Perché Juventus-Fiorentina di Coppa Italia è una semifinale scritta dal destino

Italiano e Milenkovic
Italiano e Milenkovic / Emilio Andreoli/GettyImages
facebooktwitterreddit

Poteva esserci, sulla carta, un intreccio più suggestivo in una sfida a eliminazione diretta (che varrà una finale) rispetto al derby di Milano?

Le combinazioni che avrebbero potuto condurre a partite di pari fascino non erano numerose, eppure i quarti di finale relativi all'altra parte del tabellone di Coppa Italia hanno fatto il possibile per apparecchiare una semifinale di sicuro interesse: quella tra Juventus e Fiorentina, con andata al Franchi.

L'incontro anticipato tra Dusan Vlahovic e lo stadio fiorentino è solo uno dei motivi per i quali, a conti fatti, la semifinale tra viola e bianconeri appare uno di quei rari casi di epilogo già scritto, di sceneggiatura perfettamente stabilita a priori. Vediamo perché:

1. Una storia di ritorni

Dusan Vlahovic
Vlahovic in viola / Gabriele Maltinti/GettyImages

Quando si percorre la storia di Fiorentina e Juventus ci si approccia evidentemente a tante tappe di una rivalità che parte dal lontano e si ravviva nel tempo, sulla spinta di fattori interni ed esterni al campo. Riflettendo sul campo, in particolare su quello del Franchi, è lampante come il ritorno di Vlahovic a Firenze sia il motivo principale d'interesse della semifinale d'andata in programma il 2 marzo prossimo.

Nel corso dei decenni non sono mancati precedenti illustri, tutti dal sapore diverso: rimane ovviamente negli occhi la sciarpa viola raccolta da Baggio nell'aprile del 1991. Complicato figurarsi un epilogo simile pensando a Vlahovic: sarà un ritorno diverso, un momento che porterà in sé tutta la delusione di una piazza che si è sentita tradita.

2. Un discorso tra amici

Fc Partizan v Fc Crvena Zvezda - Serbian Football Cup Final
Insieme al Partizan / Srdjan Stevanovic/GettyImages

Tra le righe, anche al di là del tema portante, emergono diversi fattori che rendono Juve-Fiorentina la semifinale del destino: basti pensare al fatto che i gol decisivi ai quarti di finale sono stati messi a segno dallo stesso Vlahovic e dal connazionale, nonché amico, Nikola Milenkovic.

Al di là del rapporto stretto tra l'attaccante e il difensore, con quest'ultimo che ha sempre tessuto le lodi del centravanti passato ora alla Juve, si sottolinea il fatto che Corvino se li sia assicurati dal Partizan nella stessa operazione, nel 2017, tracciando insomma con largo anticipo i presupposti di quel che sarebbe diventato il proverbiale scontro fratricida, 5 anni dopo.

3. Uno stadio sempre più pieno

ACF Fiorentina v SS Lazio - Serie A
I tifosi viola / Gabriele Maltinti/GettyImages

Ai diversi ritorni al Franchi vissuti nella storia della rivalità tra Fiorentina e Juventus si affianca un ritorno diverso ma, in questo senso, altrettanto fondamentale per capire quanto possa essere affascinante l'intreccio offerto dalla Coppa.

Da marzo è verosimile che la capienza degli stadi si riavvicini alla totalità dei posti disponibili, in particolare si parla del 75%, ed è evidente che uno scenario del genere (valutando anche l'accoglienza rivolta nella notte dai tifosi viola alla squadra) possa rendere ancor più bollente l'atmosfera che, a inizio marzo, segnerà il ritorno di Vlahovic a Firenze.

4. L'epilogo dei quarti

Nikola Milenkovic
L'esultanza viola / Emilio Andreoli/GettyImages

Viene naturale associare un fatto ad un copione già scritto quando, in mezzo a tante difficoltà e ad altrettanti ostacoli lungo la strada, l'epilogo diventa comunque quello che tutti si sarebbero aspettati.

E il modo in cui Fiorentina e Juventus hanno ottenuto il successo, anche al di là degli autori dei due gol, dice tanto in tal senso: da un lato Milenkovic ha risolto la sfida del Gewiss Stadium all'ultimo secondo di gioco, con un destro da fuori area certo atipico per un difensore centrale, dall'altra parte Vlahovic si è caricato la squadra sulle spalle e ha spento a sua volta l'insidia dei supplementari, costruendo da solo il gol del 2-1 definitivo proprio nel finale.

5. Vlahovic: una nuova dimostrazione

Dusan Vlahovic
Vlahovic ancora in gol / Jonathan Moscrop/GettyImages

Non si può certo sostenere che Dusan Vlahovic stia patendo il salto dalla Fiorentina alla Juve e che, come poche voci sostenevano, stia faticando a lasciare il segno nella sua nuova avventura. Il serbo, come del resto emerso nella sua storia in viola, dimostra ogni volta di rappresentare la proverbiale macchina da guerra.

Un bomber capace di rivelarsi freddo, senz'altro, ma ancor di più un giocatore in grado di caricarsi la squadra sulle spalle e di risolvere anche sfide apparentemente "stregate". A Firenze, insomma, il classe 2000 sarà chiamato a dimostrare per l'ennesima volta di non soffrire fischi e forti pressioni. Del resto, come affermato dopo il 2-1 sul Sassuolo, quella di Firenze "sarà una partita come tutte le altre".


Segui 90min su Twitch.