Perché sarebbe un errore snobbare l'arrivo di Sabiri alla Fiorentina
Sono di varia natura i motivi che possono spingere a sottovalutare un acquisto, ad accoglierlo senza particolare clamore anche al di là del valore tecnico di un calciatore: l'attesa per movimenti diversi, il momento specifico in cui l'acquisto è stato finalizzato o, ancor di più, il periodo vissuto da quel determinato giocatore. Il caso di Abdelhamid Sabiri, acquistato dalla Fiorentina nel mercato invernale ma lasciato in prestito alla Sampdoria, ci aiuta proprio a capire come la percezione mediatica di un colpo di mercato si distacchi spesso dall'effettivo valore di un profilo, risulti per certi versi anche ingenerosa.
Perché l'acquisto di Sabiri è passato in sordina?
Perché, insomma, l'acquisto del marocchino è passato per certi versi in sordina? Quando la Fiorentina scelse di puntare su Sabiri, il 31 gennaio scorso, la piazza viola attendeva qualcosa di diverso, qualcosa da godersi immediatamente e - ancor di più - confidava nell'acquisto di un numero nove (spesso una vera ossessione, un tormentone mediatico pronto a tornare a più riprese). In quel caso - così come del resto è accaduto con Brekalo e per certi versi con Parisi, gli uomini mercato viola hanno dimostrato di essere costantemente attenti al rapporto qualità-prezzo e alle occasioni che via via emergono, anche al di là delle immediate esigenze tecniche della squadra (pensando anche a medio-lungo termine).
Un altro aspetto chiave di una percezione a suo tempo non entusiastica dell'acquisto di Sabiri, senza dubbio, si lega anche alla stagione vissuta dal talentuoso marocchino alla Sampdoria, un'annata sciagurata in toto per quanto riguarda il mondo blucerchiato che - di riflesso - ha investito anche tanti singoli, Sabiri per primo. La seconda metà di stagione alla Samp ha visto Sabiri diventare, gradualmente, un proverbiale separato in casa: da fine ottobre in poi ha raccolto solo pochi minuti in campo, diventando un oggetto misterioso e perdendo il proprio ruolo tecnicamente centrale all'interno della squadra.
Non solo tecnica e fantasia: segnali incoraggianti
Tutte avvisaglie che, peraltro, inducevano l'ambiente viola a immaginare un calciatore da recuperare (fisicamente come psicologicamente), un elemento che richiedesse del tempo prima di integrarsi. Fin da subito però, restando sul piano dei piccoli indizi e delle sensazioni, il marocchino ha dimostrato di volersi calare al meglio nella nuova realtà, risultando tra i più in forma nei primi giorni al Viola Park e traducendo poi anche in amichevole quanto espresso in allenamento. Sono diversi gli aspetti intriganti pensando al possibile impatto di Sabiri sulla Fiorentina 2023/24, innanzitutto la versatilità: il marocchino potrà andare a sostituire in qualche modo Saponara come esterno offensivo atipico, una sorta di fantasista che parte largo a sinistra e che è libero di inventare.
Al contempo potrà essere utilizzato come trequartista nel 4-2-3-1 (partendo comunque dietro a Bonaventura nelle gerarchie) o come mezzala in caso di 4-3-3, sfruttando anche utili doti d'inserimento palesate in amichevole. Ingolosiscono ovviamente le qualità su calcio piazzato, un destro davvero velenoso che spesso non lascia scampo al portiere di turno, e sorprende ancor di più la voglia di non limitarsi solo al ruolo di fantasista, di genio e sregolatezza, dando un buon contributo anche in fase di non possesso, mettendoci un'intensità che in tanti immaginavano utopistica (lontana dal profilo del calciatore).
Le impressioni estive in amichevoli poco probanti, come quelle col Grosseto e il Sestri Levante, non devono chiaramente spingere verso un entusiasmo prematuro ma è evidente che i primi segnali siano incoraggianti, non solo pensando all'aspetto qualitativo, alla tecnica e alle punizioni (tutti aspetti noti anche a priori) ma considerando ancor di più la duttilità e lo spirito messi in mostra in queste prime settimane agli ordini di Italiano. In mezzo a tanti colpi più celebrati e attesi, dunque, sarebbe ingeneroso, oggi, continuare a snobbare l'innesto di Sabiri nel contesto gigliato.