Perché la Fiorentina aspetta con tanta impazienza la firma di Dodò
Da Aspettando Godot ad aspettando Dodò il passo è piuttosto breve: a Moena, nel ritiro della Fiorentina, si guarda il lavoro del gruppo sul campo, si ascoltano le indicazioni di Italiano e se ne apprezza la foga, al contempo però si bisbiglia quel nome, lo si attende con assoluta impazienza. Esistono diverse ragioni, più o meno logiche e più o meno evidenti, per le quali il mondo gigliato è attualmente rivolto con un occhio alla preparazione e con l'altro alle "questioni burocratiche" da sbrigare prima di finalizzare il colpo dallo Shakhtar.
Un colpo che, già da giorni, ha subito un rallentamento ma che non è mai stato a tutti gli effetti in bilico: il giocatore era a Milano e aspettava gli sviluppi del caso, proprio come i suoi prossimi tifosi, e (riporta FirenzeViola) è pronto a spostarsi a Roma per le visite mediche e poi a Firenze, nella giornata di domani.
Nostalgia canaglia: scordare Odriozola
Tornando ai motivi della fibrillazione, alle fondamenta, è chiaro come un ruolo chiave sia giocato dalla nostalgia per ciò che Alvaro Odriozola ha rappresentato nella stagione scorsa: un terzino destro come non se ne vedevano da tempo a Firenze, seguendo quella che tanti hanno definito spesso come una sorta di maledizione sportiva, e un'arma spesso fondamentale anche in fase offensiva, con le sue discese e con la capacità di dialogare al meglio con l'esterno altro, alternando diverse soluzioni e regalando imprevedibilità alla manovra gigliata.
Andare dunque a rimpiazzare un punto fermo con un elemento di qualità, con un giocatore che certo non patisce il confronto con lo spagnolo di proprietà del Real, appare come una buona garanzia, probabilmente maggiore di quanto accaduto nel caso Torreira (sostituito di fatto con Mandragora, senza ulteriori innesti).
Seguendo il confronto con Odriozola ci si può spingere persino oltre, pensando soprattutto al contributo in fase offensiva: si tratta sì di un laterale basso, abituato a giocare come quarto a destra nel 4-2-3-1, ma le doti tecniche sono quelle dell'ala, di un elemento che non sfigurerebbe neanche come esterno altro, per rapidità, controllo e cross. I numeri in questo senso ci vengono in aiuto, ben 17 gol e 5 assist collezionati nella sua esperienza allo Shakhtar, dal 2019 a oggi.
L'esperienza internazionale
E a proposito di statistiche occorre anche sottolineare, come motivo per cui comprendere l'impazienza di questa attesa, l'esperienza internazionale accumulata dal brasiliano con la maglia del club ucraino: è giovane, un classe '98, ma ha già dalla sua 17 presenze in Champions League e 9 presenze in Europa League.
Un marchio non di poco conto per chi arriva in una piazza che, dopo una lunga assenza, si appresta a calcare nuovamente il palcoscenico europeo, partendo dai preliminari di Conference League.
Ideale per Italiano
Tornando alle caratteristiche del giocatore possiamo anche capire perché Italiano ne apprezzi tanto l'arrivo e dunque lo aspetti: il tecnico viola chiede tanto ai laterali bassi in fase di costruzione, non soltanto quando si tratta di sovrapporsi e allargarsi, e la possibilità di contare su un elemento così tecnico può certamente ingolosire l'allenatore, aiutandolo a immaginare una Fiorentina sempre più in linea con le sue idee.
Ultimo ma non ultimo un aspetto a sua volta incoraggiante, legato alla formula: a differenza di Odriozola si tratta di un colpo a titolo definitivo, non ci sarà dunque da sedersi nuovamente al tavolo delle trattative sperando di strappare un nuovo accordo e di trovarsi poi (come già accaduto) con niente di fatto in mano. Un elemento tecnico, di livello internazionale, del tutto in linea con le idee dell'allenatore e totalmente di proprietà dei viola: queste, in buona sostanza, le ragioni dell'hype che è venuto a crearsi.
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