Nicola uomo delle imprese: i precedenti che fanno sognare la Salernitana
L'ultima giornata di campionato ha lanciato tanti segnali, soprattutto dal calcio campano, spaccato in due da episodi che muovono e non poco le tifoserie. Se a Napoli però non sembra tirare una buona aria (iniziando già a mettere in dubbio il prossimo futuro di mister Spalletti), a Salerno si vive una vera e propria euforia.
La Salernitana, nel più classico degli scontri Davide contro Golia (dovendo affrontare una squadra arrivata comunque meritatamente in semifinale di Coppa Italia), supera il difficilissimo ostacolo Fiorentina e continua a sperare nella permanenza in Serie A. Un obiettivo ora alla portata, soprattutto in virtù dello scivolone del Cagliari a Genova e del pareggio della Sampdoria a Verona, e su cui pochi o nessuno avrebbe puntato - tifosi a parte probabilmente - mesi fa.
La storia presente racconta, però, di un'onda granata che mano mano supera sempre più scogli, sospinta per 90 minuti e più dall'ininterrotto "rumore" dell'Arechi (che fa la sua parte e la fa anche bene). La Salernitana di Davide Nicola è tutt'altra cosa rispetto a quella vista ad inizio stagione, quando i granata sembravano destinati già dopo poche giornate alla retrocessione. Il mercato di gennaio ha portato tante novità in casa campana, ma effettivamente solo la metà stanno lasciando un segno positivo a Salerno (Ederson, Sepe, Mazzocchi, Bohinen, e Verdi). I risultati ottenuti da febbraio sono il frutto, in grande parte, del lavoro del tecnico piemontese.
Nicola già in passato ha dato testimonianze di essere un ottimo traghettatore, nonostante qualche difficoltà mostrata nel lungo periodo. Un discorso che, però, non compete la Salernitana, il cui unico obiettivo è restare in A. Il calendario sembra in parte sorridere ai campani, che dovrebbero affrontare formazioni alla portata - fatta eccezione per la prossima sfida in casa dell'Atalanta, dove l'impresa sarà decisamente più ardua. Sembra, dunque, possibile che l'allenatore torinese possa aggiungere un altro tassello a quello delle sue storiche rimonte salvezza.
Nicola ha infatti lasciato il segno già in diverse piazze, tutte in Serie A.
L'impresa più grande: il Crotone
L'avventura vissuta alla guida del Crotone nel corso della stagione 2016/2017 attualmente non trova eguali. Nicola prese infatti una squadra ultima in classifica con soli 9 punti racimolati nel girone di andata e la spinse alla permanenza in A all'ultimo respiro, vincendo la sfida decisiva 3-1 contro la Lazio e ringraziando in contemporanea il successo del Palermo contro l'Empoli - che sancì la retrocessione in B proprio della formazione toscana. I 25 punti ottenuti dopo il giro di boa dai rossoblù, spinti da un Falcinelli mai più in quella forma negli anni successivi, restano nella storia della società, che ultimamente però mastica amaro per la retrocessione in C concretizzatasi l'ultima settimana (nonostante il successo contro la capolista Cremonese).
Legame rossoblù: il ritorno a Genova
Messa alle spalle una breve parentesi in quel di Udine, la successiva impresa di Davide Nicola si tenne nella sponda rossoblù di Genova. La formazione ligure non navigava in acque sicure ed era arrivata a dicembre al secondo cambio di allenatore stagionale, dopo le parentesi negative di Andreazzoli e Thiago Motta (che racimolarono assieme solo 11 punti in 17 apparizioni complessive). Il tecnico piemontese si impose a partire dal nuovo anno, da gennaio 2020, quando strappò ben 28 punti e permise ai grifoni di raggiungere il quartultimo posto in classifica. Il condannare alla retrocessione in B il Lecce non gli valse però la conferma per la stagione successiva, ritrovandosi nuovamente senza squadra.
L'ultima impresa: la parentesi Torino
Tornato appetibile sul mercato, lascia il segno anche a Torino, sponda Cairo. Nicola ha guidato i granata dopo l'esonero di Marco Giampaolo, il quale lasciò nel mese di gennaio 2021 una società con soli 13 punti in classifica. Il tecnico piemontese riuscì, affidandosi all'esperienza maturata nelle precedenti avventure, ad ottenere a fine campionato un bottino di 24 punti, permettendo al Toro di salvarsi sul filo del rasoio. In questa circostanza, il percorso fu "facilitato" dal periodo nerissimo vissuto dal Benevento di Inzaghi, undicesimo in classifica nel girone di andata ed incapace di vincere in quello di ritorno.
Segui 90min su Twitch.