Non solo Vlahovic, i tradimenti storici con cui la Juve ha destabilizzato il mercato
Il calcio italiano è costellato di rivalità e di contrasti tanto aspri quanto, nel tempo, capaci di diventare radicati. Una galassia di inimicizie che vede spesso nella Juventus il fulcro attorno a cui tutto ruota, una sorta di nemico comune a tanti: da nord a sud, difficile negarlo, abbondano i club che vedono nei bianconeri i rivali principali, per ragioni storiche, sulla spinta di annate vissute a duellare in vetta alla classifica e con l'ausilio di scandali e sgarbi (anche a livello mediatico) che nei decenni si sono susseguiti.
La Juve stessa, però, ha spesso saputo tirar fuori quell'appeal in più e quegli argomenti tali da sparigliare le carte, almeno sul mercato, andando ad assicurarsi i giocatori più in vista delle rivali, generando sconforto nei tifosi avversari e regalano innumerevoli sgambetti in tal senso. Mentre sembra ben indirizzata la trattativa per Vlahovic, ennesima beffa ai danni della Fiorentina, vediamo i casi in cui la Juve ha saputo destabilizzare il mercato, dando vita a storici tradimenti.
1. José Altafini dal Napoli
Una delle rivalità più accese e vissute del panorama offerto dal calcio italiano è senza dubbio quella tra Juve e Napoli, una rivalità che apparentemente non dovrebbe presentare ragioni di natura geografica ma che, al contrario, finisce per caratterizzare infinite lotte intestine e innumerevoli contrasti.
Al di là della vicenda Higuain esistono radici più profonde e "tradimenti" legati a un calcio lontano: basti pensare a come José Altafini divenne "core 'ngrato" segnando da ex al Napoli, ormai sul finire della carriera, come beffa aggiuntiva al trasferimento dal Napoli alla Juve avvenuto nell'estate del '72, tra mille critiche da parte del popolo azzurro.
2. Roberto Baggio dalla Fiorentina
Quello che coinvolse Roberto Baggio nel 1990 divenne un vero e proprio caso anche a livello mediatico, un affare che causò critiche aspre ai Pontello e che vide il popolo viola ribellarsi in modo veemente di fronte all'addio del pupillo che si stava affermando a Firenze.
Si tratta di uno dei picchi più importanti nell'ambito della rivalità così sentita nel capoluogo gigliato, con la Juve come orchestratrice di un affare che (nel racconto del tempo) vedeva anche lo stesso Baggio come una sorta di vittima degli eventi, di un epilogo più grande di lui. Una percezione insomma ben diversa da quella emerse successivamente, con riferimento a Bernardeschi e Chiesa.
3. Fabio Cannavaro dall'Inter
Nell'agosto del 2004 Cannavaro pose fine all'avventura tutt'altro che memorabile in maglia nerazzurra per approdare alla Juventus, un trasferimento tra big del nostro calcio che ebbe strascichi importanti anche al di là del campo.
Dalla parte nerazzurra si rimproverava in qualche modo al difensore di aver forzato la mano per raggiungere la Juve, con tanto di accuse legate a una dedizione alla causa interista tutt'altro che salda. Accuse ovviamente rispedite al mittente dallo stesso Cannavaro che anzi, a posteriori, ha definito comunque importanti le stagioni vissute all'Inter.
4. Andrea Pirlo dal Milan
Una storia di rilancio per Pirlo, dopo 10 stagioni vissute con la maglia del Milan e condite da grandi successi ottenuti proprio in rossonero, a livello nazionale così come internazionale.
Un'apparente fase di declino che trovò nel passaggio in bianconero a parametro zero la spinta per invertire la rotta, per vivere una nuova giovinezza come regista ideale di quella Juve pronta inaugurare un ciclo storico a livello italiano. Da parte rossonera, ovviamente, rimase il rimpianto di aver visto un importante protagonista con la maglia del Milan divenire, negli anni, un "uomo Juve" a tutti gli effetti (con tanto di esperienza come tecnico).
5. Mirko Vucinic dalla Roma
Dopo il giallorosso di Lecce e quello della Roma, per Vucinic, l'esperienza italiana proseguì nel 2011 con la maglia bianconera della Juventus. L'ultimo anno nella Capitale ci racconta di 28 presenze e 10 gol ma, ancor di più, di un rapporto burrascoso con Ranieri, tale da condurre poi all'addio in direzione Torino.
Un'ombra, dunque, sul bellissimo percorso in giallorosso: a niente servì la volontà della società capitolina di cederlo all'estero, il montenegrino volle la Juve e proprio con la Juve ottenne i suoi primi Scudetti (agli ordini di Conte).
6. Miralem Pjanic dalla Roma
Da un giallorosso all'altro, da Vucinic a Pjanic a distanza di 5 anni. Nell'estate del 2016 il talentuoso centrocampista bosniaco percorse la stessa strada dell'attaccante montenegrino, lasciando la Roma dopo stagioni importanti e scatenando così la rabbia dei tifosi.
In tanti sottolineavano come Pjanic fosse destinato a essere solo uno dei tanti in bianconero, non più coccolato e apprezzato come accadeva in giallorosso. Al contempo non mancarono critiche nei confronti della dirigenza, colpevole di aver rafforzato una rivale, rendendola ancora più irraggiungibile.
7. Gonzalo Higuain dal Napoli
Siamo arrivati qui a uno degli emblemi del concetto di tradimento applicato al calcio, uno smacco imperdonabile agli occhi dei tifosi partenopei, dal risalto mediatico ovviamente superiore rispetto ad altri addii dolorosi del passato.
Da eroe e uomo dei record in azzurro, capace di far sognare Napoli, a trasferimento milionario verso la nemica di sempre, per renderla ancor più imbattibile e lontana. Uno sgarbo capace di rovesciare ogni prospettiva, di rendere chiaro quanto sia sottile e momentaneo il confine tra idolo e nemico giurato di una piazza.
8. Bernardeschi e Chiesa dalla Fiorentina
Non è ovviamente la sola omonimia, per quanto curiosa, a tracciare un filo conduttore tra Bernardeschi e Chiesa. Due trasferimenti conclusi tra Fiorentina e Juve a tre anni di distanza l'uno dall'altro ma, evidentemente, ricchi di aspetti in comune.
Si parla del resto di due giovani del vivaio gigliato che, in modo illusorio, erano stati individuati come possibili simboli futuri, come capitani di domani attorno a cui costruire la squadra. Un'illusione che si è poi scontrata col desiderio dei due giocatori di vestire la maglia bianconera, ricollegandoci in modo automatico a quanto sta accadendo proprio in queste ore.
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