Nuovi retroscena su Calciopoli: le voci dei protagonisti e i fatti inediti

Moggi
Moggi / STRINGER/GettyImages
facebooktwitterreddit

Lo scandalo calcistico principale del XXI secolo in Italia torna attuale. Il motivo è la puntata di Report andata in onda nella serata di lunedì 17 aprile sui Rai 3, "C'era una volta Calciopoli", di Daniele Autieri.

Una pennetta USB, contenente circa 170mila intercettazioni, molte rimaste inedite, consegnate da Luciano Moggi ad Andrea Agnelli durante l'Assemblea degli azionisti della Juventus di gennaio scorso e ottenuta dai colleghi di Report, che presenta così l'approfondimento: "Per la prima volta Report raccoglie le testimonianze e le rivelazioni dei protagonisti di quella vicenda: lo stesso Moggi, l’allora presidente della Federcalcio Franco Carraro, il designatore degli arbitri Paolo Bergamo, l’allora presidente della Lega Calcio Massimo Cellino, l’allenatore della Nazionale Campione del Mondo Marcello Lippi. Interviste che ricostruiscono un quadro del tutto inedito su quali furono le forze che si misero in moto per scardinare quel sistema di potere, accompagnate ad atti giudiziari ancora inediti che offrono la prova delle attività di spionaggio condotte da altri club nei confronti dei dirigenti della Juventus, oltre che di alcuni arbitri".

Le dichiarazioni di Bergamo

Il 5 maggio del 2002 l'Inter perde allo Stadio Olimpico contro la Lazio, e lo Scudetto finisce nelle mani della Juventus. Bergamo rivela che viene contattato per una cena da Massimo Moratti: "Moratti mi chiama dopo quel giorno. Io vorrei fare una cena insieme a lei. Sono andato a casa sua ai primi di luglio, ci mettiamo a sedere io, lui e le nostre mogli. Nemmeno 5 minuti e mi fa: lei mi deve dire perché gli arbitri ce l'hanno con l'Inter. Lui sosteneva che noi mandavamo arbitri ostili all'Inter, per farla perdere. Le indagini organizzate da Moratti? Non erano legali queste indagini, hanno dato origine a richieste di risarcimento danni. Sono certo".

Claudio Villa Archive
Claudio Villa Archive / Claudio Villa/GettyImages

Non è l'unico tema spinoso sollevato dall'ex designatore arbitrale (dal 1999 al 2005) Paolo Bergamo, che si sofferma anche sull'esistenza di un patto imprenditoriale che coinvolgeva parte della politica italiana. Il riferimento è all'onorevole Nicola Latorre, legato a Massimo d'Alema, che gli avrebbe esposto la nascita di un patto tra i più grandi rappresentanti dell'imprenditoria italiana con l'obiettivo di estromettere Moggi e Giraudo dallla squadra piemontese.

"C'era un accordo industriale tra Tronchetti Provera e Luca di Montezemolo. Grande Stevens, Gabetti e gli Elkann. Io ho saputo prima che Moggi e Giraudo li stavano facendo fuori, me l'aveva detto l'onorevole Latorre. La cordata formata doveva portare John Elkann a capo del gruppo Fiat, mentre la presenza di Giraudo e Moggi prevedeva che Andrea Agnelli sarebbe andato a capo. Riuscii dopo tanti tentativi a essere ricevuto dall'avvocato degli Agnelli, Galasso. Mi disse testualmente: Bergamo, io sono tifoso della Juve. In casa Agnelli si è preso in giro dieci milioni di tifosi, facendo apparire cose nelle quali ci sono cose che sappiamo vere. Non se la prenda, non dico altro, è una cosa che nasce nelle nostre teste". 

Raggiunto dai microfoni di Daniele Autieri, l'onorevole Latorre ha confermato i contatti con Bergamo affermando che: "Gli ho segnalato che stava per finire la Prima Repubblica del calcio".

Non solo la Juve, le parole di Lepore

È un passaggio importante anche quello dell'ex procuratore della Repubblica di Napoli Giandomenico Lepore, tra i magistrati che si sono occupati dell'inchiesta Calciopoli: "Iniziammo con la Juventus perché avevamo più elementi, dovevamo passare ad altre squadre. C'erano anche altre squadre, quasi tutte, diciamo la verità. Un bel giorno uscì un supplemento dell'Espresso (il Libro Nero, ndr) che riportava tutte le intercettazioni. Automaticamente i telefoni furono chiusi e rimase solo la Juventus. Chi diede le carte? Avevamo sospetti, ma elementi di prova mai avuti. Non lo sappiamo".

Una risposta parziale arriva dal Tribunale di Roma, secondo cui la fuga di notizie nasce all'interno del nucleo investigativo per mano di un pubblico ufficiale infedele. "Se fossimo andati avanti, ci sarebbero state altre squadre. Dopo la Juve, era pronta l'Inter" aggiunge il procuratore Lepore.

Le dichiarazioni sul derby d'Italia

Ci sono intercettazioni tra Bergamo e De Santis, Carraro e Bergamo, e Bergamo e Rodomonti riguardanti partite tra Juventus e Inter. Era un periodo delicato ed è proprio quello il leit motiv che guida queste conversazioni. Carraro, presidente Federcalcio, dopo aver chiesto chi ci fosse ad arbitrare la partita dice: "Mi raccomando che non aiuti la Juventus per carità di Dio, perché è una partita delicatissima in un momento delicatissimo della Lega".

Bergamo, intervistato da Autieri sulla questione risponde così: "Le vivevo come una situazione che dovevo affrontare. Che questa pressione fosse su di me, perché quello era il mio compito. Gli arbitri non hanno mai saputo niente di queste pressioni". Però in realtà, almeno in occasione di quella partita, c'è un'intercettazione Bergamo-Rodomonti che smentisce le parole dell'ex designatore.

La telefonata del designatore: "Mi raccomando Pasquale perché hai faticato per arrivare lì. Io mi aspetto che tu non sbagli niente. Oltretutto c'è una differenza tra le due squadre di 15 punti capito. Se ti dico proprio la mia in questo momento, se hai un dubbio pensa più a chi è dietro rispetto a chi è davanti, dammi retta".

Il sistema arbitri rivelato da Meani

Parla anche Leonardo Meani, addetto agli arbitri del Milan tra il 2001 e il 2005. Prima una conversazione con Collina, chiamato da Carraro per la proposta di diventare designatore. Poi un'altra con Galliani, in cui l'attuale dirigente del Monza comunica che il dossier di Paparesta è nelle mani di Gianni Letta, "che conosce la vicenda, e che interverrà".

Un favore per Paparesta, già accusato di aver favorito il Milan in varie occasioni. La rivelazione più importante di Leonardo Meani riguarda però il funzionamento del sistema arbitri. "Gli arbitri prendevano 5mila euro a partita. Se non facevano come dicevi, li fermavano sei partite. 6 x 5 sono 30mila euro".

De Santis, Facchetti e Bergamo

L'intercettazione di Meani con un giornalista sulla partita di Inter-Juve, arbitrata da De Santis, da molti considerati un sodale di Luciano Moggi: "Dicono che con De Santis l'Inter non vince? Quelli dell'Inter devono svegliarsi. Vedi la differenza, io quando ho giocato Juve-Milan De Santis non ce l'avevo neanche in griglia. Io ho preso il telefono e ho detto: se abbiamo De Santis spariamo i cannoni di Navarone".

Poi ancora De Santis, intercettato in una conversazione con Meani: "Ho fatto fare il silenzio stampa alla Juve, ma ti rendi conto? Non ci era mai riuscito nessuno nella storia del calcio".

Intercettazioni che però non salvano nemmeno l'Inter e Giacinto Facchetti, in una conversazione avuta con Bergamo riguardo a una Semifinale di Coppa Italia.

Facchetti: "Ho guardato lo score di Bertini: 4 vittorie, 4 pareggi, 4 sconfitte".
Bergamo: "Porca miseria, facciamo 5-4-4 allora, ma vittorie però".
Facchetti: "Diglielo che è determinante domani".
Bergamo: "È un ragazzzo intelligente, ha capito ora come si cammina. C'è voluto un po' a capire, ma insomma... È meglio tardi che mai dai"

Inter Milan's Honorary President Massimo
Inter Milan's Honorary President Massimo / STRINGER/GettyImages

Sulla questione Bertini nega una telefonata di Bergamo con lui e non ricorda di un Moratti nello spogliatoio. Interrogato da un Tribunale rivelava però che Facchetti disse: "Speriamo di correggere la prima casella con questa partita" (la casella delle vittorie dell'Inter).

Fiorentina e Lazio

Le intercettazioni riguardano parzialmente anche Fiorentina e Lazio, nella parte finale della stagione, e le telefonate in questione sono sempre tra Franco Carraro e Paolo Bergamo.

Carraro:"Chi è andato a Chievo Fiorentina". Paolo Bergamo:"Dondarini, è quello della doppia espulsione dottore". Ancora Carraro: "Vabbè avrà imparato dopo la scorsa volta no?". Bergamo: "Penso proprio di sì". Quella partita finì 2-1 per i Viola, con un rigore dubbio non concesso al Chievo.

Per la Lazio è sempre Carraro a informasi con Bergamo:"Domenica giocano a Milano e vabbè, è una partita oggettivamente difficile, però poi bisogna dargli una mano". Bergamo rassicura:"No, no, recuperiamo". La spiegazione dell'ex Presidente Federcalcio spiega sui biancocelesti:"La Lazio veniva da una serie di ingiustizie, giocano la partita a Roma e gli negano un rigore plateale. Avevo detto a Bergamo 'per favore state attenti, per favore diamo una mano alla Lazio'"

La condanna, per più di 10 persone, alla restituzione alla Federcalcio di circa un milione di euro non è ancora diventata effettiva, si attende la Cassazione. La Corte d'Appello ha riconosciuto che su Calciopoli "il problema non fosse ascrivibile al solo sistema Moggi, ma si trattasse di una corruttela diffusa".