Perché alla Samp conviene cedere Sabiri
E' stata una prima metà di stagione non proprio semplice per Sabiri. Il centrocampista della Sampdoria, complici l'infortunio e lo switch d'allenatore che ha visto Stankovic succedere a Giampaolo, ha vissuto un autunno complicato. Parola d'ordine? Riscatto, o meglio cambiamento. La vetrina qatariota sicuramente è una buona occasione per il marocchino: tante squadre - dopo la vittoria del Marocco contro la Spagna - hanno già annotato sul loro taccuino il profilo del giocatore blucerchiato. Fiorentina, Napoli e ultimamente Lione hanno chiesto informazioni, con la Samp che adesso si sfrega le mani in vista di un tesoretto.
Sabiri, inoltre, è stato protagonista nel match con la Spagna. Molti l'avevano accusato di prolungare i tempi di recupero dall'infortunio per arrivare al meglio al Mondiale, ma niente di tutto ciò. Il giocatore non sta giocando con continuità neanche col Marocco, ma la sua prova agli ottavi ha riempito di gioia gli allenatori: rigore calciato alla perfezione e sacrificio in difesa, qualità generalmente non indicata nelle sue corde.
Tornando al calciomercato la situazione in casa Samp non è poi così tranquilla: tra poco ci sarà l'assemblea degli azionisti con il club che vive un momento di assoluta incertezza. Anche qui un'altra parola d'ordine: monetizzare. Oltre a Caputo, Sabiri è tra i cedibili e il suo prezzo potrebbe salire vertiginosamente. Il Mondiale - in qualche modo - farà la sua parte: il Marocco si prepara alla sfida contro il Portogallo e in caso di vittoria non sarebbe da escludere una pretesa persino più alta dei blucerchiati sul prezzo del giocatore.
Il tavolo delle trattative può avere quindi qualche sedia in più: Sabiri fa gola, e per la Samp è necessario vendere. Come già sottolineato in precedenza Napoli, Fiorentina e Lione lo seguono, ma ci sono anche altre pretendenti che potrebbero inserirsi, ovvero le squadre arabe. In un momento complicato bisogna vendere, non solo per comprare ma anche per salvare i conti, ed è opportuno quindi fare una rinuncia specialmente per dare una boccata d'ossigeno al bilancio e per incassare una plusvalenza succosa. Ma, soprattutto, per reinvestire e per cercare di centrare una salvezza al momento utopica.
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