Perché Nico Gonzalez non è un colpo chiave solo a livello sportivo per la Fiorentina
Da giorni si attendeva solo l'annuncio ufficiale, senza sbilanciarsi eccessivamente dati gli sviluppi dell'ultimo periodo in casa viola, e ora Firenze si prepara ad accogliere l'ennesimo argentino della storia gigliata, il colpo più caro di sempre per la Fiorentina. Nico Gonzalez sarà uno dei punti di forza della squadra nella prossima stagione, forte della fiducia di Scaloni in Nazionale e di un 4-3-3 che potrebbe davvero fare al caso suo, come quello di Italiano (al di là di colpi di scena ora impronosticabili sul nuovo tecnico).
In Nazionale gioca come ala sinistra nel 4-3-3, nello Stoccarda ha trovato spazio anche come prima o seconda punta, più sporadicamente si è disimpegnato come ala destra per poi accentrarsi e andare sul mancino: nessun dubbio sulla versatilità del giocatore così come sui margini di miglioramento, tenuta fisica permettendo, trattandosi di un ventitreenne. Le ragioni prettamente sportive del colpo dunque trovano una spiegazione abbastanza chiara, anche al di là del posto vacante di tecnico, e si manifestano anche nell'esborso da 23+4 milioni di euro che i viola si sono concessi.
E pensando proprio a tale sacrificio economico, per certi versi storico nel panorama viola anche andando indietro nel tempo, emergono tratti non più solo sportivi nella scelta di puntare con decisione su Gonzalez: si tratta di un messaggio, un segnale forte e chiaro anche in merito alle ultime vicissitudini legate a Gattuso e al suo addio. Chiunque volesse associare la separazione col nuovo tecnico "mancato", ufficializzato da appena 20 giorni, a una scarsa disponibilità di investire sul mercato da parte di Rocco Commisso troverebbe a questo punto un muro, un ostacolo bello imponente, che ne smonterebbe tutta la retorica di base. Il discorso, dunque, non può legarsi a una scarsa propensione a investire anche copiosamente laddove appaia necessario o comunque utile farlo.
La volontà stessa del giocatore di sposare il progetto viola colpisce, in un momento in cui le grane e le ruggini sembrano superare i motivi di entusiasmo, e in un contesto di "patto di riservatezza", quello firmato tra Gattuso e la Fiorentina sull'addio, messaggi di questo calibro riescono in qualche modo a compensare una strategia comunicativa carente, se non del tutto nulla, e a diradare la nebbia. Un acquisto chiave dunque, non solo per elevare il valore della rosa ma anche per "spiegare" il peso di quel che si vorrà fare, prendendo le distanze da chi vorrà parlare di disimpegno o di investimenti poco ambiziosi: gestire al meglio il mercato in uscita, monetizzando dove possibile, e acquistare altri elementi di livello sarà poi necessario per dare ancora più struttura a questa forte risposta di mercato.
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