Perché l'Atalanta, nonostante tutto, non è una candidata credibile per il titolo
L'Atalanta in testa al campionato è solo un fuoco di paglia? Probabilmente no, nel senso che la squadra bergamasca da qualche anno dimostra il proprio valore, fornendo prestazioni di altissimo livello anche contro squadre decisamente più blasonate di lei. In queste prime fasi del campionato di Serie A 2022\23, trovarla a guidare la classifica con 13 punti e Milan e Napoli ad inseguire con 11, lascia riflettere.
E la prima cosa che salta all'occhio è il fatto che quest'anno non ci sarà, presumibilmente, una squadra che dominerà nettamente il campionato, vincendo già con qualche settimana di anticipo e tagliando fuori le rivali. Un equilibrio che potrebbe tradursi, insieme all'ottimo inizio, in una concreta possibilità di vedere la Dea lottare per il titolo?
L'assenza dell'Europa
L'Atalanta quest'anno non gioca in nessuna competizione europea. E questo, solo da un punto di vista di ricambio di giocatori, è decisamente un bene. Il ritmo forsennato e gli incontri ravvicinati di queste settimane, un vero tour de force per tanti club, permetterà ai nerazzurri di "limitare i danni" e di approfittare dal lato positivo di essere rimasta senza coppe. Potrà dunque dedicarsi al meglio alle partite di campionato, dove sarà in grado di mettere tutti in difficoltà, soprattutto a Bergamo.
Se la squadra bergamasca ha visto partenze pesanti, come lo svincolo di Ilicic, o le cessioni di Freuler al Nottingham Forest, Miranchuk al Torino, Pessina al Monza, al tempo stesso quelli che sono stati gli acquisti si stanno rivelando molto interessanti e ben calati nella realtà nerazzurra, con un processo di ambientamento pressoché immediato (basti pensare a Lookman su tutti).
Rinnovato entusiasmo
L'Atalanta costruisce le sue rose puntando molto sui giovani, coltivandoli ed offrendogli possibilità concrete dopo averli visti crescere in prestito. Un po', va detto, anche per la mancanza di altre possibili soluzioni, poiché dal punto di vista economico le medio-piccole si trovano costrette a fare di necessità virtù. Ma ad ogni modo, questo modus operandi porta giovani dal grande entusiasmo ad offrire le loro qualità tecnico e tattiche alla squadra. Il che, unito alle differenti pressioni economiche e sportive che le big vedono ricadere su di sé, comporta un gioco più libero da vincoli, assecondando la natura spregiudicata del Gasp.
Il rovescio della medaglia
Dobbiamo però per forza di cose rimanere con i piedi a terra, notando come sia decisamente poco probabile che la squadra di Bergamo possa combattere fino alla fine per il titolo. E probabilmente la Dea si troverà ad uscire fuori dai giochi, alla lunga, proprio in ragione di quella rosa "corta", anche senza scomodare il discorso prettamente qualitativo. Resta comunque una delle candidate più accreditate a giocarsi l'accesso in Europa League, col sogno di poter tornare a calcare il palcoscenico della Champions come accaduto nelle stagioni scorse. Un sogno tutt'altro che utopistico, tornando a rimarcare il peso dei minori impegni rispetto a concorrenti come Lazio, Roma e Fiorentina.