Perché la Fiorentina punta su Sabiri e non investe su un attaccante?
Esistono, perlomeno quando si tratta di raccontare il calciomercato, due versioni diverse e per certi versi opposte della storia: da un lato il mercato mediatico, quello fatto di illazioni e supposizioni su ciò che servirebbe (in linea teorica) ai vari club, dall'altro il mercato pratico ed effettivo, quello che poi si traduce in contratti depositati e annunci ufficiali.
Non fa eccezione quanto accade ad oggi in casa Fiorentina, con due binari chiaramente paralleli: uno è quello di una piazza che da tempo invoca una prima punta come priorità, l'altro binario è quello di una società che si muove seguendo altri criteri e spostandosi (comprensibilmente) dalle priorità stabilite a monte dai tifosi.
Perché Sabiri e non una punta?
Il tema è comunque degno di essere affrontato: perché quando tutti chiedono una punta arriva un esterno (Brekalo) e si lavora per un accordo in prospettiva su Abdelhamid Sabiri? Esistono ragioni che tirano in ballo un certo pragmatismo da parte del club gigliato e una volontà, perlomeno nel mercato invernale, di dedicarsi prettamente alle occasioni e non a movimenti che - in linea di principio - spostino equilibri o rivoluzionino le strategie.
Investire adesso su una prima punta significherebbe, di fatto, ammettere di aver sbagliato a puntare su Arthur Cabral e su Luka Jovic: un'ammissione, questa, che non fa assolutamente parte dei pensieri degli uomini mercato viola ma che, anzi, trova al contrario una gran voglia di scommettere ancora sul brasiliano e sullo svizzero (come ammesso da Pradè, citando Vlahovic come esempio virtuoso di riscatto).
Il rapporto qualità-prezzo
Al contempo esiste una lampante ragione di natura economica dietro alla strategia che, in questo mercato invernale, è emersa in casa viola: non era presente sul mercato una punta che, a cifre ridotte come quelle spese per Brekalo e verosimilmente per Sabiri, potesse fare la differenza.
Il rapporto qualità-prezzo è un aspetto chiave sia pensando all'arrivo di Brekalo dal Wolfsburg che alla possibilità di assicurarsi Sabiri, prendendolo adesso e lasciandolo in prestito alla Sampdoria. Il marocchino, al di là delle qualità tecniche individuali, è coinvolto in un contesto a dir poco burrascoso e complesso, come quello attualmente vissuto dai blucerchiati, e non appare dunque complesso andare a fare affari col club genovese, senza doversi svenare (rimanendo cioè al di sotto dei 4 milioni di euro).
Sia con Brekalo che con Sabiri, dunque, ci troviamo di fronte a opportunità da non farsi sfuggire anche in prospettiva 2023/24, mettendosi in rosa (per cifre ridotte) elementi che possono meritare uno spazio nella prossima Fiorentina. Niente che sposti oggi gli equilibri o ribalti le prospettive ma, in una sessione invernale così povera di scossoni, due semi più che validi che - in altri momenti - avrebbero comportato sacrifici molto più concreti.