Perché le parole di Marotta su Dybala suonano come una vera apertura
L'intreccio tra Inter e Juventus andato in scena in Supercoppa, concluso col successo nerazzurro in extremis, non si è esaurito con lo scontro diretto ma ha continuato a vivere nelle voci più che mai insistenti legate all'interesse interista nei confronti di Paulo Dybala.
Un intreccio certo logico, pensando anche ad alcuni dei protagonisti in ballo: più di tutti quel Beppe Marotta, tra gli artefici di questa Inter di nuovo vincente e, a suo tempo, tra gli autori del trasferimento di Dybala da Palermo alla Juve. Un colpo a dir poco riuscito, sia osservando una prospettiva di ormai 7 anni che soffermandoci semplicemente su quella prima stagione della Joya in bianconero (46 presenze, 23 gol e 7 assist tra le varie competizioni agli ordini di Allegri nel 2015/16).
La storia parla chiaro
E se Allegri è tornato in estate a far parte della Juve appare, oggi, più che mai suggestiva l'idea di un Marotta pronto a fare lo sgambetto proprio a uno dei protagonisti del suo ciclo vincente in bianconero. La questione s'infittisce e si fa ancor più intrigante proprio grazie allo stesso Marotta e alla sua disponibilità a entrare nel merito della strategia nerazzurra a tema parametro zero, senza nascondersi. Del resto risulterebbe persino forzato, addirittura ipocrita, negare il peso dei colpi a zero nella storia dirigenziale dello stesso Marotta, anche tornando indietro nel tempo e ripercorrendo il suo ciclo alla Juve.
Proviamo per esempio a immaginare un undici composto da Onana, Dani Alves, Lucio, Godin, Emre Can, Pogba, Pirlo, Khedira, Calhanoglu, Koman e Sanchez, aggiungendoci anche Llorente e Anelka come riserve di lusso. Si tratterebbe della collezione di giocatori presi a zero da Marotta tra Juve e Inter, giocatori arrivati in momenti diversi della carriera: dal giovane in rampa di lancio (come il primo Pogba bianconero) all'esperto centrale come Lucio o Godin, dal campione a caccia del rilancio al giocatore nel pieno della carriera. Uno scenario in cui, in sostanza, potrebbe rientrare a pieno titolo anche Dybala, senza particolari sforzi di fantasia: i precedenti ce lo suggeriscono.
Senza nascondersi
E poi, soprattutto, ci sono le parole del dirigente nerazzurro a DAZN. Marotta avrebbe potuto celarsi dietro al più classico dei no comment, senza sbilanciarsi, tornando a parlare della sfida contro l'Atalanta o sulla recente vittoria in Supercoppa. Eppure, senza nascondersi, si è espresso così: "E' normale che quando un giocatore della caratura e del valore di Dybala si avvicina allo svincolo venga accostato a questo o a quel club, noi abbiamo attaccanti molto forti e direi che siamo a posto", proseguendo poi, "Fare colpi a zero? Direi che è un'aspirazione di ogni club, abbiamo una struttura che sta attenta a monitorare e dobbiamo avere l'ambizione di avere l'asticella alta, i tentativi vanno fatti con tutti".
Quel "siamo a posto" ha una propria importanza a livello di tutela del gruppo, che del resto sta facendo bene fin da inizio stagione nel reparto avanzato, ma non ha un peso specifico rilevante a tema mercato, come dichiarazione d'intenti: è chiaro che, soffermandosi su gennaio e sul mercato in corso, l'Inter sia "a posto" (citando Marotta) e che non siano alle porte stravolgimenti, il tutto col benestare logico di Inzaghi. Il discorso in estate, però, cambierà e - senza girarci intorno - la prospettiva di sostituire un partente Alexis Sanchez con un Paulo Dybala preso a parametro zero rappresenterebbe una sorta di capolavoro degli uomini mercato, nonché uno smacco storico ai bianconeri.
Fuori Sanchez, dentro Dybala?
Il ruolo di Sanchez in questo senso appare strategico: a tratti apparso ai margini, sicuro partente anche a gennaio, ha saputo poi rispondere presente quando in tanti lo davano ai titoli di coda, concedendosi anche il guizzo decisivo in Supercoppa. Da ottobre a gennaio, in sostanza, il cileno ha saputo approfittare delle occasioni concesse e ha trasformato (in positivo) l'idea di una separazione urgente, di un addio da consumare in fretta.
La prospettiva, però, non sembra essere ad ampio respiro e lo stesso giocatore (definendosi un leone in gabbia) può aver fornito un indizio su quelli che saranno i risvolti, considerando poi il discorso anagrafico e ancor di più il peso del suo ingaggio. Il tutto condito da una buonuscita da 4,5 milioni che potrebbe sancire una separazione in estate, ipotesi tutt'altro che improbabile.
L'analisi delle parole di Marotta, se rapportata con dichiarazioni passate in merito a futuri acquisti dell'Inter, potrebbe non fare così tanto scalpore: parlando a suo tempo di Dzeko, Lukaku o Barella, senz'altro, il dirigente si sbilanciò in modo più esplicito e chiaro. Il contesto attuale però rende ovvia una certa dose di prudenza: del resto non siamo in estate, tutto è ancora in ballo e sbilanciarsi più di quanto Marotta abbia effettivamente fatto ("i tentativi vanno fatti con tutti") sarebbe stato un esercizio fin troppo audace, persino impraticabile. Più di così, insomma, non avrebbe davvero potuto dire.
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