Perché il Newcastle sarebbe la soluzione ideale per CR7

CR7
CR7 / Christopher Lee/GettyImages
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È notizia ben nota quella della rottura "con effetto immediato" tra Cristiano Ronaldo e il suo ormai ex club Manchester United. Adesso per CR7 si aprono tanti possibili scenari, a lui più o meno congeniali. L'unica certezza è che, nonostante i 37 anni, la voglia di essere protagonista e decisivo a certi livelli è rimasta ancora invariata.

Per questo è al momento poco percorribile una sua avventura in Arabia, dove sì avrebbe la possibilità di guadagnare tantissimi soldi, in un campionato però con un appeal sulla carta inadeguato rispetto alle sue richieste sportive.

Perché il Newcastle è la pista ideale?

Quindi, tra le tante ipotesi al vaglio in questo momento ci sarebbe quella che porta al Newcastle, squadra che da quando è passata sotto il controllo del fondo PIF sta vivendo un periodo molto positivo soprattutto in campionato, occupando la terza posizione. La squadra del nord dell'Inghilterra rappresenterebbe per Ronaldo la soluzione più ideale al momento, in quanto gli permetterebbe di giocare nella lega più appetibile di tutte, competere per obiettivi ambiziosi - almeno in campionato - e sarebbe la star indiscussa della squadra, aspetto cruciale nella visione del portoghese. E in più avrebbe la possibilità di ricevere un contratto a tre cifre, fattore sicuramente non di secondo piano per capire dove andrà.

Un accordo utile per tutti

Lato societario, invece, un ipotetico arrivo del portoghese darebbe un impatto mediatico e di risonanza ineguagliabile, con il progetto saudita che acquisirebbe forza e credibilità ulteriore a livello mondiale. È ormai noto quanto clamore e quanta attenzione ci siano sempre attorno a CR7 e alle cose che fa, sia dentro che fuori dal campo (è nella memoria di tutti, ad esempio, il gesto della Coca Cola a UEFA Euro 2020, il suo famoso "agua").

Manchester United Owners Consider Selling Club
CR7 / Christopher Furlong/GettyImages

Insomma, l'eventuale approdo di Ronaldo al Newcastle garantirebbe a entrambi i protagonisti, calciatore e società, di beneficiare l'uno dell'altro. E darebbe la possibilità al fuoriclasse portoghese di misurarsi in una nuova, stimolante - e forse ultima - sfida della sua straordinaria carriera.