina magica

Victor Osimhen
Osimhen / Jonathan Moscrop/GettyImages

Nella conquista di uno Scudetto atteso per più di 30 anni deve necessariamente abitare qualcosa di eroico, qualcosa che esuli dal normale. In tanti avrebbero pensato a particolari scaramanzie, a riti propiziatori, a una gioia tenuta nascosta e sotterranea: si è andati ben oltre, lo si è fatto grazie a un oggetto dalle proprietà magiche, un supporto di protezione divenuto poi cimelio, articolo da regalo, amuleto. La mascherina di Osimhen come il mantello di Batman, come il martello di Thor. E proprio quando l'oggetto di culto viene perso (in una trasferta con la Nazionale) ecco emergere i problemi: un infortunio nel momento chiave, in attesa della doppia sfida col Milan tra campionato e Champions. Coincidenze?