Nicolato e i giovani della Juve: "Rovella un guerriero, Miretti può giocare ovunque"
"Io ho fatto due Europei e un Mondiale e devo dire che nel percorso di un torneo come questi ha un peso molto importante il sorteggio". Lo dice Paolo Nicolato, ct dell'Italia U2, nell'intervista pubblicata oggi dai colleghi di Tuttosport: "Essere un po’ fortunati aiuta - aggiunge -. L’altro aspetto che conta è arrivarci con i ragazzi in condizione e che stanno bene, per evitare di inventare soluzioni all’ultimo. Quando si alzano i livelli la condizione atletica ha un valore non indifferente. C’è una finestra a settembre nella quale cercheremo di organizzare delle amichevoli di buon livello, poi una a marzo: se ci sarà qualche giorno in più, magari anche all’estero; altrimenti in Italia. A novembre potremmo organizzare uno stage, se si riesce. Per quanto riguarda le nostre ambizioni è ovvio che proveremo a dare il massimo e ci dovremo confrontare con realtà di valore assoluto come la Spagna e il Portogallo, per non parlare di Francia e Inghilterra. Si tratta di movimenti calcistici che in questo momento vanno meglio del nostro, ma tutte le partite vanno giocate".
MIRETTI - "Non lo scopro certo, è il capitano della Nazionale Under 19 e ha già fatto un bel percorso internazionale nonostante sia così giovane. Per lui come per tutti bisogna poi testarsi in maniera non sporadica con i grandi, là dove sale ulteriormente il livello. Ha potenzialità notevoli, un buon piede e personalità, ci verrà utile. Può giocare sia mezzala che play: un conto è giocare con al fianco gente come Rabiot, altro invece essere tu il pilastro insieme ad altri giovani azzurri. Ha grande tecnica e buona visione di gioco, può giocare ovunque".
ROVELLA - "Nicolò è un ragazzo che mi piace molto, ha tecnica ed è sempre animato da uno spirito guerriero, caratteristiche che non si abbinano spesso in un unico giocatore... È stato bravo, ha disputato tre grandi partite pur venendo da un periodo per lui complesso, non giocava una partita intera dal raduno di marzo contro la Bosnia...".
JUVE SUI GIOVANI - "Non può che fare piacere, anzi piacerissimo. Dall’ottica della Nazionale noi possiamo avere un futuro se aumentiamo il bacino dei calciatori che giocano. È un problema anche di cultura del calcio. Partendo dal presupposto che un ragazzo deve giocare solo se merita, il problema si concretizza se merita sempre qualcun altro! Io credo nel merito: se uno ha 50 anni e gioca meglio di quello di 20 deve scendere in campo il primo. Ma nel caso opposto non gli va preclusa l’occasione solo perché è giovane e non ha esperienza".
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