Perché il Milan di Stefano Pioli deve abbandonare il 4-2-3-1?

Stefano Pioli, tecnico del Milan
Stefano Pioli, tecnico del Milan / Danilo Di Giovanni/GettyImages
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Crisi nera. Il 2023 del Milan non è iniziato nel migliore dei modi. I risultati ottenuti in questo mese di gennaio stanno spaventando la dirigenza e tutto l'ambiente rossonero, che rischia di scivolare fuori dalla zona Champions League, obiettivo minimo stagionale, dopo aver perso definitivamente contatto con il primo posto occupato dal Napoli.

Una vittoria, due pareggi e due sconfitte in Serie A, oltre alla pesante eliminazione dalla Coppa Italia agli ottavi di finale e l'altrettanta mazzata in Supercoppa Italiana contro l'Inter. Il Milan non è più quella squadra spensierata capace di vincere lo Scudetto contro tutti i pronostici. I motivi potrebbero essere molteplici, sia di natura mentale che fisica, ma anche tattica.

E proprio il 4-2-3-1 di Stefano Pioli ad entrare nel mirino dei media e dello stesso tecnico. Dopo il pesante ko interno subito contro il Monza, l'allenatore rossonero ha messo in discussione tutto, dall'atteggiamento della squadra all'equilibrio del modulo che tante soddisfazioni ha dato al mister nell'ultimo anno. Forse è tempo di cambiare.

Gli avversari hanno preso le contromisure al 4-2-3-1 del Milan

Le fortune del Milan sono nate con l'intuizione di Stefano Pioli di schierare la squadra con il 4-2-3-1, creando una diga centrale formata inizialmente da Kessié e Bennacer o Tonali, e un reparto d'attacco libero di inventare, soprattutto liberando Rafael Leao da compiti rigidi in fase di non possesso palla. L'equilibrio veniva garantito dall'out destro offensivo, con Saelemaekers impegnato più in fase di ripiego che in fase d'attacco. Quando necessario, anche nel ruolo di trequartista veniva utilizzato un giocatore meno offensivo (vedi Krunic o l'esperimento Kessié).

Il resto lo faceva la spensieratezza della squadra, non pressata da pronostici a proprio favore, l'unità di squadra e anche una difesa che - a tratti - sembrava impenetrabile, nonostante le scorribande offensive di Theo Hernandez.

Con il passare dei mesi però gli avversari hanno trovato le contromisure, chiudendo gli spazi a Rafael Leao e Theo Hernandez per quanto riguarda la fase difensiva, e alzando il ritmo della partita (punto debole rossonero, da sempre) in fase propositiva, oltre ad approfittare delle difficoltà difensive.

La squadra non è nelle condizioni per garantire equilibrio al 4-2-3-1 del Milan

Cambiare modulo quindi diventa necessario, se non un obbligo. La squadra non ha più equilibrio, forse dovuto ad una condizione fisica non eccezionale, forse semplicemente ha perso - in parte - quello spirito di sacrificio che gli ha permesso, fino a pochi mesi fa, di trovare un equilibrio tattico anche con una squadra iper offensiva.

La difesa a tre, utiizzata in pochi spezzoni recentemente, non ha convinto totalmente. A questo punto è più probabile un passaggio ad un 4-3-3 con un centrocampo a tre che dovrebbe garantire più filtro in mezzo al campo e meno spazi tra le linee.