Paradosso Fiorentina, tra entusiasmo e chiusure (reali e metaforiche)
La marcia di avvicinamento della Fiorentina alla nuova stagione, stavolta, assume un sapore diverso e non vede le voci di mercato (per quanto presenti) come unico tema portante del racconto quotidiano: esistono infatti, ben visibili, altre questioni più o meno cruciali e valide non solo sul breve periodo, risultando centrali anche per le stagioni che verranno.
Il clima, svincolandosi dunque dal mercato, è quello di una certa ambiguità tra slanci di entusiasmo e altrettanti inviti alla prudenza (più o meno impliciti), un paradosso che da un lato ci racconta di concrete ragioni di fiducia e, dall'altro, ci mette davanti ai soliti e ormai celebri "nodi burocratici" dall'impatto più che mai pratico e visibile.
L'entusiasmo: Viola Park e abbonamenti
Partendo dalle note liete non si può mancare di sottolineare come l'effetto Viola Park porti in dote, come logico che sia, carica di entusiasmo e proiezione al futuro: è evidente che la proprietà voglia sottolineare quanto il centro sportivo sia un fiore all'occhiello che pochi possono vantare (con investimenti dalla portata più unica che rara nel contesto italiano), d'altro canto ciò che spicca piacevolmente è il senso di stupore con cui lo staff di Italiano, lo stesso tecnico e il gruppo a disposizione stanno vivendo questi primi giorni nella loro "nuova casa".
Già al presente, insomma, è chiaro quanto una struttura simile possa rappresentare un valore aggiunto, anche in senso pratico e quotidiano, trovando del resto il timbro di garanzia di uno come Marco Savorani (ex preparatore dei portieri del Tottenham, oggi in viola) pronto a tessere esplicitamente le lodi del Viola Park e ad accostarlo senza giri di parole proprio al centro sportivo degli Spurs (definendolo persino potenzialmente superiore).
Un entusiasmo, questo, che fa da sponda a un senso di riconoscenza nei confronti della proprietà e che d'altro canto (sulla scia delle due finali dello scorso anno) si riflette anche sugli abbonamenti e sulla fiducia espressa concretamente dai tifosi: oggi La Nazione sottolinea quanto il dato di 13.500 abbonamenti sia incoraggiante e renda valida l'idea di raggiungere i numeri dello scorso anno (21.400 tessere).
Il tutto sottolineando come, di fatto, la dote di fiducia non dipenda strettamente dal mercato: gli abbonamenti non si legano insomma a colpi di mercato ad effetto ma, più globalmente, alla fiducia nell'operato della società. Accanto ai temi che portano entusiasmo, dunque, si collocano altre questioni, stavolta spinose, pensando sia al Viola Park che - ancor di più - all'iter che dovrebbe condurre al restyling dell'Artemio Franchi (col nodo del possibile allontanamento della squadra dallo stadio e delle necessarie soluzioni di ripiego durante i lavori).
Le chiusure: agibilità del Viola Park e "caso Padovani"
Sul fronte Viola Park il tema caldo è quello dell'apertura ai tifosi: l'amichevole odierna col Parma si giocherà a porte chiuse così come quella di domenica contro il Catanzaro, una situazione che ha scatenato ovviamente il disappunto dei tifosi oltre che della società. Si trattava del resto di due occasioni ideali per far conoscere ai tifosi viola il nuovo centro sportivo, prima dell'inaugurazione vera e propria che si terrà in autunno.
La strada per l'agibilità, spiega Repubblica, non è in discesa: lo stadio Curva Fiesole non è ancora ritenuto utilizzabile, pensando alla via d'uscita dal campo, che porterebbe i giocatori a passare in un'area riservata ai tifosi (situazione ritenuta rischiosa a livello di sicurezza). Al contempo c'è il tema della recinzione dello stadio: i muri non sono modificabili, poiché vincolati dalla soprintendenza, ma non rispettano l'altezza richiesta minima di 250 cm ed è dunque necessaria una deroga (per la quale serviranno il nullaosta del CONI e il permesso del Prefetto).
Solo a quel punto la commissione provinciale potrà dare l'agibilità: non si tratta, insomma, di tempi ristretti. Un nodo ancor più complesso da scioglere è poi quello del restyling del Franchi, anche volendosi distaccare dal tema dei fondi del PNRR (e dei 55 milioni di euro non assegnati al progetto, a differenza di quanto inizialmente indicato). Il punto ora riguarda concretamente lo stadio in cui i viola potranno giocare dopo l'inizio dei lavori: la società sa che lo spostamento al Padovani comporterebbe importanti perdite a livello di biglietti e di diritti TV, perdite che potrebbero persino avvicinarsi ai 30 milioni di euro nel biennio 2024-2026.
Se il Comune continua a spingere appunto sul discorso Padovani, insomma, la Fiorentina non vede al momento le condizioni necessarie per spostarsi dal Franchi, avendo peraltro ribadito più volte di non voler contribuire in alcun modo ai lavori (necessari e importanti) per rendere agibile lo stadio del rugby in ottica Serie A. L'entusiasmo per un centro sportivo all'avanguardia e la fiducia dei tifosi nella società, insomma, trovano un contraltare amaro in tutte quelle questioni burocratiche che - ancora una volta - rischiano di macchiare un idillio, di mettere i bastoni tra le ruote al salto di qualità del club fuori dal campo.