Perché Luis Alberto è soprannominato Il Mago?
Il Sarri-ball è un calcio molto semplice, con due tocchi e tanta corsa", all'interno di un'intervista Sergej Milinkovic-Savic ha spiegato così la filosofia di gioco dell'allenatore della Lazio. Il tecnico toscano è famoso per le sue idee molto dogmatiche e il suo arrivo è stato traumatico per i biancocelesti.
In effetti, Sarri aveva il compito di raccogliere la pesante eredità di Simone Inzaghi e di proiettare i capitolini verso un'epoca di successi. Per farlo ha messo da parte il 3-5-2 ben rodato sui campi di Formello per introdurre il suo canonico 4-3-3. Il cambio di modulo è stato complicato per diversi giocatori: da Lazzari, arretrato nel ruolo di terzino, ad Acerbi, ormai abituato a guidare una difesa a tre. Ma c'è un calciatore che ha patito - e a momenti tuttora patisce - il nuovo modo di giocare della Lazio, ed è proprio uno di quelli che ha fatto le fortune recenti dei biancocelesti.
In effetti, rileggendo la frase di SMS, si ha subito la sensazione che Luis Alberto sia un pesce fuor d'acqua in una squadra allenata da Maurizio Sarri. Ve lo immaginereste mai lo spagnolo correre avanti e indietro per il campo pur di pressare l'avversario? Ma soprattutto, è possibile per un giocatore che ama tenere il pallone tra i piedi come lo spagnolo liberarsi del possesso dopo appena due tocchi?
I dubbi alla vigilia di campionato sono stati tutti confermati e Luis Alberto è finito in panchina più di una volta. Se con Inzaghi lo spagnolo era lasciato libero di svariare per inventare a suo piacimento, con Sarri deve limitarsi a seguire gli ordini. Per uno spirito libero come lui, questo è inconcepibile.
Arrivato alla Lazio nel 2016, i tifosi pensavano che Luis Alberto fosse solo uno scarto del Liverpool. E invece, anno dopo anno, è riuscito a incantare i biancocelesti con le sue giocate, i suoi tiri dalla lunga distanza e i suoi passaggi geniali. Come abbiamo detto, il diez non è dotato di un grande fisico e quando lo abbiamo visto giocare le sue prime partite, eravamo convinti che potesse perdere una miriade di palloni. Tuttavia, ogni volta che lo spagnolo entrava in contrasto con un avversario, riusciva a eluderlo nascondendo la sfera e facendola riapparire alle sue spalle.
Proprio per questo motivo i laziali lo hanno soprannominato Il Mago, per via delle sue doti da prestigiatore. Questo nomignolo è stato poi adottato anche dai fantallenatori che nel frattempo si sono innamorati di Luis Alberto, vera macchina da bonus.
Come spesso accade con i giocatori del suo calibro, Luis Alberto non ha solo un soprannome. Quello più insolito è "Lo slalomista gigante": questo appellativo è preso in prestito dal mondo sciistico e in particolare da quel tipo di gara in cui gli atleti devono passare attraverso delle "porte". Dato che le curve sono molto ravvicinate, gli sciatori devono continuamente sbilanciarsi prima a sinistra e poi a destra per avvicinarsi. Ed è proprio questo movimento ondulatorio che ricorda lo spagnolo quando gioca: ogni volta siamo convinti che il 10 biancoceleste possa andare da una parte, poi mette il corpo in un'altra direzione e cambia strada repentinamente.
Succede tutto in pochi secondi. Tutto mentre Luis rimane di fatto fermo sul posto, dribbla senza muoversi.
In un calcio che corre sempre più a mille all'ora, Luis Alberto invece passeggia. È una specie in via di estinzione, un giocatore che va veloce con la testa e non con le gambe. E la superiorità calcistica dello spagnolo si manifesta nel momento in cui riesce a sopraffare un avversario fisicamente più prestante senza muoversi.
È un gioco di prestigio. È il Mago.
Segui 90min su Instagram.