Paulo Fonseca sente la fiducia del Milan e chiede tempo per trovare continuità

Paulo Fonseca
Paulo Fonseca / PIERO CRUCIATTI/GettyImages
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Vigilia di Derby in casa Milan. Nella serata di domani la squadra rossonera affronterà i cugini dell'Inter per la sfida valida per la quinta giornata di Serie A. Un match molto delicato per Paulo Fonseca che dopo la sconfitta in Champions League contro il Liverpool si gioca il futuro sulla panchina milanista. Una sconfitta o una prestazione sotto le aspettative potrebbe portare all'esonero del tecnico portoghese. Come di consueto, alla vigilia della partita, il mister rossonero ha parlato in conferenza stampa analizzando la situazione della sua squadra e degli avversari.

"C'è una grande frustrazione ma consapevolezza di essere uniti per uscire da questa situazione. La squadra ha capito il momento, lavoriamo insieme per fare il meglio. Giochiamo contro una squadra molto forte, può essere sicuramente importante. Mi piace vedere le cose positive, vincere vorrebbe dire tanto".

"Non penso al mio futuro. La cosa più importante è pensare alla squadra e al derby. Quello che ho fatto è quello che faccio sempre: fare il mio lavoro e preparare i giocatori. Ho sempre sentito la fiducia da parte della società sul mio lavoro. Non è cambiato nulla. Capisco la curiosità su quando Ibrahimovic viene a Milanello, siamo vicini e parliamo spesso. È normale che sia così".

"Non voglio trovare scuse e solo affrontare la situazione, con il lavoro e parlando con i miei giocatori. Abbiamo dei buoni momenti nella partita, ma ci manca la continuità. Sento che la squadra sta crescendo ogni giorno, abbiamo sicuramente bisogno di tempo. Continuo a credere in quello che faccio".

"Mi sarebbe piaciuto farvi vedere l'atteggiamento e il volto dei miei giocatori in questa settimana. Sono stati tre giorni di lavoro fantastici ed è per questo che ho fiducia nel futuro".

"È normale che ad ogni partita abbiamo strategie diverse. Sappiamo di affrontare una squadra molto forte e l'abbiamo preparata in funzione dei nostri avversari, ma noi vogliamo sempre avere la palla e dominare quando è possibile. Dal mercato ho ricevuto quello che abbiamo preparato e studiato per formare una squadra fortissima, adesso però non lo siamo ancora".

"Contro la Lazio abbiamo difeso bene perché abbiamo tenuto noi la palla, la differenza sta tutta qui. Come battere l'Inter? Segnando un gol in più. Io credo in una forma di vincere. So che qui non si valorizza molto il gioco ma quando mi hanno scelto è perché volevano cambiare qualcosa. Continuo a dire la stessa cosa: quando una squadra ha spesso il possesso del pallone ha più probabilità di vincere. Con i giocatori che abbiamo dobbiamo averla di più e creare di più".

"Contro il Liverpool c'è stato il 50-50 di possesso palla tra noi e loro. Sicuramente non abbiamo fatto una bella partita e abbiamo perso meritatamente. Con il Liverpool non è mai facile creare ma in 4-5 situazioni potevamo essere pericolosi, se solo avessimo scelto meglio l'ultima giocata. Salah è stato il giocatore che ha toccato meno volte il pallone ma quando l'ha avuta ha preso sempre la decisione giusta, e infatti ha preso anche due traverse".

"Non ho ricevuto nessuna voce su un mio esonero e sui contatti tra il Milan e altri allenatori, altrimenti non potrei lavorare qui in tranquillità. È importante quello che sento qui, accanto alle persone per cui lavoro".

"Quando non si vince la cosa più semplice è cercare di trovare scuse. Quando non si vince non ci sono leader, questo o altro. Penso che abbiamo giocatori che sono leader e che fanno bene questo ruolo. Il momento è quello che è ma non c'è mancanza di leadership nel gruppo".

"Contro l'Inter, quando non abbiamo palla dobbiamo recuperarla velocemente, non stiamo giocando contro una squadra debole e ci saranno momento in cui dobbiamo per forza difendere bassi e corti. Se non vogliamo avere questi momenti allora non dobbiamo perdere la palla con facilità. Ho fiducia in tutti i miei centrali difensivi, ho la possibilità di scegliere in base all'avversario e al momento".

"Parlo sempre con i giocatori e dico che dobbiamo essere sempre gli stessi, non importa del risultato: dobbiamo avere la nostra identità. È un processo nuovo, quando c'è un cambiamento c'è bisogno di tempo ma con fiducia, lavoro e tempo si arriva a dominare tutti i momenti della partita. Stiamo crescendo per essere così".


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