Un Pallone d'Oro per decennio: i vincitori più influenti

Un premio che, talvolta, non ha riguardato solo un anno o una stagione
Johan Cruyff
Johan Cruyff / R. Powell/GettyImages
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Il riconoscimento individuale rappresentato dal Pallone d'Oro ha certo un suo valore al presente, quello apprezzabile anche come mera rappresentazione di una stagione calcistica e di un talento capace di brillare rispetto agli altri, ma accanto a una simile valutazione, figlia delle circostanze e talvolta di una certa casualità, esiste un'impronta del premio più forte e duratura da sottolineare.

Esiste cioè l'impatto di figure calcistiche uniche impresso sul mondo del pallone, sul modo di considerarlo, di giocarlo e persino di raccontarlo: il Pallone d'Oro non solo come premio al talento ma come, nel tempo, timbro di un'impronta incancellabile su quello sfaccettato universo chiamato calcio.

Vediamo dunque, attraverso i decenni, quali possono essere individuati come i vincitori del Pallone d'Oro più iconici e rappresentativi della loro epoca calcistica, quelli in grado di lasciare il segno più di altri.

1. 1950-1960: Alfredo Di Stefano

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Alfredo Di Stefano / STAFF/GettyImages

Possiamo considerare per esteso il decennio '50-'60, nonostante il Pallone d'Oro sia stato istituito solo nel 1956, e possiamo farlo serenamente se lo associamo alla Saeta Rubia, ad Alfredo Di Stefano.

Un calciatore dall'impatto inarrivabile che ha segnato la storia di un club dal prestigio unico come il Real Madrid: 396 presenze e 308 gol coi Blancos, una sintesi perfetta di classe, tecnica e rapidità che ha condotto il giocatore di Buenos Aires a vincere per due volte il Pallone d'Oro (1957 e 1959) e ad arrivare sul podio nella prima edizione assoluta del riconoscimento.

Un campione iconico sia per quanto dato in campo, come trascinatore oltre che come uomo di classe, ma anche per il suo profilo umano, mosso da inesauribile ambizione e dalla immensa sete di successo (e del giusto riconoscimento) mostrata anche dalle varie scelte fatte per proseguire la carriera.

Fuoriclasse influente anche per la sua capacità di non incarnare soltanto il meglio di un singolo ruolo ma di eccellere in ogni gesto tecnico, in più zone del campo, diventando non strumento di un'orchestra ma l'orchestra stessa: ingredienti che, senz'altro, hanno lasciato un segno indelebile e in parte irripetibile.

2. 1960-1970: George Best

George Best
George Best / Evening Standard/GettyImages

Gli anni '60, osservando i giocatori che in quel decennio si sono assicurati il Pallone d'Oro, offre una panoramica vasta e multiforme sulle icone calcistiche del tempo: Sivori, Masopust, Yashin, Law, Eusebio, Chartlon, Albert, Best, Rivera.

Un vincitore diverso per ogni anno, dieci modi differenti di intendere il calcio e di rivelarsi grandi, lasciando il segno. Nessun vincitore multiplo dunque e nessun bis ma, di fatto, non può che spiccare il ruolo inarrivabile di George Best come simbolo di un'epoca (calcistica e non solo) oltre che come campione iconico per eccellenza, inarrivabile anche pensando a chi è venuto nei decenni successivi.

Il fatto stesso che tuttora, assieme ai dribbling e alle giocate, si ricordino citazioni e aneddoti della sua vita rende chiaro il segno lasciato da Best, un impatto a tutto tondo e non solo di campo. Restando semplicemente sul terreno da gioco parliamo di uno dei migliori specialisti di sempre nel dribbling, un fuoriclasse in grado di divertire e di sorprendere, di portare estro e fantasia ai massimi livelli.

3. 1970-1980: Johan Cruyff

Johan Cruijff
Johan Cruyff / Alessandro Sabattini/GettyImages

Il tema dell'impatto di un calciatore e della sua influenza sul mondo del pallone, pensando a un impatto duraturo e riconosciuto unanimemente, non può che condurci a individuare in Cruyff il Pallone d'Oro più emblematico del decennio che va dal 1970 al 1979.

Basterebbe un semplice fatto a giustificare la scelta: è stato il primo giocatore a vincere tre Palloni d'Oro (1971, 1973, 1974). Ma non possiamo fermarci al semplice e mero dato numerico, così come non possiamo farlo pensando esclusivamente ai trofei vinti con l'Ajax e a più di 400 gol in carriera.

Diventa infatti urgente e d'obbligo sottolineare quanto Cruyff abbia saputo condizionare e indirizzare, come nessuno, il modo d'intendere il calcio e di viverlo, da calciatore. Allenatore in campo (prima di diventarlo nel concreto, finita la carriera da calciatore), testa oltre che piede, sintesi più che mai efficace di tecnica, qualità atletiche e, soprattutto, intelligenza al servizio della squadra: un direttore d'orchestra divenuto espressione e simbolo del "calcio totale".

4. 1980-1990: Michel Platini

FOOTBALL-HEYSEL DISASTER-PLATINI
Michel Platini / DOMINIQUE FAGET/GettyImages

I due Palloni d'Oro consecutivi vinti da Rummenigge nel 1980 e nel 1981 potrebbero indurci a vederlo come il fuoriclasse di riferimento per il decennio se non fosse, poi, per le tre affermazioni consecutive di Michel Platini.

Le Roi vinse il Pallone d'Oro dal 1982 al 1985, sempre da giocatore della Juventus, e coi bianconeri ottenne il successo in campionato, in Coppa delle Coppe e in Coppa dei Campioni in quegli stessi anni. Si rivelò peraltro protagonista assoluto degli Europei del 1984 vinti con la Francia, anche in quel frangente rappresentò il giocatore più decisivo della quadra (9 reti nella competizione) proprio come succedeva in bianconero.

Un trequartista dalla classe sopraffina, con pochi eguali sui calci piazzati grazie alle pennellate che hanno fatto scuola, il tutto condito da visione di gioco, estro e numeri impressionanti anche pensando ai gol fatti (104 nella sua vita in bianconero).

Non si tratta qui, come nel caso di Cruyff, di un elemento in grado di condizionare lo sviluppo del calcio, il modo d'intenderlo in senso globale, ma certo di uno degli interpreti migliori di sempre a livello di classe e di estetica.

5. 1990-2000: Ronaldo

Ronaldo Nazario - Soccer Player
Ronaldo / Claudio Villa/GettyImages

Il panorama regalato dagli anni '90, un po' come accaduto dal 1960 al 1969, è più che mai ricco e variopinto: tutti vincitori diversi, uno per ogni anno, e tanti campioni che a modo loro seppero rivelarsi emblematici e in grado di lasciare qualcosa al mondo del pallone.

Parliamo del resto di elementi del calibro di Van Basten, Baggio e Weah ma, al contempo, tra il 1995 e il 2000 l'Europa fece i conti con un ciclone chiamato Luis Nazario de Lima Ronaldo, capace di arrivare secondo nel Pallone d'Oro del 1996 e di vincerlo nel 1997, ad appena 21 anni di età.

Tra il 1996 e il 1998 visse il suo periodo di grazia, con le maglie di Inter e Barcellona: Cannavaro ha spiegato come il Fenomeno abbia rappresentato, per quella generazione, qualcosa di simile a Pelé e Maradona per le generazioni precedenti, una sorta di alieno sceso sulla terra per umiliare intere difese, per ubriacare coi suoi dribbling e le sue finte.

Per certi versi un antesignano del campione inteso in senso moderno, pensando anche alle ricche sponsorizzazioni e alla popolarità raggiunta come "marchio" oltre che come fuoriclasse: riduttivo, ovviamente, associarlo semplicemente ai '90, considerando quanto ha realizzato poi col Real dal 2002 al 2006.

6. 2000-2010: Ronaldinho

Ronaldinho
Ronaldinho / FRANCK FIFE/GettyImages

Anche dal 2000 al 2009 il Pallone d'Oro ha regalato tutti vincitori diversi, senza nessuno che sia riuscito a ripetersi e a concedere il bis: parliamo nello specifico di Figo, Owen, Ronaldo, Nedved, Shevchenko, Ronaldinho, Cannavaro, Kakà, Cristiano Ronaldo e Messi.

Giocatori diversi sia per ruolo che per impatto sul calcio in senso assoluto: probabilmente anche uno come Zidane avrebbe meritato il titolo di elemento più influente del decennio in questione ma nel 2000 arrivò alle spalle di Figo, occorre dunque rivolgersi altrove.

Nello specifico, pensando a campioni divenuti icone e vissuti come tali già quando erano in attività, non può che spiccare Ronaldinho. Del resto è evidente come la parabola calcistica del funambolo brasiliano si sia giocata perlopiù nel periodo 2000-2010, col passaggio in Europa grazie al PSG e le stagioni magiche tra Barcellona e Milan prima del ritorno in Brasile.

Un talento precoce e già vincente in giovane età (un Mondiale vinto a 22 anni), capace di racchiudere in sé l'essenza di un modo di vivere il calcio: estro, facilità di dribbling, parabole che lasciano a bocca aperta, il tutto con un atteggiamento giocoso, un sorriso che dice tutto.

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7. 2010-2020: Lionel Messi

Barcelona's Argentinian forward Lionel M
Leo Messi / JOSEP LAGO/GettyImages

Il 2009 ci aveva già introdotti nell'incedibile mondo di Leo Messi, considerato il Pallone d'Oro vinto ad appena 22 anni, ma quanto accaduto successivamente è riuscito persino a superare attese e aspettative più rosee riposte nell'argentino.

Messi è diventato il miglior marcatore nella storia della Liga, il giocatore più titolato nella storia del Barcellona e, in assoluto, è riuscito a inserirsi a pieno titolo nell'Olimpo del calcio, tra i grandi di sempre.

Tra il 2009 e il 2012 il Pallone d' Oro è sempre stato suo, quattro edizioni consecutive, per poi aggiungere anche le affermazioni del 2015, del 2019, del 2021 e del 2023, con in aggiunta il secondo posto nel 2013, 2014, 2016 e 2017.

Il numero di Palloni d'Oro vinti non può che dimostrare come il periodo 2010-2020 sia stato quello della consacrazione assoluta, con la capacità però (talvolta anche criticata da tifosi e addetti ai lavori) di mantenere un rapporto preferenziale col Pallone d'Oro anche dopo la fine della sua era blaugrana (ben oltre, dunque, il 2020).

Si può e si deve ovviamente sottolineare come, accanto al mito di Messi, si sia imposta una macchina da guerra del calibro di Cristiano Ronaldo: anche CR7, come l'argentino, ha saputo e sa essere influente e iconico, proponendoci un'idea diversa di campione, di talento coltivato nel tempo e con professionalità maniacale, anche al di là della classe innata, come "dono".