Per il Paris Saint-Germain non esiste Fair Play Finanziario?

Nasser Al-Khelaifi e Leonardo
Nasser Al-Khelaifi e Leonardo / John Berry/Getty Images
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Nella scorsa stagione, il Paris Saint-Germain è andato ben al di sotto delle aspettative: secondo posto in Ligue 1, fuori in semifinale di Champions League e appena un titolo conquistato, la modesta Coupe de France. A pochi giorni dal termine del campionato, lo sceicco qatariota Nasser Al-Khelaifi aveva gridato vendetta, promettendo una campagna acquisti importante per rinforzare la rosa.

Si parlava di un budget da circa 180 milioni di euro, una cifra che lascia sconcertati già normalmente, ma che sorprende ancor di più se si considera la crisi economica in cui versa il mondo del calcio. All'inizio pensavamo che questo tesoretto si sarebbe formato grazie alle cessioni dei vari esuberi, ma ad oggi Icardi, Paredes, Rafinha e Draxler sono ancora a Parigi.

Sebbene le operazioni in uscita fatichino a bloccarsi, il direttore sportivo Leonardo non sembra avere problemi nel portare avanti una serie di acquisti onerosi. La prima manovra nella strategia parigina è stato il rinnovo di Neymar. Nei primi di maggio, l'asso brasiliano ha prolungato il proprio contratto fino al 2025, accettando uno stipendio da 36 milioni a stagione.

Inoltre, prima dell'inizio di Euro 2020, il PSG ha annunciato sui propri canali social di aver ingaggiato Gini Wijnaldum a parametro zero . Sul contratto si legge che l'olandese percepirà 9 milioni di euro a stagione, più del doppio di quanto percepiva al Liverpool. Il 30enne ha deciso di accettare la proposta del club qatariota perché nettamente superiore a tutte le altre che gli erano state avanzate.

Ma il Paris non si è fermato alle semplici operazioni a parametro zero. Appena ieri ha infatti concretizzato l'acquisto dall'Inter di Achraf Hakimi per la 'modica' cifra di 70 milioni. Considerando l'andamento del mercato in una condizione normale, il prezzo pagato sembra congruo al valore del giocatore, ma visto che il Covid ha ridimensionato l'economie delle squadre di calcio, quest'operazione ha un livello estremamente alto.

Tuttavia, il PSG non sembra intenzionato a fermarsi e continua a infiammare il calciomercato. Una delle operazioni destinate a segnare l'estate 2021 è sicuramente l'ingaggio di Sergio Ramos, annunciato proprio stamani. Lo spagnolo era stato scaricato dal Real Madrid perché il suo stipendio (rapportato alla sua età) era ritenuto eccessivamente gravoso per le casse del club che l'ha fatto partire a parametro zero.

In attesa dell'ufficialità, diamo per certo anche il quarto grande acquisto, quello di Gigio Donnarumma. Il portiere azzurro sta aspettando di chiudere la propria esperienza a Euro 2020 (magari da vincitore) prima di firmare il nuovo contratto. A Parigi, l'ex rossonero percepirà finalmente quei 12 milioni a stagione che i rossoneri gli avevano negato.

Dopo Wijnaldum, Hakimi, Ramos e Donnarumma, resta ancora un'operazione sul taccuino di Leonardo: il rinnovo di Kylian Mbappé. Si tratta di una trattativa delicata, dal momento che il francese, depresso per l'Europeo deludente, ha minacciato di lasciare la squadra a parametro zero nel 2022, quando scadrà il suo accordo con i parigini. Per convincere l'enfant prodige a restare, non basta mettere in piedi una rosa competitiva, ma bisognerà mettere sul piatto un'offerta congrua che lo ponga sullo stesso livello (economico) del compagno Neymar.

E il Fair Play Finanziario?

A conti fatti, vediamo come il PSG abbia già sperperato 2/3 del budget messo a disposizione dello sceicco. Quindi, oltre ad aspettarci altre manovre in uscita, ci chiediamo cosa permetta al Paris di spendere tutti questi soldi. Non esiste per loro il Fair Play Finanziario?

Ormai da tempo, il FPF viene considerato morto, ma finché non sarà ufficialmente decaduto, continuerà a far sentire la propria presenza. Per chi non sapesse come funziona, questa misura prevede - in linea di massima - che un club spenda meno di quanto incassa, con l'obiettivo di ridurre i debiti delle società calcistiche. Sin dalla sua approvazione, la legge ha da subito destato polemiche e, come ci si aspettava, non ha fatto altro che aumentare il gap tra le squadre ricche e quelle più povere.

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Il Presidente dell'UEFA Aleksander Ceferin / ANDREAS SOLARO/Getty Images

Per tutta la durata del FPF, il PSG non ha avuto di certo problemi. Un club abituato a incassare milioni di euro all'anno tra sponsorizzazioni, merchandising e biglietti poteva permettersi di spendere a proprio piacimento. Ci ha pensato però la pandemia a evidenziare le contraddizioni nel modello del Paris. Come afferma l'Espresso, se 2/3 dei club europei dipendono dagli introiti dei diritti tv, metà degli incassi dei parigini dipende dal settore commerciale. Al-Khelaifi ha messo a punto un fine maquillage finanziario.

Ma perché nessuno punisce il Paris Saint-Germain?

La diplomazia nel calcio

Nasser Al-Khelaifi, Aleksander Ceferin
Aleksander Ceferin e Nasser Al-Khelaifi / Xavier Laine/Getty Images

A quanto pare, il calcio è come la guerra, ma con altri mezzi. Esistono alleanze, esistono favoritismi, ci sono i club che devono rispettare le regole e quelli che possono bypassarle. Come riporta ancora l'Espresso, il presidente del Paris Saint-Germain sarebbe in ottimi rapporti col Presidente dell'UEFA Aleksander Čeferin; un feeling reso ancora più intenso dopo il rifiuto da parte del qatariota di prender parte alla secessione della Super League.

Proprio come in un evento bellico, la decisione di condannare l'ammutinamento è stata una fine operazione di diplomazia che ha rinforzato la posizione di Nasser nello scacchiere calcistico mondiale. Dopo il litigio tra Čeferin e Andrea Agnelli, il ruolo di presidente dell'ECA è stato infatti assunto dal patron parigino.

La verità è che, vista la bassa popolarità di cui Ceferin gode, il Presidente UEFA ha bisogno di Al-Khelaifi per consolidare il proprio potere. L'avvocato sloveno aspetta impazientemente notizie dal Tribunale europeo del Lussemburgo; a giorni è atteso infatti l'esito del ricorso presentato da Florentino Perez che propugna la liceità della Super Lega.

Ma se Ceferin trema in vista di una sentenza che potenzialmente potrebbe soverchiare le istituzioni calcistiche europee, Al-Khelaifi è tranquillo: i miliardi qatarioti permettono al calcio di sopravvivere e non possiamo farne a meno.


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