Nico Gonzalez alla Juventus e Gudmundsson alla Fiorentina: due scelte logiche
Siamo spesso abituati a percepire il calciomercato come faremmo con un album di figurine o con la volontà di comporre, virtualmente, un undici quanto più competitivo possibile, in senso astratto. Gli addetti ai lavori più avveduti c'insegnano però a guardare oltre al valore assoluto di un calciatore e a ragionare su quanto, nella pratica, questo possa essere funzionale a un dato contesto, con riferimento particolare all'identità tattica impressa da un tecnico e alla possibilità che un calciatore si esalti (o si deprima) in un certo modulo.
L'emblema del ragionamento si può ritrovare nel proverbiale "effetto Gasperini", in quella sorta di bolla che permette ai calciatori di esaltarsi nella sua Atalanta, ma non mancano altre situazioni in cui un elemento può indossare un modulo in modo esaltante e coerente con le proprie caratteristiche individuali. Può anche accadere che dati incastri di mercato appaiano sulla carta controintuitivi ma si rivelino in realtà logici, dotati di un loro fondamento: è possibile che l'intreccio che lega Juventus e Fiorentina, quello con Nico Gonzalez in bianconero e Albert Gudmunsson già arrivato in viola per sostituirlo, appartenga appunto al lato virtuoso del mercato.
Nico a Torino, Albert a Firenze: un epilogo logico?
Sia Thiago Motta che Palladino, protagonisti del nuovo corso bianconero e viola, avranno modo - qualora si concretizzasse anche l'affare sull'asse Firenze-Torino - di valorizzare al meglio i due nuovi interpreti sulla trequarti, in un contesto tattico perfettamente coerente con le loro caratteristiche. L'arrivo di Palladino a Firenze, al posto di Italiano, ha fatto sì che alcuni punti fermi a livello tattico venissero meno, anche al di là del passaggio alla difesa a tre: l'abbandono del 4-2-3-1 "toglie le ali" a una Fiorentina che si affiderà, nel 3-4-2-1, a trequartisti più portati a giocare dentro al campo, per vie centrali, lasciando spesso ai due esterni (Dodò-Biraghi) il dominio delle fasce.
Si è visto ampiamente nel precampionato, con Sottil, Brekalo e Ikoné che si trovano ad agire proprio da trequartisti e non da ali, allargandosi solo sporadicamente: un contesto che potrebbe risultare penalizzante per Nico Gonzalez che, come punto di forza, ha proprio quello di partire largo da destra per accentrarsi, saltare l'uomo e chiudere l'azione (calciando col sinistro o cercando l'assist). Il 4-2-3-1 di Thiago Motta, invece, potrebbe fornire all'argentino un contesto ideale per esaltarsi: nella Juve di Motta sono i due esterni offensivi a dare l'ampiezza, mentre i laterali bassi tendono ad accentrarsi in fase di possesso, ed è cruciale proprio la capacità di creare densità su una corsia per poi ribaltare il gioco dalla parte opposta, permettendo all'esterno offensivo di creare e di risultare letale.
Al contempo, vedendola dalla prospettiva gigliata, l'arrivo di Colpani agli ordini del suo estimatore Palladino, il tecnico che più di altri lo ha esaltato, fa sì che la Fiorentina abbia già un trequartista abile ad agire sul centro-destra (Colpani peraltro è stato utilizzato anche nel 4-2-3-1 a destra, come lo stesso Nico). Mancava dunque un elemento in grado di sistemarsi sul centro-sinistra della trequarti e Albert Gudmundsson, osservando anche la sua heatmap della scorsa stagione, appare un elemento ideale per posizionarsi lì dove nel precampionato hanno giocato Sottil e Brekalo.
Una trequarti con Gudmundsson e Colpani è perfettamente in linea con ciò che Palladino chiede ai trequartisti, con la variabile Beltran a sparigliare le carte (non solo come alternativa a Kean ma anche più arretrato). Al netto di tutte le perplessità e le incognite del caso, con l'ovvio disappunto della piazza gigliata per l'ennesimo big viola in direzione Juve, esiste un richiamo pratico e pragmatico che ci consente di vedere come il prossimo intreccio di mercato risulti in naturale continuità col lavoro degli allenatori, un riflesso diretto dei loro input e delle squadre che immaginano per la prossima stagione. Un discorso testimoniato anche dalle parole di un Palladino entusiasta di fronte a Gudmunsson: "Me lo sognavo la notte" ha detto il tecnico viola.