Perché Dries Mertens merita il rinnovo col Napoli
Poco più di 10 minuti: questo è il tempo che Dries Mertens ha avuto a disposizione nella partita contro il Milan. Il Napoli era sotto e per questo Luciano Spalletti aveva pensato di mandare in campo il belga per tentare una rimonta insperata.
Ma nemmeno un attaccante da 144 reti è stato in grado di aiutare i partenopei che a quel punto hanno incassato una sconfitta potenzialmente decisiva in ottica scudetto. Al termine della partita, Mertens era visibilmente uno dei più delusi, perché questa potrebbe essere l'ultima stagione utile per vincere uno Scudetto che manca dal '90.
Infatti, il suo contratto scadrà il prossimo giugno e finora nessun rappresentante della società ha bussato alla sua porta per proporgli di restare ancora. Salvo sorprese, il futuro del belga sarà lontano dal Golfo ed è per questo che lui farà di tutto per regalare ai tifosi la tanto ambita coppa.
A mio avviso sarebbe però una mossa azzardata lasciar partire Dries così a cuor leggero. D'altronde, dobbiamo ricordare che dal prossimo 1° luglio il Napoli perderà già Lorenzo Insigne, promesso sposo del Toronto, che lascerà la squadra orfana di un leader dello spogliatoio.
Se il capitano azzurro è napoletano di nascita, Mertens lo è diventato d'adozione. Sin dal suo arrivo in Campania si è creato un grande feeling con la gente del posto che, per consacrarne l'appartenenza, ha deciso di soprannominarlo "Ciro". È raro che un giocatore straniero si ambienti così bene, che intrecci in maniera così indissolubile le proprie radici con quelle della città in cui gioca. Mertens invece è amato da tutti. Conosce ogni vicolo del centro, sa fare il caffè con la moka, parla il dialetto: è napoletano quanto Totò.
Purtroppo però il calcio sta assumendo le sembianze di una macchina crudele in cui chi non è più fondamentale dev'essere rimpiazzato da giocatori più giovani e aitanti. Non c'è più spazio per il romanticismo, per l'attaccamento alla maglia.
Magari Mertens non sarà più quel centravanti atipico capace di farsi beffa di difensori grossi il doppio di lui, le sue gambe non hanno più quei 20-30 gol tra tutte le competizioni e il suo fisico non gli permette più di giocare tante partite di fila. Se la mettiamo sotto questo aspetto è indiscutibile che il belga non possa più essere un titolare del Napoli.
Eppure quand'è in campo, seppur per 10 minuti, ci mette l'anima, è come se a giocare fosse l'incarnazione stessa di tutti i tifosi. Di questo De Laurentiis dovrebbe sicuramente tener conto.
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