O Maestro portoghese dell'assist e dell'eleganza. Manuel Cesar Rui Costa, uno degli ultimi veri 10
Manuel Cesar Rui Costa. O se preferite O Maestro. Basterebbe questo per presentare uno dei migliori calciatori degli ultimi 25 anni, non solo della nostra Serie A. Una carriera donata a 3 grandi maglie: Benfica, Fiorentina e Milan. Ha vinto una Coppa del Portogallo e un campionato portoghese mentre in Italia ha alzato al cielo tre Coppe Italia, due Supercoppe italiane, una Serie A, una Champions League e una Supercoppa Europea. Con la nazionale portoghese ha partecipato a tre Europei (1996, 2000 e 2004) e un Mondiale (2002), collezionando 94 presenze e 26 reti.
Scoperto da Eusebio
Rui e il Portogallo nel destino. Fu scoperto da un altro grande campione di tutti i tempi, Eusebio, che lo segnalò all'età di 5 anni. A 9 anni entrò a far parte della cantera del Benfica. Parliamo di anni '90 e 2000, già un altro tipo di calcio rispetto a quello attuale perché Manuel Rui Costa è stato uno degli ultimi romantici del calcio. Otto stagioni nelle giovanili del Benfica, seguite da un prestito al Fafe e dalla consacrazione nella prima squadra delle Aquile, con cui conquista campionato e Coppa di Portogallo. Si fa notare dalla Fiorentina che lo porta in Italia nel 1994.
L'amore viola
Cercato anche dal Barcellona, è il presidente della Fiorentina Vittorio Cecchi Gori ad acquistarlo per 11 miliardi di lire. Instaura sin da subito un rapporto idilliaco con la piazza di Firenze, abituata ai grandi talenti del calcio, e con Gabriel Omar Batistuta. Chiude il primo anno in Italia con 9 reti all'attivo (nel Benfica, in 3 anni di prima squadra, ne aveva segnati 10). La migliore dal punto di vista realizzativo sarà l'annata 1998-1999 con 14 (la migliore di sempre). Il gol per Manuel è importante ma a caratterizzarlo è un'innata eleganza. Danza sul pallone e inventa parabole incredibili, sfornando tanti assist per i suoi compagni. Manuel fa grande i suoi compagni. E' generoso e altruista. E' un vincente. Nel 1996 vinse Coppa Italia e poi la Supercoppa con la Fiorentina. Restò a Firenze anche dopo l'addio di Batistuta. Guidò la squadra da capitano ma le vicissitudini della società lo portarono via da Firenze, non senza versare lacrime. Lasciò la Fiorentina dopo 276 partite condite da 50 gol e tantissimi assist.
La consacrazione europea
Lo voleva l'ambiziosa Lazio di Cragnotti ma alla fine decise di andare al Milan. Lasciò la Fiorentina per 85 miliardi di lire (tantissimi all'epoca, oltre 40 milioni di euro). Un infortunio a un gomito alla prima gara in campionato ne condiziona il rendimento. Rui Costa non segna ma fa segnare. E anche Milano finisce con l'inchinarsi davanti al proprio re. Complessivamente in maglia rossonera ha vinto una Champions League (2002-2003), una Coppa Italia (2002-2003), una Supercoppa Europea (2003), un campionato italiano (2003-2004) e una Supercoppa italiana (2004), disputando 192 partite e segnando 11 reti. Ben 65 gli assist sfornati per i suoi compagni, più di 12 a stagione.
Il ritorno al Benfica e la fine
Dopo 5 anni al Milan decide di ricominciare dove tutto è iniziato, nel Benfica. Viene accolto da un popolo entusiasta, ogni partita è una festa. Manuel ha lasciato il segno senza 'disturbare' troppo. Era un numero 10 concreto: i colpi di tacco, le finte, i tocchi con la suola, niente sregolatezza, tanta sostanza.L '11 maggio 2008 ha giocato la sua ultima partita. O Maestro portoghese dell'assist e dell'eleganza. Un genio ma senza gli eccessi del genio: questo era Manuel Cesar Rui Costa. O Maestro.
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