Nuovo tecnico significa rivoluzione tattica? L'analisi in Serie A
Un dubbio che attanaglia spesso i nuovi tecnici. Quanto deve essere pesante, evidente, la mano del nuovo arrivato? È giusto proseguire sulla scia di un ciclo positivo cercando di modificare il meno possibile o è meglio stravolgere la situazione importando istantaneamente ogni nuova idea tattica?
La Serie A 2024-25, senza considerare Daniele De Rossi e Luca Gotti, subentrati in corso nella scorsa stagione, ha visto stabilirsi in panchina ben 13 nuovi tecnici (su 20). Tante novità alle quali dovremo presto abituarci, allenatori che hanno già, nella maggior parte dei casi, effettuato almeno un mese di lavoro sulla nuova panchina.
Chi ha deciso di puntare sul sistema di gioco del predecessore e chi sta invece operando delle novità sostanziali?
Nuovi tecnici, nuovi sistemi
Il cambio modulo più significativo sarà probabilmente quello di Antonio Conte che, dopo l'esperimento conservativo del post Spalletti guidato solo per pochi mesi da Rudi Garcia, Mazzarri e Calzona, modificherà il Napoli applicando il suo sistema spesso vincente. Una difesa a 3 caratterizzata dal grande lavoro riservato ai quinti e da un attacco che potrebbe essere sia una coppia che un tridente.
Stessa modifica, più o meno, toccherà a Raffaele Palladino. A Monza aveva virato sul 4-2-3-1 nella seconda parte della stagione, con la Fiorentina sta invece seguendo la via del 3-4-2-1, con cui ha illuminato in Brianza per i primi 18 mesi di gestione. La Juventus, che ha scelto di affidarsi all'allenatore rivelazione della passata stagione abbracciando un cambiamento che i tifosi anelavano da tempo. La squadra di Thiago Motta sarà costruita probabilmente sul 4-2-3-1 o sul 4-3-3, ritrovando una linea difensiva a quattro che mancava con continuità dalle gestioni Sarri-Pirlo.
Nuovi tecnici, vecchi sistemi
Ci sono però anche allenatori che hanno scelto di proseguire con l'idea di calcio trovata al loro arrivo, confermandola e attuando solo in alcuni casi piccolissime modifiche dal punto di vista dello schieramento in campo.
Il caso più eclatante è quello di Paulo Fonseca che si affiderà al 4-2-3-1, modulo maggiormente utilizzato da Pioli nei suoi 5 anni di gestione. Nel Milan ci sarà sicuramente qualche novità nel gioco e anche negli interpreti in campo, con la probabile promozione da titolare di Chukwueze e l'inserimento dei nuovi acquisti estivi Pavlovic e Morata. Non cambierà molto nemmeno Vincenzo Italiano, che a Bologna ha trovato una squadra preparata per passare dal calcio di Thiago Motta al suo. Se sarà 4-2-3-1 o 4-3-3 si tratterà di una piccolezza che non sconvolgerà i calciatori felsinei. La fluidità delle due proposte di gioco già accomunava i due tecnici nella passata stagione.
Paolo Vanoli prenderà in mano il Torino di Juric partendo dal 3-5-2, nonostante l'addio di elementi cruciali in difesa come Buongiorno e Rodriguez, e anche Kosta Runjaic, all'Udinese, sembra voler confermare la difesa a 3 che da anni caratterizza il club friulano. Leggermente più particolare invece il caso della Lazio di Marco Baroni. La formazione biancoceleste, la cui idea sembra partire dal 4-2-3-1, ma potrebbe scivolare in 4-3-3, sarà simile, almeno nello schieramento, a quella di Sarri, ma molto distante invece dall'idea di calcio proposta da Igor Tudor nei suoi pochi mesi nella Capitale.