Perché Italiano deve puntare con decisione anche su Jovic
La Fiorentina, nell'anticipo di sabato della venticinquesima giornata di Serie A, ha battuto il Milan per 2-1. Decisive per i gigliati le reti di Nico Gonzalez (su rigore) e di Luka Jovic. L'attaccante serbo è entrato a partita in corso, per aggiungere un po' di pepe all'attacco e per chiudere i conti, come poi effettivamente accaduto.
Jovic, pur arrivando da una big assoluta come il Real Madrid, nel corso di quest'annata non ha finora ottenuto un bottino di un centravanti di prima fascia ma il gol contro i rossoneri certifica ancora una volta la sua utilità: quella di dire "presente" nei momenti che più contano, anche contro le big. L'ha dimostrato in Conference League (sei le reti messe a segno nella competizione) e anche contro il Milan. Se guardiamo poi l'anatomia del gol siglato sabato notiamo il suo movimento a disorientare Thiaw e il tuffo da cineteca, quasi famelico, sul pallone poi depositato alle spalle di un portiere come Mike Maignan.
Tornando al resoconto di questa stagione c'è sicuramente da sottolineare l'atteggiamento del serbo: è vero, l'attaccante spesso non è entrato così bene in partita come sabato. Col Milan però non è entrato con quella superficialità che l'ha contraddistinto in negativo nelle precedenti uscite ma l'ha fatto con cattiveria, determinazione e con coraggio. Tutto ciò che serve per giocare in Serie A, quello di cui qualsiasi squadra necessita nelle partite importanti. Dietro - e va detto - c'è il lavoro di una squadra che ha saputo attendere i giocatori. Non ci credete? E' il caso di Cabral (guarda caso compagno di reparto di Jovic), e del suo "carro" adesso stracolmo di estimatori. Anche l'ex Basilea ha avuto un rendimento discontinuo ma, di recente, ha implementato il proprio bottino e ha affinato ancor di più quelle doti di generosità e lavoro sporco che già lo contraddistinguevano.
E' anche il merito di un tecnico come Italiano, che sabato ha saputo leggere alla perfezione la partita estraendo dal cilindro un elemento come Jovic che - dopo pochi secondi - è stato in grado di mettere in cassaforte la partita. Come sottolineato in precedenza sono sei le reti segnate dal serbo in Europa, nella speranza di vedere incrementare le sue statistiche anche in campionato, contro difese più arcigne e attente. Giovedì il banco di prova, l'ennesimo, contro Sivasspor. Un'occasione ghiotta per la Viola di cementare tutti i risultati ottenuti nelle ultime tre partite, un'opportunità anche per uno Jovic in "formato coppe". Italiano adesso avrà un bel da fare su chi scegliere in attacco, ma dopo aver visto l'impatto dirompente del serbo i dubbi sono pochi, specialmente viste le partite giocate nei mesi scorsi in CL (magari per dare anche riposo a un Cabral ultimamente spremuto al massimo).
In un'intervista alla Repubblica Jovic ha così dichiarato: "La mia esperienza al Real Madrid è andata male fin dall'inizio, ho lasciato l'Eintracht troppo presto. Tutti i riflettori erano puntati su di me".
Adesso sono arrivati finalmente nuovi stimoli, il fiuto del gol ritrovato contro un avversario illustre. Il gol col Milan attesta che se servito a dovere Jovic può tranquillamente fare la differenza, mostrando un cinismo raro nel panorama della Serie A. Giovedì un altro palco, ovviamente non meno importante. Nella speranza che Italiano lo lanci ancora dal primo minuto, cavalcando l'onda così come fatto virtuosamente con Cabral.