Perché Argentina-Messico dovrà essere la partita di Leo Messi
Difficilmente alla vigilia dei Mondiali in Qatar qualcuno avrebbe potuto pronosticare Argentina-Messico come crocevia della Coppa del Mondo per l'Albiceleste, come appiglio per rimettersi in piedi dopo un duro colpo al debutto. Non solo: sarebbe stato complesso figurarsi uno scenario simile anche dopo il primo tempo della sfida contro l'Arabia Saudita, tramutatasi da potenziale goleada argentina a clamorosa debacle (tale da interrompere una lunga striscia di risultati utili consecutivi).
Se la sfida delle 20 appare dunque come proverbiale appuntamento da dentro o fuori per l'Argentina è altrettanto chiaro che, non solo simbolicamente, il peso del momento ricada in modo dirompente sulle spalle di Lionel Messi, non soltanto a livello tecnico.
Riscatto Mondiale
Il rapporto tra Leo Messi e i Mondiali, anche al di là del rapporto in sé con la sua Argentina spesso toccato da una sorta di distacco, è notoriamente la croce con cui il fuoriclasse ha dovuto convivere, accanto alla propria ascesa inarrestabile a livello di club, nel suo Barcellona. Suo, appunto, un rapporto di identità che nell'ambito della Nazionale albiceleste non si è mai manifestato nell'ambito di un Mondiale: fino a qui, però, non mancava uno spazio implicito per un riscatto, per un nuovo banco di prova in cui Messi (finalmente) avrebbe dimostrato di essere Messi anche con la sua Nazionale, anche in una Coppa del Mondo.
Adesso la situazione è diversa e non prevede prove d'appello, non prevede scenari futuri a cui aggrapparsi: la sfida col Messico potrebbe essere l'ultima e più pesante chance per vestire i panni del trascinatore e per continuare a sognare quel successo tanto ambito, quello che cancellerebbe quella storica bivalenza tra il Messi albiceleste e quello "europeo". Il rapporto tra Messi e la sua Argentina, insomma, ora più che mai si decide al tempo presente.
La sfida eterna con CR7
La prima giornata dei Mondiali di Qatar ha già offerto un primo assaggio della sfida epica tra Messi e Cristiano Ronaldo, di quel duello a distanza a suon di record: in entrambi i casi, è evidente, il mero dato anagrafico rende ancor più cruciale l'entità del duello.
Si tratta di un incrocio di indubbio fascino, di un ultimo ballo insieme e della possibilità di incidere in modo ancor più definito il proprio nome nella storia. Messi ha segnato in 4 Mondiali, CR7 lo ha fatto in 5, Messi ha segnato 7 reti ai Mondiali, CR7 ne ha segnate 8: i margini sono ridotti e, pensando ai gol complessivi in Coppa del Mondo, esiste ancora spazio per una volata a due.
Il tutto, però, passa anche in questo caso della sfida col Messico in programma stasera: un necessario scatto per tenere viva questa sfida eterna e non lasciarla appassire malinconicamente, proprio sul finale.
Evitare l'abisso
Il discorso si sposta poi in modo diretto sul collettivo più che sul singolo, cioè sul peso di Messi in una missione ineludibile per l'Argentina: abbandonare i Mondiali in un girone con Arabia Saudita, Messico e Polonia sarebbe senz'altro un fallimento del tutto impronosticabile, per una Nazionale legittimamente inserita tra le favorite per la conquista della Coppa.
La finale raggiunta nel 2014 e persa col Brasile rappresenta del resto l'unico risultato degno di nota dell'Argentina ai Mondiali, nell'era di Messi: chiudere tale pagina storica con un'eliminazione nella fase a gironi sarebbe uno scotto troppo duro, a livello individuale così come per l'intero Paese, partito con aspettative del tutto diverse nei confronti della squadra di Scaloni.
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