Palladino-Gasperini, scontro diretto tra allievo e maestro: sorpresa in vista?

Palladino ha in Gasperini un riferimento noto ma potrebbe cambiare qualcosa proprio incontrandolo
Palladino e Gasperini
Palladino e Gasperini / Pier Marco Tacca/GettyImages
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L'immagine dell'allievo e del suo maestro, in ambito calcistico, rappresenta una sorta di cliché: una prospettiva ricorrente che descrive i tratti di continuità tra i primi passi di un giovane tecnico e la fonte da cui quello stesso allenatore attinge, le fondamenta su cui vuole costruire il proprio profilo. Appare fisiologico che le prime tappe nella storia di un allenatore prendano spunto da ciò che, negli anni precedenti, quello stesso tecnico si è trovato a vivere, magari da calciatore di alto livello e da ciò che ha osservato in campo: esistono in questo senso veri e propri guru, mostri sacri della panchina capaci di rappresentare il prototipo di un dato approccio tattico, punto di riferimento stabile a cui guardare.

Un allievo in cerca di sé

Spesso s'individua un filo diretto tra maestro e allievo, appunto, e c'è anche chi può vantare un vero e proprio esercito di "eredi" ideali: il caso di Gian Piero Gasperini è emblematico in tal senso, regalandoci una serie di tecnici che - più o meno dichiaratamente - hanno tratto e traggono ispirazione ancora oggi proprio dal tecnico che ha lanciato la Dea nell'Olimpo delle big. Da Juric a Thiago Motta passando per Tudor, abbondano gli allenatori che hanno individuato nello stesso Gasp un effettivo mentore: nella fitta schiera degli allievi gasperiniani figura anche Raffaele Palladino, pronto proprio ad affrontare il suo maestro in Atalanta-Fiorentina di oggi.

Raffaele Palladino, Gian Piero Gasperini
Raffaele Palladino (L), head coach of AC Monza, pats on the... / Nicolò Campo/GettyImages

Rispetto ad altri tecnici citati si può sottolineare come Palladino possa apparire tra i più equilibrati, senza voler esasperare nessuno dei concetti del calcio di Gasperini e aprendosi anzi ad altre soluzioni (del resto l'attuale tecnico viola ha citato Guardiola come altro esempio a cui guardare, non scomodando solo il Gasp). I dati sul possesso palla (fin dal percorso al Monza) tradiscono una ricerca diversa rispetto a quella di Gasperini, oggettivamente i viola si sono evoluti in un senso diverso rispetto al ciclo di Italiano - puntando a una ricerca più rapida della verticalità - ma il passaggio appare graduale rispetto al calcio professato da Gasperini con la sua Dea, in nome di una maggiore fluidità e della voglia di ricercare una costruzione più ragionata dal basso.

Un nuovo tratto di discontinuità?

Anche altri aspetti del calcio di Palladino hanno virato verso altre direzioni, possiamo ad esempio riferirci al ruolo dei braccetti di difesa (o meglio, dei terzi) e alla loro partecipazione attiva alla fase offensiva, avanzando il raggio d'azione e muovendosi senza palla con coraggio, fino a diventare elementi attivi nella costruzione e a regalarsi sortite offensive con continuità. C'è invece un aspetto di continuità evidente, il 3-4-2-1, che curiosamente potrebbe venire meno proprio in occasione di questo scontro diretto: l'assetto con due interni e due trequartisti fin qui non sta pagando - in casa viola - e negli ultimi giorni ha preso piede un'idea diversa, idea peraltro inedita per Palladino.

Raffaele Palladino
Palladino in viola / Gabriele Maltinti/GettyImages

I viola potrebbero passare infatti al 3-5-2 per dare più sostanza ed equilibrio alla metà campo (soprattutto qualora la scelta ricadesse su Mandragora, Bove e Cataldi). Al netto degli elementi di discontinuità già citati, che tracciano dunque un solco tra il maestro e il suo allievo, lo scontro diretto del Gewiss Stadium potrebbe sancire un nuovo passaggio a suo modo rivoluzionario per Palladino: il tecnico ha già dimostrato di non essere integralista, ricorrendo anche al 4-2-3-1 lo scorso anno, ed è evidente che una mediana a tre rappresenti una tappa importante di rinnovamento (per quanto forse provvisoria, soluzione d'emergenza). Si sottolinea peraltro come il cambiamento possa rappresentare anche una soluzione per rispondere a precedenti tutt'altro che confortanti per Palladino: nelle tre sfide contro Gasperini, infatti, ha fin qui sempre perso.